Il Bazar delle Follie vende, “chiavi in mano”, monumenti – parchi scientifici, tecnopoli e altri – alzati all’innovazione. La sola regione Emilia Romagna spenderà 56 milioni per gli edifici del suo Tecnopolo bolognese. E che dire di gare, giurati, esperti di business plan, consulenti a vario titolo, imprenditori di successo e tanti altri protagonisti del musical Startup Italy? Ebbene ciò che va detto è che la compagnia di giro è tutto, tranne che rinascimentale. Tra pubblico impiego e corporazioni, i personaggi del musical recitano con la lingua di legno, mostrando quanto sclerotizzato sia il linguaggio burocratico- corporativo. Le idee risvegliano il mondo, lo fanno rinascere; esse sono, insomma, rinascimentali. “Qualunque cosa si dica in giro, parole e idee possono cambiare il mondo” – così esclamava Robin Williams, il grande interprete del film “L’attimo fuggente” (1989). A partire dal suo lavoro seminale del 1986, tre anni prima di quel film, l’economista Paul Romer ha spiegato che grazie alla non rivalità delle idee – il fatto, cioè, che l’uso che una persona fa di un’idea non impedisce a un’altra di farne un altro uso: come dire, per esempio, “io uso la tua idea in un campo diverso dal tuo” – le innovazioni che da esse scaturiscono permettono all’economia di liberarsi dalle catene dei rendimenti decrescenti per cui al raddoppio degli input l’output cambierebbe meno che proporzionalmente. Facendo leva sulle idee, i rendimenti crescenti (produrre più che proporzionalmente con la quantità di input che va nel processo produttivo) modificherebbero il mondo economico in meglio perché aumenterebbero i livelli materiali di vita. A far muovere il mondo sono, dunque, le idee e non gli oggetti. Il mondo non è più costretto tra scarsità delle risorse e limiti alla crescita. Al contrario, è un terreno di gioco per opportunità quasi illimitate, in cui nuove idee creano nuovi prodotti, nuovi mercati e nuove possibilità di produrre ricchezza. Ci sono momenti nella storia dell’umanità in cui le idee, le più culturalmente diverse le une dalle altre, appaiono come dei fili che intrecciano storie e progetti con forti ricadute sui tessuti sociali ed economici. Incontrarsi, connettersi, combinarsi e anche cozzare tra loro: l’intersecarsi delle idee artistiche, scientifiche, imprenditoriali, politiche è il frutto di quel processo creativo che prende il nome di “ideazione”. Un processo innescato da quel fenomeno sociale che Frans Johansson ha chiamato “effetto Medici”, risalendo al ruolo propulsivo dell’innovazione a tutto campo attribuito alla celebre casata di banchieri e signori di Firenze – i Medici. In effetti, nella Firenze medicea l’ideazione compie l’intero suo ciclo: dalla generazione dell’idea alla sua realizzazione che, come direbbe Paul Romer, si presenta in guisa di ricetta migliore rispetto a quelle fino a quel momento prodotte. Il Rinascimento d’ispirazione medicea dimostrò quanto rilevante fosse il ruolo dei leader delle città – i Signori di quel tempo – nel tracciare le nuove tendenze e nello scoprire i talenti dalle cui idee originali sarebbero scaturite le ricette per un mondo migliore. Viviamo ora nel tempo in cui le grandi migrazioni unite alla mobilità internazionale dei nomadi della conoscenza prospettano un futuro all’insegna del primato delle città dove entro il 2050 si concentrerà la maggioranza della popolazione mondiale. Pare quindi che ancora una volta dipenderà dalla qualità delle leadership cittadine l’apparire o meno all’orizzonte delle città un fenomeno paragonabile a quello che da Firenze si propagò nei centri urbani dell’Europa di allora. La compagnia del musical Startup Italy farà bene a cambiare rappresentazione e linguaggio.