Inflazione, il Codacons: Alimentari, a settembre prezzi su dell’11%. Aumenti record per olio di semi e burro

125

Nuovo record per i prezzi dei prodotti alimentari, con i listini del comparto che a settembre registrano una crescita su anno del +11,8%. Lo denuncia il Codacons, che ha rielaborato gli ultimi dati sull’inflazione forniti dall’Istat. “Ancora una volta – evidenzia l’associazione – in testa ai prodotti che hanno registrato gli aumenti più pesanti troviamo l’olio di semi, i cui prezzi crescono in media a settembre del +60,5% rispetto allo scorso anno. Il burro rincara del 38,1%, la margarina del 26,5% e il riso del 26,4%. Latte conservato e farina costano oltre il 24% in più, mentre la pasta aumenta del 21,6%, lo zucchero del 18,4%, i gelati del 18,2%. Forti tensioni anche per i prezzi della verdura fresca che salgono in media del 16,7%, delle uova (+16,6%) e del pollame (+16,5%). Tra i prodotti più rincarati a settembre, figurano anche le patatine fritte (+15,1%), il pane (+14,6%), e latticini come yogurt (+13,8%) e formaggi (+12,4%). Non si salvano nemmeno acqua e bevande: l’acqua minerale aumenta del 12,9%, i succhi di frutta dell’11,8%”. Considerata la ripartizione della spesa delle famiglie per le varie categorie alimentari, calcola quindi il Codacons, un nucleo di 4 persone si ritrova oggi a spendere in media 190 euro in più all’anno per pane e cereali, 152 euro in più per la carne, 68 euro in più per il pesce. La spesa per latte, formaggi e uova sale complessivamente di 133 euro, quella per la verdura di 140 euro, mentre la frutta costa in media 48,5 euro in più. Per acque minerali, bevande analcoliche e succhi di frutta ogni famiglia deve mettere in conto una maggiore spesa da 44 euro, +53 euro per oli e grassi.
“Anche a settembre – commenta il Codacons – caro-bollette e guerra in Ucraina spingono al rialzo i prezzi degli alimentari, incidendo in modo pesante su una spesa primaria per le famiglie. Un trend destinato purtroppo a peggiorare: i rialzi delle tariffe elettriche scattati ad ottobre e l’aggiornamento mensile e non più trimestrale delle bollette del gas avranno impatti negativi diretti sui prezzi al dettaglio, determinando ulteriori rincari da qui a fine anno. ”Di questo passo le tavole degli italiani saranno sempre più vuote e le famiglie dovranno rinunciare al cibo per far quadrare i conti a fine mese. Una vergogna per un paese civile e un allarme che non è più solo economico ma anche sociale”, afferma il presidente Carlo Rienzi. “Per tale motivo riteniamo necessario un intervento sulla fiscalità dei generi di prima necessità, a partire da un taglio dell’Iva sui beni alimentari, e un criterio di calcolo delle tariffe energetiche che tenga conto soprattutto degli interessi degli utenti, più che delle società fornitrici”, conclude.