“Perche’ mi candido? Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. E chiedero’ a Mattarella di nominare Casini senatore a vita, il suo posto e’ quello”. Lo dice in un’intervista su ‘Qn’ e in un colloquio con il ‘Corriere della Sera’ Vittorio Sgarbi, candidato nel collegio uninominale di Bologna, al Senato, per il centrodestra, dove avra’ come avversario Pier Ferdinando Casini. Sgarbi riconosce che e’ una sfida dura “ma vedo entusiasmo. E’ una battaglia simbolica, mi metto nei panni dell’elettore Pd, e dico: perche’ dovrei votare il candidato di una coalizione destinata a straperdere? Ero incerto quando mi hanno chiesto di correre, ma poi ho pensato: solo io posso assicurare un futuro all’elettore” aggiunge. In caso di vittoria “posso avere sicuramente un incarico. Che so, presidente del Senato, oppure ministro dei Beni culturali. E pure se perdo, avro’ l’onore delle armi e qualcosa faro’, il centrodestra vincera’. Casini invece, se vince, rimarra’ al Senato come una bella statuina, non fara’ opposizione perche’ non l’ha mai fatta”. L’ex presidente della Camera e’ “un mio vecchio amico, viene da un mondo che ora e’ lo stesso che propone me al suo posto”. A Bologna “io sono il riferimento di qualcosa. Lui e’ il riferimento di se’ stesso: bellissimo, altissimo, nobilissimo per carita’, ma non capisco perche’ gli elettori dovrebbero votarlo”. Per Sgarbi il capoluogo emiliano “e’ una delle citta’ d’arte piu’ importanti d’Italia completamente ignorata dal turismo diciamo colto che e’ quello di Venezia, Firenze, Roma, Napoli, Palermo. Invece non e’ cosi’, il Rinascimento bolognese non ha nulla a che invidiare a quello toscano”. Rinascimento e’ anche il simbolo che Vittorio Sgarbi ha presentato al voto del 2018 e sul quale punta per queste elezioni: “Mi auguro che il mio simbolo arrivi al 5% che e’ poi il voto per la persona Sgarbi”.