Triangolo “insidioso” per Giorgia Meloni

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in foto Giorgia Meloni

Riproponiamo l’articolo di Ermanno Corsi apparso sul Roma di martedì 25 ottobre all’interno della rubrica Spigolature

di Ermanno Corsi

In vista del referendum istituzionale 2 giugno 1946, per tutta la campagna elettorale risuonava la voce di Pietro Nenni storico leader socialista: “l’Italia sarà una Repubblica o non sarà”. Alla vigilia della formazione del nuovo Governo (per la prima volta, dopo 30 uomini, è premier una donna), netta e determinata la voce di Giorgia Meloni leader dei Fratelli d’Italia: “Il Governo sarà europeista e filoatlantico o non sarà”. Scontata l’aggiunta: chi non è d’accordo resti pure fuori. Mentre sale al Quirinale, “Io sono Giorgia” mantiene nervi saldi e fa buon viso a “cattivo gioco”: il primo, credere alla apparente “ritrovata unità” del Centrodestra.

UN CARICO PESANTE. Stressanti, come forse mai avrebbe immaginato, i giorni che hanno preceduto l’incarico per il nuovo Governo (68esimo della serie). Berlusconi, spesso inaffidabile e lunatico, l’ha definita, scrivendo di suo pugno su un foglio mentre siede in un banco del Senato, ”supponente, prepotente, arrogante e offensiva”. Lei tira dritto, ma non rinuncia a far notare che a quel dileggio manca un punto: non ricattabile. Bel colpo messo a segno con fredda imperturbabilità “epicurea”. Tuttavia il fondatore di Forza Italia deve aver pensato che la vendetta è un piatto che si consuma freddo…”. E allora ecco in arrivo la “tempesta perfetta”.

ORGOGLIO FERITO. Il Cav. non ama essere disarcionato “tanto più da una donna”. Ancorchè traballante, meglio traballoso, fa di tutto per restare in sella e conquistare la scena. Tra i suoi, o in un’aula di Montecitorio, è un fiume che tracima: Putin è un generoso che, invocato da tutti i russi, sente di dover andare a liberare gli ucraini dal quel personaggio che è Zelensky del quale….meglio che non dico se no….è comunque tutta colpa sua se la guerra, invece di 3 giorni, dura 200 anni…Se scoppia un putiferio, bisogna stanare chi ha registrato e diffuso l’illuminato pensiero, e non prendersela con chi lo ha pronunciato…Povero Pietro Metastasio, poeta settecentesco. Invano aveva scritto che “voce dal sen fuggita| più richiamar non vale| Non si trattien lo strale| quando dall’arco uscì”.

TRA VODKA E LAMBRUSCO. Sdolcinato idillio a distanza per il compleanno di Berlusconi che riceve da Putin 20 bottiglie di Vodka ricambiate con altrettanto Lambrusco. Patetica tenerezza quando si accenna a scambio di “dolcissime lettere” fra i due con Berlusconi che non rinnega, ma anzi ne fa motivo di vanto (“sono il primo dei suoi 5 amici più fidati”), il rapporto con lo spietato aggressore dell’Ucraina. E’ Maurizio Lupi (leader di Noi moderati, parte del Centrodestra) a rilevare l’inopportunità di “parlare di Vodka e regali” mentre i droni kamikaze massacrano vite umane in uno Stato indipendente (senza contare, peraltro, che perfino l’omaggio putiniano vìola le sanzioni approvate dall’Unione europea …..).

25 SETTEMBRE 2022.Una data che entra, nella storia della Repubblica, dalla porta principale. La chiarezza dell’esito elettorale, rileva il presidente Mattarella, consente di imprimere l’alta velocità nel disbrigo degli adempimenti costituzionali: rapide consultazioni, immediato incarico per il nuovo Governo, accettazione all’istante di Giorgia. Nota semiologica (che interesserebbe molto Umberto Eco) non sfuggita ad attenti osservatori. Uscita dallo studio presidenziale, Giorgia spiega che il Centrodestra unanime ha designato lei come Presidente del Consiglio. Proprio in quel momento gli occhi delle telecamere si fermano su “uno sguardo di traverso e una smorfia” di Berlusconi e Salvini sopra la spalla della neo premier (silenziosa perplessità dei due?). Si rileva però anche che, almeno per una volta, non c’è show da parte del Cav. anche se il volto è tirato e il sorriso visibilmente forzato….

SINGOLARE COINCIDENZA. Mario Draghi e Giorgia Meloni lontani e vicini. Negli stessi minuti Mattarella ringrazia il premier uscente che è al Consiglio europeo di Bruxelles (“ha fatto fronte all’esigenza di guida del nostro Paese”) e augura buon lavoro alla premier entrante. Che a Palazzo Chigi ci sia un filo   “dragmeloniano” difficile da spezzare?

FUOCO AMICO. Questo non manca mai, anche nelle migliori alleanze politiche. Berlusconi, i presidenti “divisivi” di Senato e Camera Larussa e Fontana, Salvini vice premier e ministro: ogni nome è un destino, dicevano gli antichi romani.