Tasi, lo studio della Uil: Un addio costoso per la città di Napoli

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“Sarà un addio costoso quello alla Tasi per la città di Napoli”: lo sostiene, in una nota, la Uil. Secondo il sindacao, infatti, il capoluogo campano è tra nella top ten delle città italiane dove la tassa sui servizi indivisibili si paga di più. “Un funerale della Tasi con rincari”, lo definisce Guglielmo Loy ed il dipartimento delle Politiche territoriali della UIL Nazionale, che al primo posto vede città capoluogo come Torino, Roma, Siena, Firenze. In questa speciale classifica, Napoli è la nona dell’elenco con 318 euro (media costo annuo della Tasi prima casa 2015). In Italia saranno 19,7 milioni i proprietari chiamati a pagare il saldo della Tasi; mentre 25 milioni sono i proprietari di altri immobili chiamati a versare IMU e TASI. Il prossimo 16 dicembre per Tasi ed Imu, ricorda il sindacato, gli italiani verseranno quasi 12,8 miliardi di euro (24,8 miliardi di euro in totale nell’anno). Quest’anno mediamente di pagheranno 191 euro di TASI (203 nelle città capoluogo) in aumento del 9,1% (4,6% nei capoluoghi) sul 2014. Cifre ancora più alte – viene evidenziato – si hanno, poi, riguardo il saldo IMU per le seconde case: il costo medio in questo caso è di 887 euro di cui 448 da pagare con il saldo di dicembre, con punte altissime in città come Roma con 2.028 euro (saldo a dicembre 1.014 euro) e Milano con 1828 euro (saldo 914 euro) o Bologna con 1748 euro (saldo 874). A Napoli il costo IMU per la seconda casa è di 1374 euro (saldo 687). “Che ben vengano le riduzioni del carico fiscale, compresa la Tasi – dice Pierpaolo Bombardieri, commissario straordinario della UIL di Napoli e Campania – specie in una delle regioni con le tasse più alte del Paese, come la Campania e, soprattutto, quando i proprietari di un’abitazione principale sono spesso lavoratori dipendenti e pensionati”. “Così come – continua Bombardieri – è necessario assicurare ai comuni la totale copertura delle risorse per evitare di togliere una tassa per poi aumentare le altre o ridurre i servizi”. “E’ un fenomeno questo che non aiuta i territori ed i comuni, come quelli meridionali, in cui spesso i servizi alla cittadinanza sono già ridotti ‘all’osso'”, conclude il commissario straordinario della UIL di Napoli e Campania.