Crisi, Pil italiano da 14 anni pecora nera dell’Ue

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Per il 14° anno consecutivo, il Pil italiano e’ cresciuto a un ritmo inferiore rispetto alla media europea. E’ questo il risultato piu’ significativo di una ricerca del Centro studi ImpresaLavoro su elaborazione di dati OCSE. Dall’introduzione della moneta unica ad oggi, questa differenza di ritmo di crescita (o di decrescita) e’ oscillata tra il minimo del 2010 (0,4%) al massimo del 2012 (2,3%), anno nel quale – a fronte del -2,8% fatto registrare dal Prodotto interno lordo nel nostro Paese – la media Ue si e’ fermata al -0,5%. Comparando invece l’andamento del Pil italiano con quello tedesco, e’ interessante notare come, negli anni immediatamente successivi all’introduzione dell’Euro, l’Italia sia cresciuta a un ritmo piu’ sostenuto della Germania. Dopo una serie di riforme strutturali coraggiose (ed efficaci) messe in campo dal governo di Berlino, pero’, la tendenza si e’ bruscamente invertita. E dal 2006 ad oggi l’andamento del Pil tedesco e’ stato nettamente superiore a quello del nostro paese, con la sola eccezione del 2009 (Italia -5,5%; Germania -5,6%).

Ancora lontani i livelli pre-crisi
Negli ultimi dieci anni, mentre l’Italia ha perso in media 4 punti decimali di Pil all’anno, la Germania ha fatto registrare un piu’ che dignitoso +1,4%. Con un ritmo di crescita del Prodotto interno lordo come quello degli ultimi anni, la strada per far tornare l’Italia ai livelli pre-crisi sembra ancora molto lunga e incerta. Fatto 100 il Pil reale delle economie occidentali piu’ avanzate nel primo trimestre del 2008, solo Italia e Spagna sono ancora al di sotto dei livelli precedenti al terremoto finanziario.

Anche la Spagna torna a crescere
Francia e Germania sono “emerse” gia’ nel primo trimestre del 2011; nel penultimo trimestre dello stesso anno e’ arrivato il turno degli Stati Uniti; mentre il Regno Unito ha dovuto aspettare fino al secondo trimestre del 2013. Mancano all’appello, dunque, solo Italia e Spagna. Ma quest’ultima negli ultimi due anni sembra avere decisamente invertito la tendenza negativa, per tornare a crescere a ritmi molto piu’ sostenuti di quelli italiani. Tanto che, nell’ultimo trimestre del 2015, il Pil reale spagnolo ha ormai raggiunto il 95,8% di quello pre-crisi, mentre nel nostro paese siamo ancora fermi al 91,8%, piu’ o meno la stessa percentuale a cui siamo inchiodati dal primo trimestre del 201 (quando la Spagna era al 91,2%). “L’Italia ha un problema strutturale di crescita – spiega Massimo Blasoni, imprenditore e presidente del Centro studi ImpresaLavoro – e le variazioni leggermente positive di quest’anno, se confrontate con il resto d’Europa, confermano purtroppo le nostre difficolta’. A questo quadro gia’ complesso vanno aggiunti un deficit e un debito che continuano a non scendere e che rappresentano una seria ipoteca sulla tenuta dei nostri conti in futuro. Sono i numeri, insomma, i primi a certificare che non stiamo uscendo dalla crisi”.