Caffè sempre più caro: prezzi fino ad 1,30 euro ma già previsto aumento a 1,50 euro per la fine dell’anno

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Il prezzo del caffe al banco dopo aver sfondato la quota psicologica dell’euro ora arriva a punte che toccano 1,30 euro. E dalle associazioni di categoria arriva l’allarme: non è escluso che possa crescere fino a 1,50 euro entro la fine dell’anno di fronte a nuove tensioni economiche. Numerose le cause denunciate: dall’aumento delle bollette di oltre il 120% a quello delle materie prime che supera il 70%. Si teme inoltre che per l’anno prossimo, complice il maltempo, la produzione di grani di caffe possa scarseggiare, innescando una spirale di nuovi rialzi. “Tra le voci più rilevanti che abbiamo registrato che hanno pesato sull’aumento della tazzina – dice all’Adnkronos Luciano Sbraga, vicedirettore della Federazione italiana pubblici esercizi (Fipe) – c’è sicuramente il costo dell’energia elettrica dei locali. Quest’anno la bolletta energetica di un piccolo bar è passata da 5.500 euro a 12.000 euro all’anno: in generale gli aumenti si aggirano attorno al 120%”. Ma non solo: pesano anche ”il costo del lavoro e i canoni di locazione”. Da nord a sud, una tazzina di caffè costa ormai di più in tutto il Paese. Tra quest’anno e l’anno scorso i bar di Bologna hanno alzato i prezzi del 3,6%, quelli di Cagliari del 3,8%. A Milano e Roma i rincari sono stati rispettivamente del 4,8 e del 5,3%. La città dove i prezzi si sono alzati maggiormente è Venezia, +10%. Non esistendo listini nazionali, “ogni barista – continua Sbraga – fa pagare un espresso com’è più consono per la propria attività”.