Antartide, trenta anni di campagne della Parthenope: così è nata la scuola italiana di oceanografia polare

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di Claudio Quintano*

(Una ripassata degli eventi legati alla nascita e all’affermarsi della ricerca italiana in Antartide con il collega emerito professor Giancarlo Spezie mi è stata utile per la composizione del testo).

Con l’ingresso dell’Italia nel Trattato Antartico nel 1985 nasce il Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (Pnra) che annovera da subito alcuni studiosi dell’Ateneo (allora Istituto Universitario Navale). Le prime spedizioni ebbero carattere prevalentemente logistico per la costruzione della nuova Base in Baia Terra Nova nel Mare di Ross e per la programmazione e preparazione delle future spedizioni a carattere scientifico su molti settori delle scienze della Terra. In questo periodo la nostra presenza si caratterizzò con il coinvolgimento di un gruppo di giovani ricercatori guidati dal professor Lorenzo Mirabile che mise a punto un sofisticato sistema di navigazione integrata per zone polari. Da tener presente che in quel tempo non erano operativi sistemi satellitari per la copertura delle comunicazioni nelle zone polari. Dal 1990 prende corpo l’attività del gruppo di Oceanografia del professor Giancarlo Spezie, oggi Emerito di Oceanologia alla Parthenope, che nel 1993 inizia una lunghissima attività di ricerca con il progetto CLIMA tuttora in corso (in questo anno, 2023, sarà celebrato il trentennale a Napoli) per studiare il ruolo dell’Antartide nel sistema climatico globale alla luce dei cambiamenti ancora in atto. In particolare, il progetto focalizza la localizzazione delle sorgenti di acque superfredde, la loro formazione e diffusione in tutti gli oceani del pianeta per contrastare gli eccessi di calore che si attivano per effetto del continuo e progressivo aumento dei gas serra.

Una fucina di giovani ricercatori
Nasce così una vera e proprio scuola italiana di oceanografia polare, una fucina di giovani ricercatori che ancora oggi si formano alternandosi con le spedizioni scientifiche che annualmente si effettuano in Antartide. Per la nostra Università costituisce un fiore all’occhiello della ricerca oceanografica a livello internazionale, che ha visto come continuatore di oggi, il suo allievo Giorgio Budillon
che nella tradizione del professor Giancarlo Spezie  ha dato l’esempio di adeguare, in questo difficile campo, le competenze che si richiedono ad una siffatta ricerca che diventa sempre più evoluta e fine. Erano i tempi in cui l’ancòra Istituto Universitario Navale, col Rettore, professor Gennaro Ferrara, contava due Facoltà quella di Scienze Nautiche (a cui appartenevano gli oceanologi) presieduta dal professor Antonio Pugliano e l’altra, di Economia Marittima che ebbi l’onore di presiedere personalmente. Ma sono ormai lontani i tempi quando con le prime spedizioni si partiva da pionieri per tre o quattro mesi senza contatti con il mondo, salvo alcuni sporadici momenti attraverso ponti radio in difficili situazioni. Anche per un rapido scambio di auguri nel periodo natalizio si concentravano alla sede di Via Acton i congiunti dei ricercatori in Antartide (una sola volta mi trovai a partecipare allo scambio degli auguri anche io) attivando un ponte radio in modo che a turno e per alcuni secondi, si sentivano le voci dei propri affetti. Seguì le orme del Maestro Giancarlo Spezie, il professor Giorgio Budillon, dando un’ulteriore e significativa spinta all’internazionalizzazione dell’Ateneo 

(da Repubblica Napoli di oggi 23 01.2022) “Laura Fortunato, della provincia di Napoli (Soccavo), 25 anni è una biologa marina che ha deciso di proseguire le sue ricerche in un campo di ricerca molto diverso ed affascinante, l’oceanografia. È l’unica italiana della spedizione a bordo della nave rompighiaccio Agulhas II, una delle unità oceanografiche più moderne. Dottoranda in Fenomeni e Rischi Ambientali (Feria) all’Università Parthenope di Napoli, sta svolgendo attività di ricerca sul campo nell’ambito del progetto “Access” dello stesso Ateneo nell’ambito del Programma nazionale di ricerche in Antartide (Pnra), finanziato dal ministero dell’Università e Ricerca (Mur), gestito dall’Enea per la pianificazione logistica e dal Consiglio nazionale delle Ricerche (Cnr) per la programmazione scientifica. Il progetto “Access” è coordinato da un’eccellenza napoletana, Yuri Cotroneo, espressione dell’università Parthenope, e svolto in collaborazione con l’Università di Cape Town ed altri partner europei. “Access” acronimo di Antartic Circumpolar Current Eddies Survey and Simulations.,……. L’obiettivo di Laura e del suo team è quello di studiare la dinamica e le caratteristiche dei cosiddetti “eddy di mesoscala” generati dalla corrente circumpolare antartica a sud dell’Africa”….. La bravura di Laura rinforza la presenza femminile nella ricerca in rosa e italiana, unica nel team internazionale di finlandesi, tedeschi, inglesi e sudafricani”.

*già Rettore dell’Università degli Studi di Napoli Parthenope (2010 2016)