Lo spettacolo di fine anno del Governo

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Se fosse capitato ai francesi, avrebbero definito un tour de force quello a cui, in questa fine d’ anno, tocca assistere agli Italiani.

Ancora una conferma che non c’è due senza tre. Gli italiani avevano appena finito di seguire attentamente la lunga serie di incontri di calcio nel girone valido per la Coppa del Mondo. Dopodiché hanno dovuto fare una non stop dello stesso genere, anche se solo per qualche giorno, per la diretta di Telethon perché a Natale si deve essere più buoni. Per completare il triduo, gli stessi si sono fatti, almeno in parte, coinvolgere nella maratona che i podisti che governano il Paese stanno correndo: l’ approvazione della legge di bilancio. Potrebbe sembrare un assurdo ma non lo è, neppure una commedia degli equivoci, almeno avrebbe fatto ridere. Quella stessa, per i politici della prima Repubblica si sarebbe potuta incasellare tra le questioni di ragion di stato ove ne fossero ricorsi i presupposti. Invece oggi va assumendo, perché non è finita e non si può considerare ancora cosa fatta, la conformazione di una rivista, peggio di un avanspettacolo da circolo ricreativo di borgata di tanti anni fa. Senza che tanto voglia somigliare alle predizione di Cassandra. Lorsignori, come avrebbe definito Fortebraccio dalle colonne dell’ Unità quei delegati degli italiani, hanno contezza effettiva della più che delicata fase in cui il Paese reale versa ormai da troppo tempo? Sembrerebbe di no, visto che quei parlamentari circensi volano da un trapezio all’altro con una incoscienza inqualificabile, consci di averne concreta e forte probabilità di mancare la presa. Agli occhi non solo degli Italiani, ma anche di chiunque abbia rapporti in qualche modo riferibile all’economia dello Stivale, quel comportamento non depone di sicuro bene. Quando in campagna si verifica una situazione inconsueta che interessa più di una famiglia, viene designato al momento un delegato da ciascuna di esse. Insieme quel gruppo di audaci si recano dal sindaco dicendo di essere “venuti per consiglio”. Cioè per chiedergli quale comportamento adottare in relazione a ciò che turba i loro pensieri. L’esploso di tale comportamento, è che gli italiani cerchino un santo a cui far voti (non elettorali, nb.) che non trovano e che difficilmente troveranno. Sono infatti proprio i loro rappresentanti che, anche se in maniera diversa, generano quello stato di insicurezza che li fa vivere male. Per situazioni del genere ben si addice quanto scrisse Giovenale nelle sue Satire, precisamente “quis custodiet ipsos custodes”. Ovvero chi terrà a bada coloro che dovrebbero fare i castigamatti nei confronti di quanti se lo fossero meritato per aver avuto un comportamento scorretto. La risposta, peraltro scontata, potrebbe consistere nel giurare che alle prossime elezioni si cambierà registro. Altrettanto scontata sarebbe la conclusione di un più ristretto concistoro, più precisamente la constatazione che manca il materiale (umano) per ricostruire la casa diroccata (la classe politica). Anche gli abitanti del circondario, gli altri paesi della Eu, hanno problemi che non differiscono molto da quelli degli Italiani. Tutti insieme, infine, sono con il morale sotto i tacchi per quanto è accaduto a Bruxelles per mano di un emiro e dei suoi complici: corruzione a altissimo livello e sembra che la vicenda sia appena all’ inizio. È superfluo far commenti sui corrotti. Meglio fermarsi, a meno di non essere masochisti, tenendo presente che anche Babbo Natale sembra stia facendo e rifacendo i conti per stabilire se gli convenga muoversi: con quel che costa il fieno da dare in pasto alle renne..!
Per tutti vale comunque l’ invito a essere buoni e a aver fiducia. Del resto per ora altro non si può fare.