Cultura 2.0

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Non c’è sito, rivista o brochure di convegno sui Beni Culturali che non inneggi al nostro meraviglioso patrimonio che in qualità e quantità non ha uguali nel mondo. Bene, abbiamo tutti imparato che l’Italia, con i suoi 47, è al primo posto per siti “Patrimonio dell’umanità”, che ogni 100 Km ci sono in media 33,3 beni ( monumenti, siti archeologici,musei). Che nel meridione sono maggiori i siti archeologici e al centro nord , sempre in numero, prevalgono i beni architettonici. Tutte ottime notizie. Mentre pero’ la consapevolezza che ormai stiamo acquisendo circa le potenzialità di cio’ che abbiamo, si evolve nella capacità reale di mettere a reddito questo patrimonio, occorre predisporre l’intero territorio a diventare la giusta cornice di cotanta arte. Quante volte dai rigattieri qualche fortunato intenditore ha acquistato un brutto quadro dall’ancor piu’ brutta cornice, e dopo averlo ripulito della sporcizia e delle brutte pitture sovrapposte ha scoperto di aver acquistato un opera d’inestimabile valore? Mettiamola cosi’ : il patrimonio artistico e culturale di Napoli giace sotto una coltre di brutture ed è incorniciato da una cornice sbagliata, rozza e fondamentalmente brutta. Un insulto alla bellezza. Il turista culturalmente strutturato puo’ anche dedicare il suo soggiorno in città a guardare oltre la brutta cornice, ma è giusto? Si puo’ avvilire un opera d’arte entro una brutta cornice perché tanto gli intenditori sanno andare oltre? No, certamente no. La cornice, risistemiamo la cornice. Questa città senz’alcuna discriminazione sociale, economica, di zona o chissa’ cos’altro è afflitta da un abusivismo edilizio che non ha uguali nel mondo Non in Campania, Italia, Europa. Nel mondo. Nelle favelas le regole edilizie non ci sono, non esistono obblighi di decoro o altro. Non ci sono le regole.

Da noi si. E’ dai tempi delle restrittive prammatiche sanzioni dei Vicerè spagnoli che all’esigenza di lasciare inedificate vaste aree all’esterno ed all’interno della murazione, la spinta demografica ed il bisogno d’abitazioni risposero con fabbriche di carattere illegale e sciatto.. Le ragioni dell’abusivismo attuale non sono piu’ certamente le stesse, ma l’effetto di sciatteria ed abbandono si. La sciatteria e l’abbandono si colgono principalmente in tutti gli innumerevoli, piccoli abusi, che nella loro complessità sommano quell’enorme totale di degrado urbanistico che avvilisce l’impatto con la città. Questo è un tasto fondamentale in qualsivoglia discorso sui beni culturali. La nostra città è essa stessa un monumento e quell’enorme “IO” che sovrasta i nostri cieli ha fatto si che ognuno (“perché io…., perché le regole si, per tutti tranne che per me, che sono un caso a parte… perché..”) abbia cercato di aggiustare la realtà alle proprie personali esigenze a discapito della comunità e della città stessa. Ovviamente politiche adatte ed oculate avrebbero certamente potuto moderare il fenomeno, ma tant’è, e quindi è su questa realtà che bisogna misurarsi. Come? Aggiustando, questa volta a favore della comunità, pur nella consapevolezza che indietro purtroppo non si torna. AGGIUSTARE: Mettere o rimettere un oggetto nelle condizioni richieste per il suo buon uso o funzionamento.

Come? Rimettere Napoli nelle condizioni necessarie al suo buon funzionamento, AGGIUSTARE. Immediatamente si pensa alle strade piene di buche, da AGGIUSTARE. Ottimo. Il secondo spunto per una seria azione è pero’ dato dai palazzi le cui facciate, spesso e indipendentemente dal pregio e dall’epoca di costruzione , sono in mediocre stato conservativo. L’ultima moda lanciata in città in fatto di facciate malmesse le vuole fasciate in una texture di veli e tubi in ferro che esaltano certamente il fascino del mistero cittadino ma che ne aggiungono un ulteriore: Ma perché non le aggiustano? Ah, saperlo! Eppure proprio sulle facciate l’opera culturale di risistemazione sarebbe maggiormente premiante per la comunità. Inutile pontificare su opere faraoniche di liberazione degli edifici da verande, iniziative indipendenti degli abitanti indisciplinati, sulla auspicata pioggia di0 “fondi senza fondo” ( perché poi qualcuno dovrebbe aiutarci a risistemare qualcosa che abbiamo rovinato noi, con le nostre mani?). Se si vuole raggiungere un risultato , che AGGIUSTI sul serio ridonando almeno dignità alle nostre povere costruzioni, bisogna fare leva sulla convenienza magari economica che i cittadini, i condomini, gli abitanti avrebbero nel mettere in opera i suggerimenti degli esperti per un rinnovamento ragionato dell’ambiente cittadino. Questo popolo irriso da promesse inutili, da prospettive false come Giuda, ha bisogno di qualcosa di vero, di tangibile per farsi convincere ad una sana collaborazione. Pensate infatti a come potrebbe essere usata la Legge n. 164/14 di conversione del Dl. n. 133/14 , il famoso Sblocca Italia, proprio in quest’ambito. Uno scomputo delle tasse IMU e Tasi per i proprietari che in condominio decidessero di adeguare gli infissi o il colore della facciata a quello suggerito dagli esperti. Va là… l’ho lanciata. Un politico, ormai non più alla ribalta quotidiana, direbbe allora” che ci azzecca con i monumenti, con la cultura?” Risponderei: “ ci azzecca e come!” Se l’ambiente diventa meno ostico ed accogliente , anche la fruizione dei beni culturali diverrà piu’ accattivante. Una buona gestione del bene, fondata sulla sua corretta messa a reddito fara’ il resto.