Ucraina, da Letta a Bonino: in centinaia al sit-in davanti ambasciata Russia

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in foto Enrico Letta

(Adnkronos) – ‘Non c’è vera pace senza verità, non c’è verità senza libertà’. E’ l’appello scandito dalla piattaforma del sit-in oggi in scena nei pressi dell’ambasciata russa a Roma e organizzato dal Movimento europeo azione nonviolenta, LiberiOltre, Base Italia, l’associazione dell’ex segretario generale della Cisl Marco Bentivogli, e altre associazioni per chiedere la fine dell’invasione in Ucraina. I firmatari, tra cui Luigi Manconi e Sandro Veronesi, chiedono innanzitutto il cessate il fuoco e ritiro immediato delle truppe russe dal territorio ucraino. E poi: di fermare l’escalation nucleare, di riconoscere la piena indipendenza e autonomia dello Stato ucraino dalla Federazione russa nei confini riconosciuti dalla comunità internazionale prima del 2014, fino alla richiesta di negoziati che garantiscano una pace giusta e duratura.  

Centinaia di persone alla manifestazione, che si è svolta accanto alla fermata metro di Castro Pretorio (l’ambasciata russa era transennata e controllata dalle forze dell’ordine) cui hanno aderito, tra gli altri, Enrico Letta (Pd), Emma Bonino e Riccardo Magi (+Europa), Massimiliano Iervolino (Radicali Italiani), Carlo Calenda (Azione), Gianni Cuperlo (Pd), Roberto Giachetti (IV), Marina Sereni (Pd), Mariastella Gelmini (Azione), Debora Serracchiani (Pd). Tra i primi ad arrivare Lia Quartapelle (Pd) e Pier Ferdinando Casini mentre canti per la pace hanno cominciato ad animare la piazza. Presenti anche alcuni rappresentanti di Nessuno Tocchi Caino e alcuni delegati della Cisl, come annunciato oggi in un tweet: “Non c’è #pace senza #giustizia. Le truppe russe cessino il fuoco contro l’Ucraina e si riaprano i negoziati. Per questo oggi una delegazione della Cisl sarà presente al sit in a Roma davanti all’ambasciata russa. Nessuna ambiguità o equidistanza tra aggrediti ed aggressori”.  

La manifestazione, tra cartelli con primi piani di Putin, si è conclusa con alcuni partecipanti che hanno gridato: ‘Putin assassino’.