Addio al filosofo tedesco Friedrich-Wilhelm von Herrmann, l’ultimo assistente di Heidegger

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in foto Il filosofo tedesco Friedrich-Wilhelm von Herrmann (fotogramma tratto dal canale YouTube dell'Università di Pavia)

Il filosofo tedesco Friedrich-Wilhelm von Herrmann, noto studioso di ermeneutica, fenomenologia e ontologia, ultimo assistente di Martin Heidegger (1889-1976) e promotore della pubblicazione della sua opera omnia, è morto questa oggi all’alba all’età di 87 anni. Era ricoverato in una clinica da qualche giorno, come ha annunciato la moglie, la docente Veronika Müeller-Osthaus, attraverso la casa editrice Morcelliana, che pubblica i suoi libri. Nato a Potsdam l’8 ottobre 1934, professore emerito di Filosofia all’Università di Friburgo, von Herrmann ha trascorso la sua vita di studio e di ricerca accanto ai grandi maestri della filosofia tedesca: assistente privato di Eugen Fink dal 1961 al 1970 e poi di Martin Heidegger dal 1972 al 1976, ha dedicato tutte le sue energie nel promuovere la fenomenologia friburghese nelle diverse nazioni. Designato dallo stesso Martin Heidegger come principale responsabile scientifico dell’edizione completa delle sue Opere (la Gesamtausgabe, avviata nel 1975 e tutt’ora in corso di pubblicazione), ha vissuto la curatela editoriale come una vera e propria missione, una responsabilità, al punto di considerare il tempo da vivere solo quello trascorso alla scrivania in compagnia dei manoscritti. Nel 2014 l’incontro con il professore Francesco Alfieri, giovane studioso di Edith Stein e del movimento fenomenologico, porta alla pubblicazione dell’innovativo studio sui “Quaderni neri di Heidegger” dal titolo “Martin Heidegger. La verità sui Quaderni neri2 (Morcelliana 2016, pp. 464, euro 35), tradotto in cinque lingue e al centro del dibattito internazionale per l’nterpretazione che sconfessa le accuse di antisemitismo rivolte al filosofo tedesco. Si legge nella Premessa al volume del nipote Arnulf Heidegger: “All’inizio del 2013 sono venuto a conoscenza di passi contenuti nei Quaderni neri che si riferiscono agli ebrei, all’ebraismo o, meglio, all’ebraismo mondiale. Mi fu subito chiaro che la pubblicazione di questi Quaderni avrebbe suscitato un grande dibattito internazionale. Già nella primavera di quell’anno ho pregato Friedrich-Wilhelm von Herrmann – l’ultimo assistente privato di mio nonno e, secondo una dedica di quest’ultimo, il ‘principale collaboratore della Gesamtausgabe’, in quanto profondo conoscitore del suo pensiero – di esprimere il suo punto di vista sui Quaderni neri nel loro complesso e, in particolare, sui passi riferiti agli ebrei ora al centro dell’attenzione pubblica. Nelle pubblicazioni sui Quaderni neri si sono diffuse rapidamente espressioni di grande effetto come ”’ntisemitismo onto-storico’ oppure ‘antisemitismo metafisico’. Ma c’è davvero dell’antisemitismo nel pensiero di Martin Heidegger? Von Herrmann propone qui la sua interpretazione ermeneutica e il suo collaboratore, Francesco Alfieri, conduce un’ampia analisi filologica dei volumi 94-97 della Gesamtausgabe, approdando a risultati sorprendenti che inaugurano una nuova prospettiva sui Quaderni neri”. Tra i lavori più recenti di von Herrmann si segnala l’edizione italiana, curata insieme a Francesco Alfieri, del Carteggio 1930-1949 tra Martin Heidegger e il fratello Fritz (Morcelliana, 2018 pp. 240, euro 25), in cui si trattano in particolare questioni politiche e sociali, e la pubblicazione di importanti inediti su Eugen Fink e Jan Patočka sulla rivista di cultura “Humanitas”.