Zes, Vito Grassi: Dalla messa in rete passa lo sviluppo del Paese

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“Le ZES costituiscono uno strumento di sviluppo territoriale imprescindibile per l’attrazione degli investimenti, anche esteri”. Ad affermarlo è Vito Grassi, Vice Presidente di Confindustria e Presidente del Consiglio delle Rappresentanze Regionali e per le Politiche di Coesione Territoriale, intervenendo nella sessione “Zone economiche speciali (ZES), innovazione, sviluppo internazionale” dell’evento “Management e cultura d’impresa al servizio della società” all’interno del primo Festival italiano del Management. “Le Zes potrebbero costituire un importante attrattore di investimenti per i territori in cui insistono, ma è dalla loro “messa in rete” che passerà lo sviluppo del Paese come macroarea logistica – aggiunge Grassi -. E, in tal senso, è necessario costruire le sinergie tra le diverse aree, sinergie possibili solo se si riuscirà a creare una rete di collegamento adeguata tra i porti tale da determinare un vero moltiplicatore degli sbocchi commerciali. Bisogna dare vita ad un nuovo modello di sviluppo integrato di tutto il Mezzogiorno per affrontare la crescita economica indispensabile ad abbattere i divari”.

Affinché questa idea (rete ZES) non rimanga sulla carta, secondo Grassi, è necessario “costruire infrastrutture di collegamento terrestre (soprattutto su ferro), risolvere i molti colli di bottiglia che attualmente strozzano i trasporti (non solo grandi opere ma anche interventi cosiddetti “di ultimo miglio”), creare nodi di scambio e piattaforme logistiche integrate in grado di accrescere la potenzialità delle ferrovie, ma avendo ben presente che la velocità del trasporto è solo una parte del problema. Sono importanti anche il tempo di gestione della merce negli interporti e la velocità di scambio della stessa tra modalità di trasporto differenti all’interno delle piattaforme logistiche integrate”.
Collegamenti migliori, aggiunge il numero due di Confindustria, “vuol dire più scambi commerciali, imprese più competitive, più lavoro, anche per i giovani, più ricchezza prodotta, più servizi richiesti e dunque offerti, meno emigrazione, maggior benessere. Invece, purtroppo, l’assenza di una rete di trasporto e di logistica oggi al Sud costituisce una zavorra per il riequilibrio socioeconomico e il recupero di competitività delle imprese”.