Dal sistema unico di monitoraggio alle azioni di aiuto all’Università: una apposita maieutica per il Pnrr che la riguarda 

Voglio ricordare a coloro che hanno bisogno della  “traduzione numerica” delle formulazioni analitiche e contabili delle politiche pubbliche, ispirate dal PNRR, un recente invito. del 12 marzo 2023, alla lettura di un testo dell’Agenzia  Adkronos che ha ispirato il titolo al “pezzo” de il denaro.it “Il Pnrr, nato ed applicato col Governo Draghi, esprime una maniera di vitalità nell’”Obiettivo sistema unico monitoraggio fondi” di Giorgetti.che è associato all’”immagine” simbolica in cui Giorgetti e Draghi durante la  legislatura precedente discutono insieme. 

Si fa riferimento al “Sistema unico di monitoraggio fondi: il Pnrr di Draghi e l’obiettivo di Giorgetti”, del 12 marzo 2023 (qui)

“Nel medio periodo l’intendimento del Governo è di giungere ad un’unica infrastruttura informatica al fine di garantire il rispetto del principio di unicità dell’invio dei dati, tenendo conto delle peculiarità del sistema REGIS che, grazie alla sua architettura modulare, è disegnato in linea con i processi amministrativi di programmazione, attuazione, gestione contabile, rendicontazione e controllo”. Così il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti in audizione davanti alla Commissione Bilancio al Senato sul Piano di ripresa e resilienza, spiegando che “il sistema ReGiS è inter-operabile con le principali banche dati nazionali e si è affiancato a quelle già operanti nel nostro sistema come il monitoraggio delle opere pubbliche e la banca dati sui fondi strutturali”.
Un sistema informativo unico di monitoraggio – spiega Giorgetti – “consentirà di effettuare le verifiche sul rispetto del principio di complementarità e sinergia con gli ambiti di intervento del Pnrr”. Diverse amministrazioni, riferisce, “hanno già manifestato l’interesse ad avvalersi del sistema ReGiS per la gestione dei loro programmi cofinanziati dai fondi strutturali e di investimento europei (6 Programmi nazionali e 7 Programmi regionali) per il periodo 2021-2027, mentre altre hanno rappresentato la disponibilità a valutare soluzioni di interoperabilità con i propri sistemi”. Un ampio uso di ReGiS permetterà “di ridurre gli oneri a carico delle singole amministrazioni, le quali avranno il vantaggio di inserire una sola volta i dati di avanzamento dei progetti finanziati e di fornire al Governo un patrimonio informativo tale da orientare in maniera più consapevole le politiche pubbliche in materia di investimenti”, spiega il ministro……… 

“In questi giorni sono in elaborazione i dati da inserire nella Relazione al Parlamento sullo stato di attuazione del Pnrr che sarà presentata al termine dell’assessment della terza tranche di pagamenti e, comunque, non oltre la presentazione del Documento di economia e finanza” continua il ministro dell’Economia…..

Sono convinto che il nucleo logico-concettuale ed operativo che ruota intorno al “credo” della sostenibilità sia necessario acquisirlo e diffonderlo per abbattere le barriere tra università ed imprese, tra accademia e società, utilizzando la più qualificata comunicazione che traduca e diffonda, e questo dovrebbe essere il mio apporto che dovrei riuscire a dare i risultati della ricerca scientifica utilizzando una cassetta degli attrezzi “scelti” avanzati e allo scopo funzionali, di cui, confesso, sento ancora la necessità di impadronirmi esaurientemente

Passando ad altra fonte qualificata di comunicazione, quella poderosa de il Sole 24 Ore, (mercoledì, 15 marzo 2023) è da prendere in considerazione l’articolo “Concorsi insanabili per le cattedre negli atenei tra commi e senso civile Non vinca il migliore” della proff.ssa Silvia Ferrara che insegna Filologia e Civiltà Micenea all’Università di Bologna con un’esperienza anche di azione e di partecipazione alle politiche, vissuta al  Comitato Nazionale per la Valutazione del Sistema Universitario (CNVSU).

In quel tempo la valutazione era affidata prevalentemente all’area non quantitativa, per intenderci, con un’adeguata compensazione per la parte quantitativa nella composizione del consesso, (si pensi binomio Presidente del Centro Studi Investimenti Sociali, (CENSIS), prof. Giuseppe de Rita e Presidente dell’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT), prof. Luigi Biggeri. Siamo nel periodo pre fine 2010, prima dell’ Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca (ANVUR) e prima che la produzione dei dati dell’INVALSI fosse affidata, peraltro, solo dal 2016, alla Commissione di Garanzia per l’Informazione Statistica, riscuotendo, a compensazione, una adeguata attenzione dal lato quantitativo dei primi Presidenti, direttori della Banca d’Italia, quindi di area Draghi, prima della altrettanto ottime Presidenze di Anna Rosaria Aiello e quella attuale di Roberto Ricci. Andando ai tempi nostri odierni, la collega bolognese, filologa di civiltà antica, Ferrara , (quindi non economista o statistico, ad esempio) manifesta grandi interessi le competenza per la rinnovata strutturazione degli investimenti e la valutazione dell’efficienza e delle politiche basate sulla distribuzione di risorse dal Bilancio europeo, con impegno a realizzare le opere secondo meccanismi basati sulla realizzazione di obiettivi a più livelli gerarchici distinti per competenze secondo la Nuova Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals SDGs) dell’ONU.     

Il Ministro Giorgetti, rappresentante di un partito politico, la Lega Nord, e nominato Ministro da Draghi anche per le sue competenze correlate, per dirla in breve, alla formazione bocconiana e ritenuto competente in un clima governativo in cui ciò si sottolineava, come ritengono in tanti, più che oggi con un nuovo governo di destra uscito dalle urne compattamente di questo colore. Ma come si è visto nell’articolo richiamato qui il Ministro Giorgetti all’inizio continua a praticare con trasparenza e convinzione le tecniche (e, per molti versi, le politiche!? ) precedenti. Ma la collega Ferrara che non ha ruoli e cariche politiche devo pensare che si trovi ad utilizzare e condividere, da pochissimo tempo nuove tecniche per svolgere il suo lavoro di professore universitario. Ella dice: “L’ università italiana sta vivendo un momento di grande fermento. Grazie al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), per la prima volta dopo molto tempo, le risorse abbondano. Questa è ovviamente una gran buona notizia”. Poi prevale una linea che riduce l’ottimismo dovuta a procedure che essendo nuove si muovono su linee inerpicate che richiedono di aggrapparsi, arrampicarsi di scalare cioè alla buone notizie si registrano conseguenze meno positive. 

La collega Ferrara nota: “L’arrivo dei fondi Pnrr ha messo sotto stress i Ministeri, a partire dal Mur, e, di conseguenza le amministrazioni universitarie. È stato, ed è, necessario ripartire risorse in pochissimo tempo e avviare processi di spesa e di rendicontazione complessi. Si pensi che la sola ammissione al dottorato di ricerca ha richiesto quattro concorsi, e tutti sostanzialmente per lo stesso ciclo, con bandi che hanno coinvolto anche amministrazioni diverse e un grande numero di imprese. Una seconda ondata di borse sta per riversarsi sugli Atenei. Per non parlare dei finanziamenti per posti di ricercatore a tempo determinato, e dei progetti nazionali di ricerca “hub and spoke”, ecc. Purtroppo, i tempi molto stretti stanno trasformando l’utilizzo delle risorse in un incubo amministrativo. L’indispensabile ricorso a strumenti informatici sta portando a una frenetica “burocratizzazione digitale”. Una burocrazia che va ad appesantire, invece di ridurre, una situazione di sofferenza burocratica già più volte denunciata” Si direbbe giovani coraggiosi che poi devono diventare esperti, ma a fatica “Già oggi, moltissime operazioni che venivano tradizionalmente compiute attraverso l’intermediazione amministrativa (es. appelli d’esame, prenotazioni di aule e spazi, missioni e procedure d’acquisto, rendicontazioni, commissioni di laurea e di dottorato, ecc.) vengono svolte dal singolo docente. Singolo docente che si deve anche preoccupare di aggiornare continuamente I dati con cui alimentare i processi di valutazione attivati da Anvur e le banche dati Mur. La “dematerializzazione digitale” ha portato, in moltissime situazioni, a una lievitazione della documentazione («tanto è solo un pdf da caricare»). Un esempio? Le «linee guida per la rendicontazione destinate ai soggetti attuatori degli interventi del Pnrr Italia di cui il ministero dell’Università e della Ricerca è amministrazione titolare» consta di 60 pagine, sessanta. Le procedure previste, sebbene informatizzate, sono spesso arzigogolate, complesse e ripetitive e ricadono largamente su quel personale docente e di ricerca (i così detti «soggetti attuatori») che dovrebbe occuparsi prioritariamente dell’ottenimento dei risultati di ricerca e non della burocrazia precedente e di quella conseguente. Un piccolo estratto dalle linee guida: «Il Soggetto Attuatore (…) accedendo al sistema ReGiS deve generare e validare sul sistema del Mef il Rendiconto di progetto ReGiS, aggregato in tal caso a livello di singolo Cup, selezionando le medesime borse già approvate e presenti nel Rendiconto trasmesso al Mur, di cui al paragrafo precedente». Sono convinto che ChatGPT (il software di AI con cui tutti si stanno cimentando al momento) scriverebbe istruzioni più chiare. Intendiamoci, la burocrazia è male endemico del nostro Paese (e non solo del nostro) ma il combinato-disposto del Pnrr (più ministeri coinvolti) e della declinazione digitale la rende spesso impenetrabile e irreversibile (non c’è un volto umano con il quale dialogare di là dallo schermo). La frenesia digitale della burocrazia ha in sé un problema: la produzione “in continuo” di nuove interfacce non consente di mettere sufficientemente alla prova le nuove procedure prima che del loro varo. Spesso l’utente – il «soggetto attuatore» – si trova davanti a maschere user un-friendly, quando non ostili. Credo che non si tratti di un problema di scarsa professionalità informatica quanto di schizofrenia e mancanza di supervisione. La regola aurea dovrebbe essere quella di non consentire il rilascio di procedure senza la verifica preventiva da parte di utilizzatori finali. Chi costruisce la procedura si preoccupa che funzioni e spesso dimentica che chi la deve utilizzare ha ben altre competenze. Inutilmente continuiamo a ripetere che, se docenti e ricercatori devono investire una parte cospicua e crescente del loro tempo in ossessive rendicontazioni e nell’adempimento di operazioni amministrative “delegate”, non possono fare il lavoro per cui sono stati reclutati: fare ricerca, e fare didattica, aggiornarsi, studiare, scrivere ecc..”

L’animo di vecchio docente mi fa dare piena solidarietà alla collega Ferrara che si impegna all’operare la nascita dell’allieva in un mondo diverso. Si svolge, così un ruolo centrale nel pensiero di Kierkegaard e mantiene la sua vitalità negli indirizzi psicopedagogici che privilegiano l’aspetto del confronto e dello stimolo creativo in luogo di proposte educative cristallizzate in forme di sapere rigidamente predefinite (Maieutica in TRECCANI)