Il mondo è in fiamme ma l’Italia pensa ai rave party. La falsa partenza del Governo Meloni

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in foto operazioni di sgombero al rave party di Modena

È iniziato il mese di novembre, quindi si comincia a intravedere la fine del 2022.
Un anno che, partito male, con il passare dei giorni, ha aggiunto tutti i presupposti per concludersi peggio. L’affermazione vale per il mondo intero, per l’ Occidente in maniera ancor più accentuata.Un fenomeno particolarmente pericoloso che sta accompagnando il conflitto in Ucraina è il disordine di ogni genere in buona parte provocato da esso. Sta serpeggiando a tutte le latitudini e in Italia in modo particolarmente marcato. È un tipo di disordine particolare, quello che si sta impadronendo del Bel Paese e, come tale, particolarmente dannoso. Ha già permeato con buona forza il settore dell’informazione, producendo problemi imbarazzanti sia all’interno del Paese che fuori di esso. Riflettendo solo su una parte , quella diffusa dalla TV e dalla radio di stato, nei giorni scorsi, hanno preposto a tutte le altre notizie quella concernente l’ incremento della produzione di ottobre in Italia, aumentata dello 0’50% (!) Quella appena riportata è una delle tante forme di manipolazione dell’essenza di quanto accade. Se all’interno dei patrii confini vorrebbe far apparire bianco ciò che è nero o almeno grigio, fuori di essi autorizza a tacciare quantomeno di superficialità il Paese, coloro che intrattengono con esso rapporti di ogni genere. La situazione nazionale resta pesante, non solo per il caro energia. È l’innalzamento del tasso di inflazione, causato in buona parte dall’ impennata dei costi energetici, che unito all’aumento dei prezzi in generale, in particolare quelli degli alimentari, ha scatenato un pericoloso effetto molto simile a quello Doeppler studiato dalla fisica. Se subito dopo l’inizio della pandemia si cominciò a palesare l’esigenza per le famiglie di consumare un solo pasto al giorno, ultimamente l’opzione è nutrirsi o pagare le bollette. In una delle trasmissioni televisive dedicate all’argomento risparmio sul cibo mediante un uso più razionale dei prodotti alimentari, una cuoca ha spiegato che alcune verdure o parti delle stesse che fino a qualche tempo fa finivano immancabilmènte tra i rifiuti, possono essere cucinate, diventando così adatte per l’ alimentazione. Non c’è molta differenza in tale tipo di approccio al problema con l’autarchia che affrontò la generazione che combatté l’ ultima guerra. Quella che, tra le tante altre privazioni, dovette supplire alla farina di grano con quella di castagne e al caffè con la cicoria macinata. Del resto una conduzione parsimoniosa del proprio menage sarebbe opportuno che venisse adottata anche in tempi normali. Fino all’inizio delle attuali restrizioni, mediamente un terzo della spesa alimentare di una famiglia media italiana finiva nel cassonetto dei rifiuti. Bene ha fatto nel corso della Giornata Mondiale del Risparmio il Ministro per l’ Economia e le Finanze Giorgetti a ricordare lo stile di vita del Professor Luigi Einaudi, parco in ogni sua espressione. Non è senza ragione che si ricorda il suo invito ai commensali giornalisti, suoi ospiti a cena al Quirinale, a chi avesse voluto dividere una pera con lui per non sprecarne metà.
Del resto, per un Paese come l’ Italia di connotazione ancor oggi rurale, non sfugge che gli antenati fossero convinti che sciupare, soprattutto il cibo, fosse peccato, nel senso religioso del termine.
La sensazione che lascia perplessa buona parte degli italiani è che il nuovo esecutivo stia affrontando la grave urgenza appena descritta non proprio con la sollecitudine e l’attenzione che la vicenda richiede. Si pensi che all’ ultima seduta del Consiglio dei Ministri è stata data la precedenza assoluta alla regolamentazione, meglio sarebbe definirla repressione, dei rave, come se fosse quella di scatenarsi a suon di musica l’attività principale degli italiani. Solo per ricordo, nel film di 50 anni or sono “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”, il regista Elio Petri fa dire al commissario, “Il Dottore”, al suo subordinato Panunzio: “Bisogna reprimere, perché la repressione è civiltà !”. L’augurio è che nella realtà attuale quanto narra quel film sia acqua passata. Come succede di consueto per i cavalli in gara al Palio di Siena, per il governo si è verificata una falsa partenza, con l’attenuante che la stessa può essere inseribile nel novero degli effetti collaterali della più che nota “scopa nuova”. Se così non fosse e l’esecutivo dovesse avere altre distrazioni del genere, la sua attività avrebbe diverse probabilità di uscirne fortemente compromessa. Montecitorio non è Piazza del Campo e il canapo che trattiene i cavalli sulla linea di partenza in occasione del palio, in quelle aule non è previsto. Quindi ritornino al più presto i ministri e con loro il primo di loro nei banchi della loro aula e riprendano il lavoro appena iniziato, quello importante per il momento attuale. Senza dimenticare che è sufficiente una sola goccia a far traboccare un vaso, per quanto prezioso possa essere il suo contenuto.