Giornata della Memoria, Fondazione De Felice: incontro con Adachiara Zevi e le architetture che raccontano

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in foto: ricollocazione delle pietre d'inciampo in via Madonna dei Monti a Roma. Si riconoscono Adachiara Zevi, Riccardo Di Segni e Gunter Demnig

In occasione della Giornata Internazionale della Memoria, venerdì 27 gennaio alle ore 17.30, per la sesta edizione de “I Musei della Memoria, architetture che raccontano”, la Fondazione Ezio De Felice presenta (nella sua sede di Palazzo Donn’Anna, a Napoli) l’incontro Monumenti per difetto, dalle Fosse Ardeatine alle Pietre d’Inciampo”.
Sarà ospite d’eccezione Adachiara Zevi, architetto, storica dell’arte e Presidente della Fondazione Bruno Zevi, da sempre impegnata nella ricerca della cultura ebraica e nello studio del rapporto arte-architettura.
Dopo i saluti di Marina Colonna, Presidente della Fondazione Ezio De Felice, e Michelangelo Russo, Direttore DiArc Università degli Studi di Napoli Federico II, l’incontro con Adachiara Zevi sarà introdotto da Angela Tecce storica dell’arte, Presidente Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee – Museo Madre.
L’appuntamento sarà aperto dal Coro Giovanile Le Voci del 48 diretto da Salvatore Murru a cura del Centro di Musica Antica Pietà dei Turchini.
Partendo dal suo libro pubblicato da Donzelli (Monumenti per difetto, dalle Fosse Ardeatine alle Pietre d’Inciampo, 2014), Adachiara Zevi proporrà una riflessione sui rapporti tra architettura e memoria, prendendo in esame alcuni casi esemplari di monumenti, musei e memoriali che si distinguono per qualità e originalità urbanistica, architettonica e artistica.
Il punto di partenza è il capolavoro del Mausoleo delle Fosse Ardeatine a Roma, frutto del primo concorso nella Roma liberata, dove per la prima volta il monumento si configura non come oggetto da contemplare ma come percorso «da agire».
Il passo successivo è il Memoriale agli ebrei uccisi in Europa, progettato da Peter Eisenman nel cuore di Berlino che registra il passaggio decisivo dal monumento come percorso al monumento come brano di città.
Il manifesto dei monumenti che scompaiono è invece la colonna di piombo innalzata ad Amburgo nel 1986 da Jochen Gerz ed Esther Shalev e inabissatasi dopo sette anni grazie alle firme dei visitatori sulla colonna.
Le Pietre d’Inciampo ideate da Gunter Demnig costituiscono un passo ulteriore e rappresentano l’intuizione del “memoriale diffuso”, un enorme mosaico della memoria europea le cui tessere sono le decine di migliaia di sampietrini collocati davanti alle abitazioni dei deportati. Una gigantesca mappa europea della memoria in continuo divenire.
“Sono convinta che l’arte giochi un ruolo fondamentale per evitare che la memoria s’isterilisca in formule, cerimoniali, buoni propositi, routine celebrativa – ha affermato Adachiara Zevi in un’intervista apparsa recentemente sul Giornale dell’Arte  –. Le Pietre d’Inciampo… non sono monumentali, anzi sono praticamente invisibili, sono in divenire perché il loro numero dipende ogni anno dai parenti dei deportati che ne fanno richiesta, consentono di ricordare il passato non in una data comandata ma quotidianamente, quando si esce dal portone di casa, quando si cammina per la strada, quando uno meno se lo aspetta. Sono affidate alla scrittura, il più concettuale dei mezzi di espressione, che informa con distacco, senza spaventare o inorridire, il destino di persone come noi, prelevate brutalmente dalle loro case, dall’affetto dei loro cari, nell’indifferenza dei vicini, e inghiottite nell’orrore dei campi di sterminio. A loro Gunter Demnig restituisce un nome, una dignità di persone, riportandole nelle loro case. È un progetto geniale che attrae molto i giovani, anche i giovanissimi”.
L’evento è organizzato in collaborazione con il DiArc, Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e l’Ordine degli Architetti PPC di Napoli e Provincia.

I Musei della Memoria
La Fondazione culturale Ezio De Felice, che svolge e promuove attività di studi e ricerche nel campo della conservazione e della museografia, organizza dal 2017 “I Musei della Memoria, architetture che raccontano“, ciclo di conferenze a cadenza annuale, invitando i protagonisti dell’architettura internazionale in occasione della ricorrenza del 27 gennaio. L’obiettivo è quello di articolare un percorso che analizzi quelle strutture museali che già nella loro espressione architettonica, prima ancora che nel percorso didattico/espositivo, annunciano ed anticipano temi che poi all’interno vengono articolati e sviluppati dall’allestimento museale e dagli spazi espositivi. “Architetture che raccontano”, per l’appunto, che ricorrono ad un linguaggio simbolico/educativo già dall’esterno recuperando il valore iconico dello spazio costruito, vocazione appartenuta alle architetture del passato e che oggi rischia di essere dimenticata. Dal 2017 sono stati ospiti: Andrea Wandel della Trier University of Applied Sciences che ha presentato il Judische Center di Monaco di Baviera, Paolo Coen dell’Università degli Studi di Teramo ha illustrato l’architettura di Moshe Safdie a Yad Vashem a Gerusalemme, Andràs Palffy della Technische Universität Wien ha presentato il progetto dello studio Jabornegg & Palffy del Museum Judenplatz a Vienna, Jacques Gubler, Guido Morpurgo e Annalisa De Curtis hanno raccontato il Memoriale della Shoah di Milano, Elena Montanari con la presentazione su I BBPR e il museo-monumento al deportato politico e razziale nei campi di sterminio nazisti di Carpi.

Tra arte, architettura e impegno contro le discriminazioni
Nata a Roma, architetto e storica dell’arte, ha insegnato Storia dell’arte nelle Accademie di Belle Arti di Macerata, Firenze, Bologna, Milano, Palermo e Napoli. Figlia di Tullia e Bruno Zevi, non ha mai abbandonato il campo di ricerca legato alla cultura ebraica, ereditato dalla madre, e lo studio del rapporto arte-architettura, di discendenza paterna.
Compie studi classici e nel 1976 si laurea in Architettura all’Università di Roma “La Sapienza”. Consegue successivamente il diploma di perfezionamento in Storia dell’Arte contemporanea presso il Dipartimento di Storia dell’Arte dell’Università di Bologna con una tesi su Le Corbusier pittore e scultore. Amplia quindi la sua formazione storico-artistica frequentando l’Università Internazionale dell’Arte di Firenze, diretta da Carlo Ludovico Ragghianti, dove si diploma con uno studio sull’impiego del computer nella lettura delle opere d’arte. Tra il 1987 e il 1988 è a New York per una borsa di studio Fulbright presso la Columbia University.
All’attività accademica affianca da sempre l’impegno storico e critico seguendo con continuità il lavoro di artisti italiani e internazionali come Enrico Castellani, Jannis Kounellis, Dan Graham, Sol Lewitt, di cui cura mostre, cataloghi e studi monografici. L’attenzione particolare rivolta alla relazione tra arte e architettura informa, dal 1989 al 2005, Spazi/Arte, rubrica dedicata alle arti visive sulla rivista mensile “L’architettura – cronache e storia” (RCS, Milano). Nel 2000 pubblica Arte USA del Novecento (Carocci Editore, Roma). Dal 2002 cura la biennale internazionale Arteinmemoria nelle rovine della Sinagoga di Ostia Antica. Nel 2006 pubblica Peripezie del dopoguerra nell’arte italiana (Einaudi, Torino). Collabora dal 1987 al 2011 al Corriere della Sera e dal 2012 a Pagine Ebraiche. Dal 2000 al 2006 ha diretto la collana “Arte” dell’Universale di architettura, testo&immagine, Torino. Dal 2002 è presidente della Fondazione Bruno Zevi per cui realizza convegni, mostre, pubblicazioni e cura il Premio annuale, riservato ai dottorandi, per un saggio storico-critico sull’architettura. Nel 2010, in occasione del Giorno della Memoria, cura il progetto Memorie d’inciampo: per la prima volta in Italia, l’artista tedesco Gunter Demnig installa a Roma 30 “pietre d’inciampo” davanti alle abitazioni di deportati razziali, politici e militari. Nel corso delle otto edizioni successive (2011- 2018) le pietre raggiungono il numero di 311. Nel 2011 è nominata consulente scientifico del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah (MEIS) di Ferrara. Nel 2012 fonda l’Associazione Arteinmemoria di cui è presidente. Nello stesso anno cura la mostra di Gaetano Pesce Omaggio a Bruno Zevi anticlassico alla Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea di Roma e la mostra Sol LeWitt: l’artista e i suoi artisti al Museo Madre di Napoli. Nel 2014, in occasione del settantesimo anniversario dell’eccidio alle Fosse Ardeatine, pubblica Monumenti per difetto. Dalle Fosse Ardeatine alle pietre d’inciampo (Donzelli, Roma). Dal 2017 è Advisor presso la American Academy in Rome e nel 2018 è insignita del Cavalierato dell’Ordine al Merito della Repubblica Federale di Germania.