Cina, la settimana si apre con nuove significative perdite (oltre il 5%)

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Il punto. Borsa italiana in recupero: il Ftse Mib segna +0,72%, il Ftse Italia All-Share +0,61%, il Ftse Italia Mid Cap -0,22%, il Ftse Italia Star -0,38%. 

Mercati azionari europei in verde: DAX +0,7%, CAC 40 +0,7%, FTSE 100 +0,1%, IBEX 35+0,9%. Future sugli indici azionari americani in rialzo dello 0,4-0,5 per cento.
Le chiusure della seduta precedente a Wall Street: S&P 500 -1,08%, Nasdaq Composite -0,98%, Dow Jones Industrial -1,02%.
Tokyo oggi è rimasta chiusa per festività (chiusura precedente del Nikkei 225 a -0,39%).
Le borse cinesi accelerano nuovamente al ribasso: l’indice CSI 300 di Shanghai e Shenzhen termina a -5,03%, a Hong Kong l’Hang Seng a -2,76%.
Euro contro dollaro in calo dal massimo dal 29/12 toccato nella notte a 1,0970. EUR/USD al momento oscilla in area 1,0880.
Inizio seduta debole per l’obbligazionario eurozona. Il rendimento del BTP decennale rispetto alla chiusura precedente è in rialzo di 4 bp all’1,56%, quello del Bund sale di 2 bp allo 0,54%. Lo spread è in rialzo di 2 bp a 102. 

Borse asiatiche
La settimana si riapre con nuove significative perdite per i mercati cinesi, dopo il recupero della seduta di venerdì. Perdite che appesantiscono tutti i mercati della regione. Si salva Tokyo, ma fo9rse solo perché la Borsa nipponica rimane chiusa per la celebrazione del Seijin no hi (il Giorno del passaggio all’età adulta in cui si festeggiano i giovani che hanno raggiunto i 20 anni).

Dunque, la nuova ottava parte con perdite che superano il 3% per Shanghai e sfiorano addirittura il 5% per Shenzhen. Perdite che si sono ridotte all’1-2% nel corso della seduta per poi aggravarsi ulteriormente. A fine seduta Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 hanno perso il 5,32% e il 5,03% rispettivamente, mentre lo Shenzhen Composite ha fatto persino peggio, deprezzandosi del 6,60% (nella precedente ottava aveva perso oltre il 14%).

Tendenza ribassista che si è fatta sentire pesantemente anche aHong Kong. Avvicinandosi alla chiusura l’Hang Seng è in declino di circa il 2,5% muovendosi intorno ai minimi di due anni e mezzo (l’Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento per la Corporate China sulla piazza dell’ex colonia britannica, sfiora invece un declino del 4%).

Sul fronte macroeconomico, nessuna sorpresa dai dati sull’inflazione. Secondo quanto comunicato dall’Ufficio nazionale di Statistica, infatti, in Cina i prezzi al consumo per dicembre hanno segnato un incremento dell’1,6% annuo contro l’1,5% registrato in novembre (1,3% in ottobre), in linea con le stime degli economisti.

I prezzi alla produzione sono invece calati significativamente anche in dicembre, quarantaseiesimo mese consecutivo di declino, segnando una flessione del 5,9% come nei precedenti quattro mesi (in luglio il calo era stato del 5,4%), che resta il declino più marcato dall’ottobre del 2009. Era invece del 5,8% la flessione stimata dagli economisti.

Per quanto riguarda le valute, lo yuan continua a muoversi intorno ai minimi di oltre cinque anni sul dollaro Usa. E gran parte delle valute della regione sono in declino nei confronti della divisa americana.

I future sul petrolio perdono ulteriormente terreno (circa il 2% sui mercati asiatici), mentre l’oro continua a segnare guadagni (il metallo prezioso si è finora apprezzato di circa il 4% da inizio anno).

E le materie prime hanno appesantito la piazza di Sydney, l’S&P/ASX 200ha chiuso con un declino dell’1,17% ma era arrivato a perdere oltre il 2% trainato al ribasso dai settori di materie prime ed energia (in flessione di circa il 3%). Peggior titolo della seduta è stato quello di Austal, costruttore di navi da guerra, che ha perso oltre il 17% sull’uscita a sorpresa del chief executive Andrew Bellamy.

In intra day la piazza australiana è scivolata ai minimi di due anni e mezzo. Negativa anche la seduta di Seoul, con ilKospiche perde l’1,19% a fronte del declino dell’1,62% di Samsung Electronics, i cui dati preliminari relativi all’ultimo trimestre dell’anno si sono rivelati deludenti.

Borsa Usa
Dow Jones e S&P 500 mai così male nella prima settimana dell’anno. I due indici hanno chiuso la prima ottava del 2016 rispettivamente con un -6,2% e con un -6%. Il Nasdaq Composite ha fatto peggio (-7,3%). 
Nella seduta di venerdì il Dow Jones ha lasciato sul terreno l’1,02%, l’S&P 500 l’1,08% e il Nasdaq Composite lo 0,98%.

Sui mercati continuano a pesare il possibile rallentamento dell’economia cinese e il crollo del prezzo del petrolio. L’ultima seduta della settimana era partita con il piede giusto grazie alla pubblicazione dei dati occupazionali. Nel mese di dicembre i nuovi posti di lavoro, nei settori non agricoli, sono aumentati di 292 mila unità. Il dato è stato nettamente superiore alle attese degli analisti che si aspettavano una crescita di 200 mila impieghi. Rivista al rialzo la rilevazione di novembre a 252 mila impieghi dai 211 mila precedenti. Il tasso di disoccupazione si è attestato al 5%, in linea con le attese e con la rilevazione precedente. Invariato invece il salario orario medio a fronte di una crescita attesa dello 0,2% su base mensile.

Europa
Le principali Borse europee hanno aperto la prima seduta della settimana poco mosse. Il Dax30 di Francoforte guadagna lo 0,05%, il Cac40 di Parigi lo 0,11%. Sotto la parità il Ftse100 di Londra (-0,2%) e l’Ibex35 di Madrid (-0,05%). 
Nonostante il nuovo crollo della Borsa di Shanghai (-5,3%) i listini del vecchio continente provano a rimbalzare dopo i forti cali della prima seduta dell’anno. L’Istituto Nazionale di Statistica spagnolo ha comunicato che la produzione industriale in Spagna in novembre è cresciuta del 4,2% rispetto allo stesso periodo del 2014 dal +4,1% a/a registrato a ottobre. Gli analisti avevano stimato un incremento della produzione industriale del 3,8% su base annuale. Più tardi, alle 10,30 ora italiane, sarà comunicato l’indice di fiducia dei investitori della zona euro (sentix) di dicembre. 

Italia
Piazza Affari chiusura della settimana, venerdì scorso, senza scossoni. L’ottava si è chiusa con l’indice Ftse Mib a quota 19.869 punti, in calo dell’1,58% rispetto ai livelli della vigilia e con un saldo settimanale di oltre -7%.

A calmare le acque sui mercati ha contribuito il rimbalzo del 2% della Borsa cinese dopo la decisione delle autorità cinesi di annunciare la sospensione del Circuit Breaker, la norma è entrata in vigore a inizio 2016 che prevede la sospensione delle contrattazioni per tutta la seduta per variazioni di un indice cinese di oltre il 7%.

Dal fronte macro riscontri decisamente oltre le attese dai dati del mercato del lavoro statunitense relativi al mese di dicembre, con le non farm payrolls salite più del previsto (+292 mila, consensus era +200 mila).

Tra le blue chips milanesi sono scese le due big bancarie Intesa Sanpaolo e Unicredit, entrambe dello 0,34%. Ancora in affanno i testimonial del settore oil (-3,80% Tenaris e –2,52% Saipem) con i prezzi del petrolio che faticano a risalire dai minimi pluriennali a cui sono scivolati nelle scorse sedute.

Tra i peggiori all’interno del Ftse Mib si segnala Stmicroelectronics (-4,45%%) che paga la rinnovata debolezza del settore e i deludenti riscontri arrivati da Samsung con profitti operativi saliti meno delle attese di mercato nel quarto trimestre dell’anno. Inoltre gli analisti di Barclays hanno tagliato il prezzo obiettivo su Stm da 7,1 a 6,4 euro (rating equal weight confermato). La casa d’affari britannica ha rivisto al ribasso le proprie previsioni in merito ai possibili risparmi sui costi nel 2016 e 2017 e pertanto le stime di Eps per il 2016 sono scese del 13% e quelle sul 2017 del 6%. In calo anche FCA (-4,11%) che paga il taglio di raccomandazione deciso da Sociétè Generale che ha rivisto il giudizio a sell rispetto al precedente neutral. Il prezzo obiettivo è stato aggiornato a 7,8 euro a seguito dello scorporo di Ferrari, che in chiusura conquista la maglia nera del FTSE Mib perdendo il 6,05%.

I dati macro attesi oggi
Lunedì 11 gennaio 2016

09:15   CHF    Vendite al dettaglio (Annuale)  
14:15   CAD    Nuovi cantieri edili residenziali          
16:30   CAD    Sondaggio sulle prospettive d’affari della BOC                                 
18:40   USD    Discorso del Membro del FOMC Lockhart