Cinema in lutto, muore Silvana Pampanini. Recitò anche con Totò

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Bellissima, tanto da diventare Miss Italia a furor di popolo e a dispetto della giuria, spiritosa in tante commedie ma anche nella vita, grande attrice e donna di carattere che resistette alle lusinghe di Hollywood per preferire il cinema francese. Silvana Pampanini, morta oggi a Roma, aveva 91 anni, ed era stata un’incona del fascino italiano assieme a Lucia Bosè e a Silvana Mangano, nei ruggenti anni ’50 che sul grande schermo proiettava le firme di registi come Monicelli, Germi, Comencini, De Sentis, Steno. Con loro e con tanti altri lavorò la Pampanini, lanciata proprio dal concorso nazionale di bellezza che vinse nel 1946. L’aveva iscritta, a sua insaputa, una sua insegnante e furono le ovazioni della platea a imporre alla giuria di proclamarla vincitrice ex aequo con Rossana Martini, che era stata appena incoronata. L’esordio cinematografico in quello stesso anno, con il dimenticato “L’apocalisse” di Giuseppe Maria Scotese. Ne nacque una carriera brillante tanto che nel 1949 era già protagonista di cinque film giranti quell’anno. Tra i questi, “I pompieri di Viggiu'” di Mario Mattoli, che la consacrò come star italiana. Tra i suoi partner sul grande schermo, Vittorio De Sica, Amedeo Nazzari, Marcello Mastroianni, Rossano Brazzi, Massimo Girotti, e poi i grandi comici a cominciare da Totò e Peppino De Filippo, e poi ancora Nino Taranto, Carlo Dapporto, Renato Rascel e Alberto Sordi, che firmò il suo ultimo film: “Il Tassinaro”. In quella pellicola del 1983, Silvana Pampanini appare per l’ultima volta sullo schermo, nella parte di se stessa, dopo 12 anni di assenza dal set, senza paura di mostrare le rughe. Come aveva goà fatto da giovane, quando si fece invecchiare di 30 anni per un’irresistibile gag di “Un giorno in pretura”.

Il grande rifiuto a Hollywood
Protagonista anche del jet-set, Silvana Pampanini ebbe anche moltissimi flirt. Tra i suoi amori, il regista Orson Welles, i divi hollywoodiani Tyrone Power e William Holden, Omar Sharif, il re Faruq d’Egitto, il principe afghano Ahmed Shah. Nonostante la notorietà internazionale e gli amori con stelle del cinema americano, Silvana Pampanini non approdo’ mai negli studios di Hollywood, per restare invece in Europa, e specialmente in Francia, dove recito al fianco din Jean Gabin, Jean-Pierre Aumont, Henri Vidal. Una delle oltre 60 pellicole in cui ebbe un ruolo, fu candidata all’Oscar come miglio film straniero nel 1956, “La strada lunga un anno”, di Giuseppe De Santis, che non vinse l’Academy award ma si consolò con il Globo d’oro. Lei, però, la bellissima Silvana, non ricevette mai un premio importante. Non se ne fece un cruccio, e si considerò sempre una grande artista, tanto da immaginare nell’autobiogrtafia “Scandalosamente perbene”, uscita nel 1966, suoi dialoghi con i poeti Garcia Lorca, Neruda e Prevert. Al cinema, la Pampanini uni’ sempre l’impegno anche in televisione, dalle prime trasmissioni Rai del 1951 alle soap made in Italy di Mediaset agli interminali pomeriggi nel salotto di “Domenica in”. Dove però dovette annoiarsi perchè abbandonò il divanetto della Venier dopo un paio di mesi.