Se vuoi la pace, preparati alla guerra. Lo diceva già Vegezio, scrittore dell’antica Roma

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Non è facile al momento parlare di pace con obiettività, tante sono le diverse cause che la insidiano dappertutto nel mondo. È proprio questo stesso che è sul piede di guerra ormai da diversi anni. Ciò che è più strano, è che i vari conflitti attualmente in corso, a esaminarli con attenzione, portano a concludere che, pur rasentando l’assurdo, il mondo sta combattendo contro se stesso. Non una guerra mondiale, ma tanti episodi localizzati in ogni continente, seppure per motivi diversi, pressoché tutti non validi. Per quanto riguarda le tipologie di tali comportamenti sciagurati, non c’è che l’imbarazzo della scelta: assalti, invasioni, battaglie anche per cielo e per mare e ogni altro genere di scontro cruento. Uno, in particolare, temutissimo, volteggia nell’ immaginario di alcuni capipolo orientali e è sospeso paurosamente sulle teste dell’umanità intera: quello nucleare. Sarebbe di gran giovamento poter evitare di prendere in considerazione tale ipotesi. Malauguratamente è ancora valido il vecchio adagio in uso nell’antica Roma, “para bellum, si vis pacem”, preparati a far guerra se vuoi la pace, consegnato tal quale dal tempo ai governanti dell’era moderna. È necessario tenere alta la guardia perché, ove mai prendesse corpo, la stessa non sarebbe la prima del genere a cui potrebbero seguirne altre, bensì la conclusiva. Si tratterebbe di una un’ azione estrema, che risparmierebbe, forse, pochissimi esseri viventi, tra questi degli esseri umani. È opportuno, pena lo scoramento totale, accantonare, anche se per poco tempo, tali inquietanti considerazioni. Una forma sui generis che, da episodica che era fino alla fine del scorso secolo, sta diventando sempre più come il pane quotidiano è la guerriglia urbana, talvolta ancora più cruenta di quelle tradizionali. Si articola in una serie vastissima di modalità attuative e, ciò che è peggio, è fomentata da “motivazioni” di ogni genere e specie. Paradossalmente, talvolta edde possono addirittura mancare del tutto. Attentati, assassini, rivolte e violenze varie, sono essi i prototipi della violenza porta a porta che sta prendendo piede sempre più ovunque. È una conclusione molto riduttiva quella che vuole che tali eventi siano solo lo spirito del tempo. Difficile accettarlo, anche perchè, se così fosse, significherebbe che quelle insidie sono arrivate a ledere persino l’integrità di Francesco, non solo quella fisica. Espressioni che invitano a amare il nemico fanno riflettere non poco. La sua trasferta a Kyiv resta, ricorre il caso, in mente Dei e ogni commento sarebbe superfluo. Se la situazione da questa parte dell’ Atlantico allarma, quella d’ oltreoceano tiene quanto meno in tensione il mondo. Le votazioni di medio termine negli USA stanno dando risultati contraddittori, segnale attendibile che l’attuale presidenza Biden non sta portando a casa i risultati che il suo elettorato si aspettava. Intanto Trump sta organizzando il suo come back alla prossima tornata elettorale. In casi del genere nel villaggio si usa descrivere così una situazione del genere:” da una parte arriva il rumore dei tuoni, dall’altra si scorge il bagliore dei lampi”. Una delle conseguenze più deleterie della combinazione diabolica di pandemia, guerre e altri eventi negativi e la forte crisi socioeconomica che imperversa nei vari continenti. Essa interessa quasi tutti i settori merceologici, al limite dell’incredibile in questo anno di grazia, anche i beni di prima necessità, in testa a tutti le derrate alimentari. Se non fosse che oramai le religioni sono diffuse e coesistenti sull’intera superficie del pianeta, si potrebbe arrivare a credere che la miscela esplosiva che sta infiammando tutto e tutti, da un polo all’altro, sia una punizione divina di tipo biblico. Fortunatamente- proprio così! ‐è invece frutto si dissennatezze umane. Talvolta si è portati a credere che la situazione sia sfuggita di mano a chi si era avventurato in comportamenti al limite dell’umano raziocinio. Non è da escludere nè da condannare in blocco. A parte la guerra, che non trova giustificazione alcuna, i traguardi della ricerca di ogni genere sono stati preceduti da cadute e ritorni in posizione eretta, lo insegna la storia. Del resto già nell’Urbe era in uso il motto “per aspera ad astra”, attraverso le difficoltà per giungere alle stelle. Sarà banale ma invita ancora oggi a conservare sentimenti di fiducia la celebre espressione di Eduardo De Filippo nella sua commedia Napoli milionaria:” Adda passà a nuttata”. L’unica aggiunta che si può fare di questi tempi, è l’augurio che presto riprenda a splendere il sole, anche se le sciagure umane rimangono sempre le stesse.