Il Rasputin del Cremlino all’attacco del Governo italiano

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in foto Dmitri Medvedev con Vladimir Putin

Il Cremlino non si smentisce in nessuna occasione: al suo interno accade di tutto e, se fosse possibile, anche altro.
Uno dei tanti Sir Biss – il serpente che nel cartone animato Robin Hood di Walt Disney è il consigliere infido di Re Giovanni d’Inghilterra – che fanno da spalla a Putin, è tale Medvedev. Meteora della galassia di faccendieri con segni distintivi di apprendisti zar del tutto improbabili che sono succeduti a Gorbacev, ha tentato di brillare ancora almeno per una volta. Lo ha fatto apostrofando un intervento del Ministro della difesa Crosetto sui fatti di Kiyv. L’astronomia insegna che quei corpi celesti, dopo l’ultimo bagliore, del tipo canto del cigno, sprofondano nel nulla cosmico. L’augurio è che succeda, a breve, altrettanto a chi si è azzardato a imitare quel fenomeno astrale. Il Rasputin mal riuscito di cui innanzi ha replicato a distanza al ministro della difesa italiano dandogli dello sciocco, rincarando a seguire la dose. Oltre che pregno “di servo encomio” verso Putin e di “codardo oltraggio” verso Crosetto, Medvedev si è reso, più di quanto già non lo fosse, oltre che patetico, anche miserevole agli occhi del mondo. A seguire i fatti, seppure in stretta sintesi.
Il ministro della difesa tricolore ha affermato ufficialmente che per il Paese, come per la EU, è doveroso aiutare anche con l’invio di armi l’ Ucraina. Per tutta risposta, buttandola sul personale, l’orso russo sotto spoglie umane lo ha chiamato “sciocco”, aggiungendo anche “di rara grandezza”. Una premessa: l’orso a quattro zampe non ha mai brillato per acume, tante favole lo caratterizzano appunto con goffaggine e scarsa vivacità mentale. Quello in piedi quindi, dal punto di vista della forma, con la sua uscita ha aggiunto niente o quasi sulla sua persona. Crosetto, da buon italiano, gli ha risposto mettendosi più di una spanna sopra di lui. Ha detto infatti che è disposto a accettare quella definizione di se, pur pensando, come dicono in campagna: “chi mi cita..!” o come penserebbe il parroco del villaggio: “da che pulpito viene la predica..!” Aggiungendo subito che, di conseguenza, sarebbe stata condizione necessaria e sufficiente che quel plantigrado fuori posto e la sua combriccola di “Amici della Vodka”, si fossero seduti a un tavolo insieme ai loro corrispondenti di Kiyv per disporre immediatamente almeno il cessate il fuoco. Nel Molise, in situazioni del genere, sono soliti affermare sconsolati: “se dici di essere campana, allora suona!”, sapendo che è impossibile. In effetti, allargando per un attimo la visuale, si capisce che quel portavoce russo delirante, reagendo come ha reagito a un comportamento ispirato dal buon senso del suo interlocutore italiano, seppure solo per tabulas, ha dimostrato che Roma ha toccato ben altro nervo scoperto di Mosca. Proprio nelle stesse ore di quella querelle, la Premier Meloni stava ritornando a Roma proveniente da Tripoli.
In quella città, così hanno commentato la sera stessa al dopolavoro, insieme al presidente dell’Eni De Scalzi, la stessa ha rotto due uova nel piatto. Ha cioè aiutato quel grand commis a concludere un altro importante accordo con l’ente statale omologo di quel paese che prevede anche la fornitura di gas al Paese in quantità più che considerevole. Particolare importante la durata di quell’intesa: 25 anni. Si aggiunga che l’Italia diventerà a stretto giro l’hub europeo per la distribuzione del gas naturale africano e si può capire il successo della due giorni libica di quelle alte cariche italiane in trasferta. Solo per andare un pò più in la con il pensiero, si provi a immaginare i riscontri positivi che verranno al Paese in termini di investimenti e occupazione per l’adeguamento delle infrastrutture alle esigenze derivanti dalla nuova situazione. Poiché la moltiplicazione dei pani e dei pesci non è un episodio di routine, il gas della steppa che non arriverà più in Europa che fine farà? Non basteranno Cina e India, almeno nell’immediato, a fare da vaso di espansione. Tutto ciò tenendo presente che il grosso delle entrate del Cremlino viene dalla vendita di idrocarburi. Solo per colore si può aggiungere che i pifferi della montagna scesero a valle per suonare e furono suonati. Nei primi anni ’80, in un film che ottenne un buon successo, un ragazzo che oggi sarebbe definito “speciale” di nome Forrest Gump, come il titolo del film, risponde a chi lo affronta come non si dovrebbe fare mai, con: “stupido è chi lo stupido fa”. L’ augurio è che, se non ha ancora visto quel film, Crosetto lo faccia ora. Dopodiché, per via telematica e non diplomatica, a scanso di più che probabili equivoci, ne mandi una copia a Medvedev. Non dimenticando di aggiungere la raccomandazione di farne un uso corretto. Concludendo, infine, da buon italiano, con la sua firma preceduta da “cordialmente”.
La classe non è acqua.