La Fed spinge al rialzo tutti i mercati dell’Asia

75

Borsa italiana apre in rialzo stamane: il Ftse Mib segna +0,87%, il Ftse Italia All-Share +0,85%, il Ftse Italia Mid Cap +0,70%, il Ftse Italia Star +0,80%.

Mercati azionari europei in deciso rialzo: DAX +1%, CAC 40 +1,1%, FTSE 100 +1%, IBEX 35 +1,2%.

Le chiusure di ieri a Wall Street: S&P 500 +1,62%, Nasdaq Composite +1,79%, Dow Jones Industrial +1,42%. I future sui principali indici USA attualmente sono in rialzo dello 0,3% circa. Positiva Tokyo con il Nikkei 225 a +1,07%. In rialzo le borse cinesi: a Shanghai l’indice CSI 300 termina a +1,60%, a Hong Kong l’Hang Seng a +1,41%.

Euro in recupero dal minimo di ieri a 1,0617 (livello più basso da aprile). EUR/USD al momento oscilla in area 1,0670. Ci sono buone probabilità che la Fed alzi i tassi di interesse a partire dal prossimo incontro di dicembre. E’ quanto emerso dai verbali del FOMC, il braccio operativo della Fed, relativi alla riunione del 27 e 28 ottobre scorso.

Tonici in avvio anche i mercati obbligazionari europei. Il rendimento del BTP decennale rispetto alla chiusura precedente scende di 4 bp all’1,50%, anche quello del Bund cede 4 bp allo 0,49%. Lo spread è stabile a 102 bp.

Borse asiatiche

Mercati asiatici che per una volta si muovono all’unisono in territorio positivo, dopo il significativo guadagno segnato da Wall Street nella seduta di mercoledì (migliore dei tre principali indici Usa è stato il Nasdaq, apprezzatosi dell’1,79%). I verbali dell’ultimo meeting del Federal Open Market Committee (Fomc, la commissione della Federal Reserve che si occupa di politiche monetarie) diffusi mercoledì lasciano intendere che il ritorno a una politica di rialzo dei tassi rimane probabile per dicembre, anche se successivamente la Fed parrebbe intenzionata a muoversi con estrema cautela.

Anche se tassi più elevati aumenterebbero i costi di finanziamento per le imprese, il consolidamento dell’outlook ha cancellato parte dei timori che hanno alimentato la recente volatilità dei mercati, ha spiegato a Reuters Chris Weston, analista di Ig Group.

Il fatto che la Fed sia pronta ad alzare i tassi per la prima volta dallo scoppio della crisi finanziaria globale evidenzia la ritrovata fiducia sull’economia Usa, con tutto quel ne consegue, in positivo, sui mercati internazionali. Il primo risultato è stato un deprezzamento del dollaro, che ha ridato fiato ai corsi delle materie prime. Petrolio e oro hanno infatti sfiorato un progresso di poco inferiore al punto percentuale. E la fiducia si è sentita anche dall’altra parte del globo, come testimoniato dal balzo di quasi il 2% segnato dall’indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso.

A Tokyo, dopo una seduta sostanzialmente piatta mercoledì (ancora in scia ai timori legati agli attacchi terroristici di venerdì a Parigi), il Nikkei 225 ha guadagnato l’1,07% nonostante dati macroeconomici contraddittori. La Bank of Japan ha confermato per l’ennesima volta le sue politiche monetarie nonostante il ritorno in recessione del Sol Levante e in ottobre il primo declino in un anno per l’export (sceso del 2,1% in ottobre contro il progresso dello 0,6% di settembre). Il dato è sostanzialmente in linea con le stime ma si confronta con un ben più deciso (13,4% la flessione), e inatteso, calo dell’import, che ha generato a sorpresa un surplus della bilancia commerciale di 111,5 miliardi di yen. Tra i singoli titoli, da segnalare il rimbalzo di Sharp, che con un progresso del 5% risulta essere il migliore dell’indice delle blue chip nipponiche.

Sydney si è rivelata la migliore piazza della regione, con l’S&P/ASX 200 che ha guadagnato il 2,13% al traino della ripresa dei corsi delle materie prime, mercato chiave per l’Australia dei colossi minerari Bhp Billiton e Rio Tinto (in progresso nella seduta rispettivamente di circa il 3 e il 4%). Positiva anche la seduta per Seoul, con il Kospi che ha guadagnato l’1,33% in una performance simile a quella che registra a circa un’ora dalla chiusura degli scambi anche l’Hang Seng di Hong Kong (più vicino alla soglia del 2% di progresso è invece l’Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento per la Corporate China sulla piazza dell’ex colonia britannica). I mercati della Cina continentale, partiti in sordina, si sono sostanzialmente allineati al generalizzato clima di fiducia ed è quindi superiore all’1% l’apprezzamento di Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300. Sfiora invece un balzo del 3% lo Shenzhen Composite.

Borsa Usa

A New York i principali indici hanno chiuso la seduta in forte rialzo dopo la pubblicazione dei verbali della Fed. Il Dow Jones ha guadagnato l’1,42%, l’S&P 500 l’1,62% e il Nasdaq Composite l’1,79%. Ci sono buone probabilità che la Fed alzi i tassi di interesse a partire dal prossimo incontro di dicembre. E’ quanto emerge dai verbali del FOMC, il braccio operativo della Banca centrale americana, relativi alla riunione del 27 e 28 ottobre scorso.

Sebbene per alcuni membri del comitato persistano dei rischi, a ottobre si è osservata “una diminuzione del rischi al ribasso derivanti dagli sviluppo economici e finanziari all’estero”, creando in tal modo le condizioni per una stretta monetaria, la prima dal 2006. Tuttavia sembra escluso un ciclo di rialzi aggressivo.

Nel primo pomeriggio di ieri la National Association of Realtors ha reso noto che i nuovi cantieri residenziali sono diminuiti nel mese di ottobre passando da 1191 mila unità a 1060 mila unità. Il dato è nettamente inferiore alle attese degli analisti che si aspettavano un valore pari a 1160 mila unità. Aumentano invece le Licenze edilizie salite a 1150 mila unità da 1105 mila unità (consensus 1150 mila unità).

Sul fronte societario Apple +3,17%. Goldman Sachs ha inserito il titolo del produttore di iPhone nella “conviction buy list”. Fairchild Semiconductor +8,5%. ON Semiconductor ha annunciato l’acquisto del produttore di semiconduttori per 2,4 miliardi di dollari (20 dollari per azione).

Norfolk Southern +6,35%. Il gruppo dei trasporti ferroviari ha respinto una offerta da 28,4 miliardi di dollari presentata dalla rivale Canadian Pacific Railway. ConAgra Foods +3,99%. Il gruppo alimentare ha annunciato lo spin-off di Lamb Weston, marchio specializzato n ei prodotti surgelati. L’operazione dovrebbe concludersi entro l’autunno del 2016. ConAgra Foods ha annunciato anche che cambierà nome in Conagra Brands.

PMC-Sierra +1,89%. Microsemi Corp. ha alzato l’offerta di acquisto per il produttore di chip a 12,05 dollari per azione (9,22 dollari in contanti e 0,0771 azioni Microsemi).

Staples -2,73%. Il rivenditore di articoli per ufficio ha annunciato una trimestrale con cifre in calo. Nel terzo trimestre l’utile è diminuito a 198 milioni di dollari da 217 milioni dello stesso periodo di un anno prima mentre i ricavi sono calati a 5,59 miliardi da 5,96 miliardi. Escluse le poste straordinarie l’Eps si è attestato a 0,35 dollari. Gli analisti avevano previsto un Eps di 0,35 dollari su ricavi per 5,67 miliardi. Per il trimestre in corso la società stima un giro d’affari in calo.

Johnson Controls +3,62%. Il produttore di componenti per auto ha aumentato il dividendo trim estrale dell’11,5% a 0,29 dollari per azione.

Europa

Le principali Borse europee hanno aperto la seduta in rialzo. Il Dax30 di Francoforte guadagna l’1,1%, il Cac40 di Parigi lo 0,9%, il Ftse100 di Londra lo 0,7% e l’Ibex35 di Madrid l’1%. Ieri i mercati azionari del vecchio continente hanno seguito la chiusura positiva di Wall Street dopo la pubblicazione delle minute Fed.

Italia

Piazza Affari ha chiuso in moderato ribasso, a conclusione della seduta di ieri, fallendo il rimbalzo dopo lo scivolone del giorno prima con gli investitori che restano nervosi in attesa del primo rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve.

Le vendite sono continuate ancora sulle commodity, sicché il Bloomberg Commodity index ha aggiornato i minimi dal 1999. Si è notato, invece, un ritorno degli acquisti sui bond governativi dell’Eurozona in scia al potenziamento del quantitative easing. In Italia il Pil del terzo trimestre è cresciuto dello 0,2% e dello 0,9% rispetto a un anno fa. Entrambi i dati sono lievemente inferiori rispetto alle attese. Nell’intera zona euro il Pil è aumentato dello 0,3% nel terzo trimestre. In questo quadro a Piazza Affari l’indice Ftse Mib ha ceduto lo 0,07% a 21.842 punti.

I dati macro attesi oggi
Giovedì 19 novembre 2015

GIA Riunione BoJ;

00:50 GIA Bilancia commerciale ott;

04:00 GIA Conferenza stampa Kuroda (BoJ);

05:30 GIA Indice attività industria set;

10:00 EUR Bilancia partite correnti set;

10:30 GB Vendite al dettaglio ott;

12:00 GB Indice CBI ordini industriali nov;

13:30 EUR Verbali BCE;

14:30 USA Indice Philadelphia Fed nov;

14:30 USA Richieste settimanali sussidi disoccupazione;

16:00 USA Indice anticipatore (Conference Board) ott;

18:30 USA Intervento Lockhart (Fed).