Inflazione e giochi di parole

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in foto Ignazio Visco

Ieri, il dì di festa, al dopolavoro del villaggio, già dal mattino si respirava un’aria diversa da quella delle altre domeniche. Sono quelle della routine, quando ai saluti si accompagnano pacche sulle spalle e sorrisi sinceri, quasi mai di circostanza. Al contrario di quanto è accaduto nell’ultimo giorno della scorsa settimana, quando i sorrisi – pochi – sono stati espressi a forza e i volti dove spuntavano, per buona parte erano palesemente corrucciati.Tra i vari piccoli capannelli, l’argomento che teneva banco era il caro mutui. Il Capostazione in pensione, ripetendosi con aria sussiegosa, si è affannato per l’intera mattinata a spiegare che quello che i presenti lamentavano, era solo un aspetto di una vicenda più incresciosa, qual è la risalita del costo dell’euro, che è stato preceduto di poco da quello del dollaro. Esaurito l’argomento, il solerte addetto delle Ferrovie alla corretta funzione degli scambi, dei binari beninteso, si è prodotto in una disamina arroventata sulla rincorsa tra prezzi e retribuzioni. Tanto per arrivare coraggiosamente all’argomento che ha infiammato più di un animo tra quelli dei presenti: l’inflazione. È stato a quel punto che un benzinaio, ancora giovane sebbene già ammogliato e con prole alla scuola materna, rivolgendosi a quel Signore dei Treni, per l’occasione in veste di “l’esperto risponde”, gli ha chiesto se e dove avesse sbagliato nel contrarre un mutuo per comprar casa, prospettatogli dal direttore della banca come l’occasione della vita. Solo che, d’ora in avanti, quell’impegno comporterà per lui e sua moglie, entrambi lavoratori in un supermercato, ulteriori sacrifici, questa volta alimentari. È seguito un silenzio tombale durato un buon mezzo, interminabile minuto. Dopodiché quell’esperto della domenica ha fatto salire al massimo la temperatura dell’auditorio, quando ha provato a dare lumi sentenziando: “Visco (il governatore della Banca d’ Italia, ndr ) ha detto…”. Subito in quella sala si è sentito alzarsi un brusio di malcontento di tale portata che ha indotto quell’autorità dei binari a defilarsi, scusandosi perché la moglie lo stava aspettando per andare a messa. Vale la pena di ritornare sulle parole del n° 1 dell’Istituto di emissione pronunciate in occasione di una trasferta di lavoro a Milano. Ha detto, ieri era in prima pagina su diversi quotidiani, che l’aumento del costo del denaro non doveva turbare gli animi più di tanto, perché la manovra è stata avviata e proseguirà ancora per combattere l’inflazione. Ha aggiunto in prosieguo che il sistema Italia è solido e può sopportare tranquillamente l’accresciuto onere del costo del denaro. Tolte dal contesto, le affermazioni ora riportate potrebbero essere anche prese per buone a scatola chiusa. La realtà offre la visione di uno scenario sostanzialmente diverso. Più precisamente, il Paese non era in buone condizioni economiche e finanziarie già tre anni fa, quando ha iniziato a prendere forma la corsa a ostacoli che lo avrebbe condotto fino all’ attuale situazione di incertezza del futuro non comune. Quindi è come se una qualsiasi malattia infettiva avesse colpito un soggetto già in condizioni di salute più che debilitato. La degenza si sta protraendo a dismisura e la fine è incerta se e quando dovesse esserci. Senza omettere di ricordare che a marzo la Bce, per bocca della Presidente Lagarde, ha fatto sapere che aumenterà di un altro mezzo punto il tasso di interesse dell’euro. Aggiungendo che, anche allora, la corsa al rialzo di quella moneta non sarà ancora giunta al traguardo. Sarà molto interessante ascoltare allora i commenti del primo inquilino di Palazzo Koch. Per ora converrà spostare l’attenzione su quel lavoratore del supermercato e gentile consorte. Oltre agli inevitabili ulteriori sacrifici da affrontare, di cui quella coppia, come tante altre simili, sta provando a farsi una ragione, li turba anche altro. Precisamente il fatto che, da fonti attendibili, hanno appreso che, a causa dell’innalzamento del costo del denaro, la proprietà della catena della grande distribuzione dove entrambi lavorano, ha deciso di rimandare a tempi migliori i programmi di investimento che già erano pronti per essere cantierati. Un’altra notizia, ancora più allarmante, ripetuta sotto voce quasi per scaramanzia, piena zeppa di verbi al condizionale, sta facendo gelare il sangue nelle vene a cassieri e addetti ai banchi: la riduzione degli occupati causa la contrazione del volume delle vendite. Continuando a conversare nel dopolavoro, il dipendente della Gd, oramai contornato da un nugolo di colleghi di sventura causata dalla stretta della morsa degli interessi, si chiedeva se fosse il caso di dare incarico a quel capostazione affinché chiedesse al Governatore della Banca d’Italia come cucinare l’ inflazione per metterla in tavola per tutta la famiglia. É pur vero che a Carnevale ogni scherzo vale, ma lo è altrettanto che c’è un limite a tutto. Al momento, quello del disagio che mal si concilia con una società0 evoluta qual è quella italiana, sta per essere superato pericolosamente.
Si salvi chi può, da prendere come un consiglio e non come l’ affermazione che dopo questa congiuntura negativa, può arrivare anche un altro diluvio universale. Alle generazioni che si apprestano a scendere in campo un sincero in bocca al lupo. Ne avranno bisogno.