di Antonella Rocca*
È con immenso sgomento e costernazione che la famiglia, gli amici, i colleghi e la comunità scientifica tutta, ieri, hanno appreso la tragica notizia della prematura scomparsa di Francesco Pastore (6 Giugno 1966 – 13 luglio, 2022), professore di Economia dell’Università di Napoli “Luigi Vanvitelli.
Nella sua carriera accademica, Francesco è stato un eccellente economista, uno studioso appassionato e sensibile alle tematiche economico-sociali legate in particolare al mercato del lavoro e ai giovani.
Editor di numerose riviste internazionali di prima fascia, come International Journal of Manpower, per il quale aveva curato diverse special issues sui i giovani nel mercato del lavoro, Journal of Population Economics, e IZA Journal of Development and Migration. Membro di numerose organizzazioni scientifiche internazionali, come il Global Labour Organization,l’Istituto per l’Economia del lavoro (IZA), il network di ricerca europea su Transitions on Youthel’Associazione Europea per gli studi economici comparati(EACES).
In diverse occasioni, aveva anche svolto il ruolo di consulente per la Commissione Europea.
Era ampiamente conosciuto e stimato dalla comunità scientifica internazionale per le sue competenze, la sua passione di studioso e la sua totale dedizione alla ricerca. Ma oltre ad aver accumulato numerose pubblicazioni scientifiche di alto livello, non disdegnava la stampa divulgativa nazionale, per raggiungere un pubblico più vasto, oltre quello della comunità accademica. Nel suo blog che curava per Il Fatto Quotidiano, incantava con il suo linguaggio semplice e diretto, ma sempre rigoroso e competente, sui fatti economici più disparati.
Nella sua ampia pubblicazione scientifica, è stato molto attento ai problemi dei giovani, della disoccupazione e di tutte le difficoltà incontrate nel difficile percorso di transizione scuola-lavoro. Lui, nato e cresciuto in una città difficile come Napoli, dove questi problemi si respirano, si avvertono sulla pelle, era da sempre attento a studiare le azioni di policy più adeguate: apprendistato, tirocinio, istituti tecnici superiori, il modello di istruzione vocazionale sull’esempio di quello tedesco, fondo garanzia giovani, erano strumenti in cui credeva fermamente. Non da ultima, la sua attenzione verso il sistema di istruzione, a suo parere tra i principali responsabili dello svantaggio che i giovani italiani vivono nel momento stesso in cui completano gli studi. Eccessiva distanza dal mondo del lavoro in termini di competenze trasmesse, abbondante fuoricorsismo nelle università, bassa percentuale di laureati e alta percentuale di abbandoni precoci del sistema educativo erano a suo avviso tra i principali problemi del nostro sistema di istruzione.
Sempre disponibile, ricordato con grande affetto dai suoi studenti, lascia un vuoto incolmabile.
Ma quello che mancherà a chi lo conosceva più a fondo sarà anche la sua ironia, la sua disponibilità e apertura verso tutti, la totale assenza di pregiudizi, il suo coraggio anche nell’affrontare la malattia, che fino all’ultimo non gli aveva impedito di guardare al futuro, fare progetti.
Ed è così che lo ricorderanno tutti quelli che, come me, hanno avuto il piacere di conoscerlo e di condividere con lui tante idee e progetti di lavoro, nella certezza che il confronto con lui sarebbe sempre stato costruttivo e avrebbe condotto ad un personale arricchimento personale e scientifico.
* professore di Statistica economica
Dipartimento di Studi Aziendali e Quantitativi (DISAQ) dell’Università degli Studi di Napoli Parthenope