Un male oscuro (ma non tanto) arma la mano di alcuni leader del mondo

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Non dovrebbero esserci dubbi sul fatto che il comportamento di Zar Putin e dei compagnucci del Cremlino abbia innescato una specie di reazione a catena. È come se avesse soffiato su focolai che covavano sotto la cenere, mai spenti del tutto e pronti a riprendere vigore alla prima occasione.
Almeno una differenza tra la Russia e le altre situazioni in qualche modo confrontabili, per buona sorte esiste. Altrove, di massima, i bollenti spiriti non si riversano sulle popolazioni dei paesi vicini, rimanendo circoscritti nei confini dei luoghi dove si manifestano. Un esempio macroscopico è l’ Afghanistan, mentre tanti altri attentati alla democrazia, simili seppur di dimensioni ridotte, da tempo scuotono soprattutto l’Africa e, in maniera pressochè sporadica, prendono forma anche in America Latina. Altrettanto valga per le isole del Pacifico, dove il colpo di stato ha sostituito ormai di tempo le normali consultazioni popolari e il diritto di voto. I vari e variopinti personaggi, maldestri autori di quei sanguinari putch, si impongono così, a mano armata, alla guida di quelle realtà sociali. Non lasciano in tal modo spazio alla popolazione per proporre chi ritenga adeguato a tenere le redini di quel paese e non chi, come quegli oligarchi da spiaggia tropicale, riveste quell’ incarico usurpato con la violenza. Così succede e succederà ancora che la violenza inneschi altra violenza, a scapito del progresso e della civiltà e, di pari passo e importanza, dello sviluppo economico e quindi sociale. Un esempio che più di ogni altro è una specie di finestra spalancata su un girone dell’ inferno è la Corea del Nord. Il dittatore di quel paese, Kim Jong-un, definito dal suo popolo con l’ appellativo più che mai inappropriato e risibile ” il Caro Leader”, domina, o meglio tiranneggia, gli sfortunati che vivono in quella realtà. Quel personaggio, sgradevole sotto ogni punto di vista, come già fatto dai familiari che lo hanno preceduto, si è attribuito una investitura di tipo dinastica, una patetica pantomima di una monarchià totalitaria, pur non provenendo da una stirpe di re. Le efferatezze compiute da quel despota sono diventate un punto di riferimento, peraltro difeso dall’ interessato con paradossi linguistici, quando si discute della libertà.Tali verbosità, per assurdo, potrebbero far ridere e invece fanno piangere. Purtroppo prendono forma con cruenza, fino alla soppressione dei malcapitati presi d’occhio da Kim. Il suo impegno è quasi totalmente rivolto a dimostrare la potenza di fuoco del suo esercito di automi violenti. Che poi il resto dei suoi sudditi viva di stenti e nel terrore non sembra gli interessi più di tanto. Basta passare il confine a sud di quell’ enorme lager, quello con l’ altra Corea, per rendersi conto di come si vive in buona parte del mondo all’inizio del terzo millennio. L’unico obiettivo del personaggio in nero è quello di dimostrare al mondo di essere lui il più potente. Lo fa indirizzando messaggi sinistri agli USA e al Giappone sotto forma di missili in grado di portare fino a quelle destinazioni testate atomiche di ogni tipo, Uno del genere è quello caduto qualche ora fa nel mare del Giappone. È stato seguito dal commento, decisamente provocatorio, delle alte sfere di quel gulag, che hanno annunciato al mondo che un missile dello stesso genere potrebbe raggiungere gli USA. In occidente questi episodi passano sotto il termine di smargiassate o, ancor più attinente, di delirio di grandezza capaci di far ridere anche i polli. Tra l’altro quelle ostentazione di potere distruttivo sono costose già di per se, figurarsi in un paese che si è autoisolato e sopravvive con scarsità di mezzi. In esso si vogliono far passare le condizioni di sciagurato stremo in cui langue come normale quotidianità. Esattamente l’ opposto di quelle esistenti nei mercati liberi, fatte passare da Kim per deplorevoli in quanto modellate da una mentalità consumistica. A Cuba, fino a qualche anno fa, dominava un modo di governare con molte affinità con quello appena descritto. Si potrebbe proseguire nella elencazione di situazioni equivalenti, ma forse può essere più utile fare qualche considerazione su cosa accomuni quelle situazioni. Il fulcro intorno a cui ruotano entrambe, come altre, è la brama di potere, che convive con l’ uomo da quando si è alzato sulle gambe. Il suo significato ha avuto tante spiegazioni e altrettanti commenti, per citarne uno solo, quello di Andreotti, ” il potere logora chi non lo ha.” Estremizzato, il ragionamento che meglio rende il concetto è proprio quello, anche se formulato ex adverso, come spesso fanno i matematici nei loro ragionamenti. Anche nel caso osservato, che non va oltre il calcolo aritmetico, sembra che le argomentazioni richiamate, se non incontestabili come l’affermazione che 2+2=4, almeno le si avvicinino.