E’ un Gaetano Cerrito che non le manda a dire quello protagonista oggi a Villa Doria d’Angri, magnifica struttura storico-artistica di proprietà dell’Università degli Studi di Napoli “Parthenope”, nell’ambito dell’evento promosso per presentare il suo nuovo (video)libro dal titolo “L’uomo dell’Altra Italia – quarant’anni di successi tra discese e risalite“. Imprenditore, uomo di spettacolo, giornalista, operatore culturale e da sempre impegnato sul territorio aurunco e nel sociale, Cerrito ha lanciato un chiaro j’accuse alla classe politica e dirigente del Sud. “E’ inaccettabile che i nostri giovani debbano scappare via dalla terra in cui sono nati per fame di lavoro”, ha esordito. “Se le cose vanno avanti così – ha proseguito -, qui rimarranno soltanto le persone anziane, i ragazzi si allontanano. Com’è possibile che la nostra classe amministrativa e politica non abbia la contezza di come realisticamente stiano le cose? Serve un sussulto di coscienza. Occorre creare quell’humus, quel terreno fertile che consenta loro di restare. E ciò si può ottenere soltanto con nuovi posti di lavoro. In un territorio come quello del Litorale domitio, pieno di bellezze naturalistiche, culturali, con una vocazione agricola e vitivinicola forte, è assolutamente possibile generare occupazione. E’ come avere una Ferrari ma senza benzina”. Di qui Cerrito ha reso noto anche l’interesse da parte di chi governa e siede nei posti che contano per i suoi progetti sul territorio. “Due mesi fa fui contattato dal Ministero per il Sud – ha svelato – ma ad oggi l’incontro che mi fu proposto ancora non si è fatto. Sarebbe un grave errore sprecare un’opportunità così importante, in un momento in cui ci sono tanti fondi per rilanciare il Mezzogiorno e il Litorale domitio”. Forte è il rammarico. Un sentimento che la platea percepisce come sincero, anche perché misto a rabbia e delusione: “Non possiamo più accettare l’abbandono sistematico delle forze politiche del nostro territorio”. Accuse rivolte anche a vecchie generazioni di politici ed amministratori locali colpevoli di aver compiuto, secondo Cerrito, scelte “sbagliate”, finite per penalizzare località come Baia domitia, nel Casertano. “Fu Valenzi, allora sindaco di Napoli, a sceglierla come sede per i terremotati e per coloro che avevano subito danni a causa del bradisismo”. Un’opinione che ha fatto storcere il naso al sociologo Luigi Caramiello, intervenuto al dibattito insieme alla scrittrice, docente e presidente dell’associazione Artur Maria Luisa Iavarone. “Non esistono pasti gratis”, ha replicato Caramiello, citando Milton Friedman, premio Nobel per l’economia nel 1976. “Non c’è nessuna decisione nella storia che non abbia comportato un prezzo da pagare. Sicuramente per Baia domitia quella scelta rappresentò l’interruzione di un sogno ma da qualche parte i terremotati bisognava pur collocarli. Occorre ora guardare alle potenzialità della terra aurunca e provare ad immaginare il suo rilancio ripartendo dalle tante ricchezze che esprime”, ha proseguito il professor Caramiello, che insegna sociologia all’Università “Federico II” ed è opinionista per diverse testate nazionali.
“Il mio sogno”, ha ripreso Cerrito, “è quello di una Baia domitia che viva di turismo tutto l’anno”. “Le potenzialità ci sono tutte – ha continuato -, spero che da questo incontro si possa uscire con uno spirito collaborativo, funzionale alla realizzazione del progetto”.
Prima che l’imprenditore e conduttore televisivo promotore del format “L’Altra Italia” prendesse la parola, i due relatori, Iavarone e Caramiello, hanno avuto modo di introdurre il videolibro di Cerrito, facendo considerazioni “per l’amico e il professionista” lusinghiere e sincere. “Presentiamo un libro che ho difficoltà a definire tale in senso convenzionale, perché racconta 60 anni di storia sociale attraverso fotogrammi e ricordi. Capisci così che con Gaetano il tempo non scorre mai invano. Una parabola sociale ed economica la sua che ha solcato mondi e territori. Sono sempre sconvolta e sedotta dalla capacità di attraversamento e di incontro di Gaetano Cerrito, che ha fatto dell’impegno sociale un momento baricentro della sua vita. Il libro è un album di fotografie che ci concede di entrare nel suo privato”, ha spiegato la professoressa Maria Luisa Iavarone. Prima che l’evento iniziasse, la stessa docente della Parthenope, ha avuto modo di accompagnare giornalisti e partecipanti in una piccola visita guidata alla prestigiosa struttura di Villa Doria d’Angri, ospitando brevemente i presenti anche presso i locali dell’associazione Artur, acronimo di Adulti Responsabili per un Territorio Unito contro il Rischio e nata in seguito all’aggressione subita a via Foria da suo figlio Arturo.
Per il professor Caramiello la presentazione del libro è anche “un omaggio alla figura di Gaetano, verso la quale nutriamo la massima stima e considerazione, un uomo del Sud ma non di un profondo Sud, perché il Litorale dominio si proietta verso il centro e guarda all’Europa. Gaetano è un uomo di frontiera, che si è mosso su questo crinale da sempre. Per il territorio aurunco è un vero e proprio genius loci”. Quindi Caramiello ha sottolineato: “Quella di oggi non è una biografia tradizionale ma simbolica, culturale e politica. Quest’ultima accezione va considerata nel senso più alto dell’espressione, vale a dire in un’ottica di impegno per il bene della polis. In questo senso, Gaetano è sicuramente un uomo politico, perché ha agito negli interessi della collettività, comunità di cui è espressione. È instancabile, una forza della natura, capace anche di mettere al primo posto il merito e allevare generazioni di giovani motivandoli e proiettandoli verso il futuro”.