Confartigianato, Granelli: Burocrazia è solo spreco di soldi e le Pmi non trovano manodopera qualificata

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in foto da sinistra Giorgia Meloni, presidente del Consiglio e Marco Granelli, presidente Nazionale Confartigianato (da Imagoeconomica)

“E’ necessario creare un clima di fiducia all’interno delle imprese, evitando l’introduzione di nuova e inutile burocrazia”. Così il presidente di Confartigianato Marco Granelli in Assemblea a Roma. “Non ne possiamo più di sprecare tempo e denaro – dice Granelli – a compilare moduli e a rincorrere adempimenti ridondanti”.
“E’ preoccupante che le imprese italiane non riescano a reperire il 46,4% della manodopera necessaria – rileva Granelli – una quota che supera addirittura il 60% per gli operai specializzati nel settore dell’edilizia. Riteniamo quindi necessario investire nella formazione per aumentare i livelli di occupazione femminile e giovanile, per fronteggiare il grave problema del mismatch delle competenze e della difficoltà di reperimento del personale, per contrastare l’abbandono scolastico, per combattere il fenomeno dei Neet, di cui abbiamo il primato negativo in Europa. In tale ambito rientrano le politiche sui flussi migratori. L’artigianato e la micro-piccola impresa rappresentano un’offerta di lavoro buono e inclusivo”.
“Siamo convinti che tale questione, è anche un banco di prova della solidarietà europea e deve essere affrontata con equilibrio, per contemperare rispetto dei diritti umani, sicurezza e lavoro – osserva Granelli – siamo però il Paese europeo con il maggior numero di giovani imprenditori, protagonisti di un cambio generazionale quanto mai necessario, che va sostenuto con interventi per la trasmissione di impresa e la qualità delle competenze”. Inoltre, “l’avvio di nuove imprese sul mercato è reso difficile anche per il concorso di fattori negativi quali l’invecchiamento della popolazione, la tendenza all’emigrazione da parte dei giovani più preparati, le difficoltà di gestione burocratica e organizzativa”. Per questo è “necessario tornare a politiche pubbliche, sostenute con incentivazioni stabili, che riaccreditino la necessaria cultura d’impresa, unita ad un modo completamente nuovo di intraprendere, che coinvolgano soprattutto i giovani utilizzando le leve che sono loro proprie: l’utilizzo di strumenti digitali, la possibilità di avviare un’impresa a burocrazia zero per i primi anni di vita; la possibilità di fare rete con altri per contenere i costi di avvio e condividere gli spazi di lavoro”.