Bollette: come funziona la modifica unilaterale e come evitare i rincari

100

Che il 2022 sia stato un anno particolarmente pressante per quanto riguarda le spese per le forniture energetiche è chiaro a tutti. Gli equilibri geopolitici scossi dalla guerra in Ucraina hanno fatto schizzare i prezzi delle materie prime e generato incertezza sui mercati dell’energia, ripercuotendosi sulle bollette degli utenti finali. Il 2023 per ora non sta riscontrando gli stessi picchi nei costi all’ingrosso di luce e gas, che però da una parte restano molto più alti rispetto agli anni precedenti (qui l’esempio dell’energia elettrica, il grafico parla da sé) e dall’altra sono soggetti a un elevato rischio di volatilità a causa dei possibili sviluppi di una situazione globale ancora molto tesa e preoccupante.

In questo contesto, per le famiglie e le imprese italiane è bene non farsi trovare impreparate e adottare le strategie necessarie a scongiurare bollette troppo salate, evitando di subire passivamente i rincari. Una delle cose principali da non trascurare, in tal senso, sono le modifiche unilaterali al contratto.

Quando si parla di modifica unilaterale, si intende una variazione “forzata” nelle condizioni del contratto di fornitura da parte dell’azienda erogatrice nei confronti del cliente finale. Tale variazione, com’è evidente, si traduce il più delle volte in un sensibile rincaro. Nel corso del 2022 i fornitori vi hanno fatto spesso ricorso anche per far fronte alla situazione estremamente complessa menzionata a inizio articolo. In soccorso dei consumatori, è stata varata nell’agosto 2022 con il Decreto Legge Aiuti bis una misura volta a proibire, fino ad aprile 2023, l’applicazione delle modifiche unilaterali in anticipo rispetto alla scadenza del contratto, ponendo così un freno all’uso indiscriminato di tale procedura. Il termine è stato esteso poi fino a giugno 2023 con il Decreto Milleproroghe.

Allo scadere delle condizioni economiche “bloccate” a inizio contratto, tuttavia, applicare una modifica unilaterale resta una pratica consentita per il fornitore, che è tenuto a darne apposita comunicazione al cliente in anticipo. Il cliente, dal canto suo, deve valutare le nuove condizioni e, in caso le ritenga peggiorative, ha il diritto di rifiutarle e recedere dal contratto senza penali. I punti chiave allora sono due: come essere sicuri di fare una valutazione corretta delle variazioni contrattuali? E in caso portino a un rincaro, come recedere dal contratto senza fatica?

Da una parte leggere le bollette di luce e gas non è semplice, dall’altra le pratiche burocratiche sono un fastidio per tutti. Questi sono i motivi per cui molto spesso si tende a chiudere più di un occhio di fronte alle modifiche unilaterali dei contratti e a procedere per inerzia, preferendo il risparmio di tempo a quello economico. Nulla di più sbagliato, soprattutto in un periodo storico in cui abbiamo vissuto sulla nostra pelle aumenti in bolletta esorbitanti.

La buona notizia è che le conoscenze tecniche di settore e la burocrazia necessarie a scongiurare i rincari (almeno quelli dovuti alle modifiche unilaterali, che non è poco) non sono poi così ingenti, anzi. Prima di tutto specifichiamo che, in caso si decida di rifiutare la modifica proposta dall’attuale fornitore, non è necessario procedere al recesso vero e proprio. Stipulando un nuovo contratto con un fornitore diverso, infatti, non ci sarà bisogno di inviare comunicazioni di alcun tipo alla precedente azienda e il passaggio avverrà in maniera automatica e senza interruzioni di servizio.

Ma come scegliere una nuova offerta che sia effettivamente migliorativa rispetto alla precedente? Piuttosto che vagliare le condizioni economiche di tutti i fornitori presenti sul mercato, è opportuno utilizzare un sito come Il Portale delle Offerte messo a disposizione da ARERA o altri comparatori simili, che permettono di confrontare in un’unica schermata molte delle tariffe presenti sul mercato. Esistono persino servizi come Switcho che, oltre a fornire informazioni aggiornate sul settore energetico e non solo, sono più vicini all’idea di consulenza perché consentono sì un confronto tra le varie offerte ma, a fronte del caricamento della bolletta, analizzano i costi e i consumi attuali e propongono direttamente la soluzione migliore in base al proprio profilo, occupandosi se necessario anche di valutare le eventuali modifiche unilaterali riportate dall’attuale fornitore nel documento.

In altre parole, i rincari energetici sono una realtà con cui dovremo convivere anche nel 2023, ma facendo la dovuta attenzione e adottando alcuni semplici accorgimenti possiamo evitare che diventino insostenibili.