Governo, prime “crepe”. Ma Giorgia regge bene

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in foto Giorgia Meloni

Riproponiamo l’articolo di Ermanno Corsi apparso sul Roma di martedì 13 dicembre all’interno della rubrica Spigolature

di Ermanno Corsi

 Dantesca “selva oscura” o “immancabile” assalto alla diligenza? Sul primo Bilancio di Giorgia Meloni premier, una pioggia di 3 mila emendamenti (600 della maggioranza). Lo sfrondamento di tante richieste clientelari, ne ha lasciati poco più di 400 alla dialettica parlamentare. Saranno evitati, così, il Bilancio provvisorio e la paralisi della macchina-Paese. Respingendo le obiezioni della Banca d’Italia e quelle probabili della Commissione Europea, Giorgia richiama l’attenzione sulla natura politica delle spese previste e l’attenzione riservata alle categorie fragili o meno protette. Accolto il richiamo del presidente Mattarella a contrastare con forza l’evasione fiscale che supera 3 volte il Bilancio dello Stato (peraltro l’Agenzia delle Entrate -direttore Ernesto Maria Ruffini- fa notare che in 20 anni si è creato un “tesoro nascosto”, per imposte non riscosse, di ben 1.100 miliardi di euro). 

TRAGEDIA UCRAINA. Perfino Putin -definito “criminale di guerra” dal presidente Usa Biden- ritiene che “un accordo è inevitabile” (però non ferma missili, droni e razzi, con morti e devastazioni follemente pianificate). Ma quale accordo? Inutile chiederselo perché si sa: è “suo” tutto quello che ha strappato con un’aggressione proditoria condannata da tre quarti di mondo, come da voto Onu. Inoltre: severa punizione per l’Ucraina che si è permessa di non consegnarsi subito mani e piedi legati e di coraggiosamente resistere al nazista invasore. A Roma, in piazza san Pietro, Papa Francesco versa lacrime per il martirizzato popolo ucraino, mentre l’ineffabile ex premier Conte dice, con patetica pietosità, che “nella grotta il Bambino invoca la pace”. Coraggiosa tenuta di Giorgia Meloni: il Governo approva il 6° decreto di aiuti con l’invio di armi a Kiev   per tutto il 2023.

GIOVANI E LAVORO. Mentre è alle prese con le emergenze del momento e gli incontri internazionali di cui l’agenda è piena, alla premier Meloni arriva una tremenda minaccia: se togli il reddito di cittadinanza, ammazzo te e tua figlia. Intercettato l’autore, Sasha Lupo giovane siracusano di 27 anni. Pensiamo: se avesse minacciato per “un posto di lavoro”, il reato sarebbe stato meno punibile? Sicuramente no, ma in un certo modo avrebbe fatto una differenza di non poco conto. Si minaccia, invece, perché continui l’assistenzialismo di Stato per il quale il principale sostenitore, il Conte 2 volte ex premier, preannuncia sfracelli se non viene mantenuto: un “guerresco impegno” gridato nella piazza di Scampia, il degradato quartiere a nord di Napoli diventato serbatoio di voti del grillismo più demagogico e fuorviante.

MARINELLA CHIAMA. Il leader delle cravatte famose nel mondo, ha un grosso problema: nei suoi laboratori partenopei non trova dipendenti. Ai suoi appelli nessuno risponde. Lui la spiega così: giovani e meno giovani preferiscono i call-center, rispondere ai telefoni. In questo modo, però, a Napoli è sempre più a rischio la tradizione sartoriale. Non si vuole più lavorare con le mani. ”Vorrei -dice Maurizio Marinella continuatore della prestigiosa azienda di famiglia nata nel 1914- che nascesse a Napoli l’Università degli antichi mestieri”.

MEGLIO IL POSTO FISSO. Una tendenza che non va sottovalutata: è quella che emerge dal concorso della napoletana Asìa (Azienda servizi di igiene ambientale) per l’assunzione di 200 spazzini (netturbini o operatori ecologici). Pervenute on line 26.114 domande (!). Selezionati 19 partecipanti con licenza di scuola media, 169 diplomati e 12 laureati. L’età media va sui 24 anni, nelle precedenti assunzioni era di 55. Un emblematico segno dei tempi: i giovani preferiscono oggi, qualunque esso sia, il “posto fisso”. Un richiamo irresistibile: la Pubblica Amministrazione paga poco e male, ma paga. 

CONSUMI E SPRECHI. Succede anche questo: laddove il cielo è più luminoso (o più azzurro-blù), per la luce elettrica si spende di più. Da chiedersi: costo o spreco? Nel 2021 la Campania ha pagato 18 milioni e mezzo di euro per le “bollette”, prima in Italia, seguita dalla Sicilia con 11 milioni e mezzo. Le regioni dove il cielo è più oscuro, brumoso, plumbeo e meno prodigo di luminosità naturale, spendono invece molto di meno: Lombardia 7 milioni e mezzo, Friuli Venezia Giulia 3. Famiglie campane e meridionali: quand’è che cercheremo d’essere un po’ più risparmiosi?