La sindrome di Don Chisciotte e l’avanzata cinese

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Non uno ma più di un bollettino simili a quelli di guerra circolano, con frequenza sempre maggiore, nel Paese e, semmai fosse necessario, ottiene riprova dalle informazioni raccolte sul campo. Essi sono i rapporti che da diverse angolazioni descrivono l’andamento delle situazioni socioeconomiche di tutto il mondo o quasi. In questo particolare momento storico, i loro riflettori sono accesi sui paesi che costituiscono l’avanguardia produttiva del pianeta. Il Bel Paese è tra essi per una serie di motivi, taluni strutturali, altri contingenti. Tra i primi va evidenziato l’appartenenza dell’ Italia al gruppo dei paesi più industrializzati del mondo. Sotto l’altro punto di vista, il ritorno di Roma se non a caput mundi, da qualche tempo almeno nella ristretta cerchia dei paesi che decidono anche per le sorti degli altri, indica che si è riposizianata dopo lunga assenza. Certamente apripista di questo ritorno di fiamma nel ristretto empireo delle realtà geopolitiche che contano è stato il Made in Italy, cioè la creatività e il lavoro degli italiani. Lo stesso non ha conosciuto o quasi disastri nei settori che lo caratterizzano nemmeno nei momenti più bui della pandemia. Basti leggere le pagine economiche dei quotidiani per accorgersi che il settore del lusso del Bel Paese non si è limitato a sopravvivere. Altrettanto ha giovato alla causa della riaffermazione dello Stivale lo spirito di rigore e competente fattività che sta animando buona parte di chi ha in mano le sue sorti, in particolare le professionalità estranee al mondo politico. Ogni misura ha il suo colmo, come si dice con proprietà in campagna, che, una volta raggiunta, non può evitare che ciò che contiene debordi. Le istituzioni citate sopra, nell’ esprimere le valutazioni oramai sempre più ravvicinate nel tempo, hanno messo in cima alla classifica dei paesi europei che più stanno risentendo della crisi accentuata dalla guerra, l’Italia insieme a Germania, Francia e Inghilterra. Senza dubbio il più attendibile di essi, anche il più prudente, è il Fondo Monetario Internazionale. Nonostante ciò, lo stesso ha dato e confermato notizia di essere disponibile a aiutare la EU una volta che sarà passata la tempesta. Un particolare di non poco conto è la valutazione del trend del sistema Paese: sia il Fondo appena citato che le varie agenzie di rating, affermano che il sentiero di sviluppo dello stesso, seppure impervio, non è interrotto. Ciò nonostante è doveroso esprimere qualche perplessità su alcune affermazioni espresse da chi, riconosciuto imprescindibile opinion maker, interpreta attualmente la parte dell’ottimista incondizionato. Non è difficile trovare qualcuno dello stesso genere anche tra quelli che sono in visita a chi sta per lasciare questo mondo. A costo di peccare de hubris, non si può accettare acriticamente quanto ha dichiarato in un’intervista il Governatore della Banca d’Italia Visco. Questi ha espresso una valutazione che, ritenendo si sia trattato di una comunicazione dei risultati raggiunti dall’ Ufficio Studi dell Istituto di Emissione, avrà turbato la serenità anche di studenti ai primi anni della facoltà di economia. Ha infatti dichiarato il Governatore che, pur non andando come era stato organizzato il sistema di provvedimenti adottato per il recupero della produttività post pandemia, è da escludere che il Paese, a bocce ferme, si stia avviando verso la recessione. Sebbene esista la piena coscienza della possibilità che il paragone possa essere qualificato come una profanazione del tempio, è utile fare un paragone. Il comportamento del numero uno di Palazzo Koch ricorda da vicino quello di un medico specialista che diagnostichi un mal di pancia generico ciò che invece è una patologia più grave e non la curi per tale. Come se non bastasse, il Presidente della Commissione Economica della EU Gentiloni, alla domanda precisa dell’ intervistatore che gli chiedeva se le somme previste dal NGEU saranno bastevoli per riequilibrare le sorti dei condomini della Casa Comune, ha risposto di si, purchè vengano correttamente spesi. Si sarà trattato certamente di un frainteso perchè, fatta salva anche se improbabile una riedizione della moltiplicazione dei pani e dei pesci, sostituiti per l’occasione dal denaro, si avverte chiara la presenza di una sindrome che ricorda Don Chisciotte che voleva combattere contro i mulini a vento. Più specificamente, almeno per quanto riguarda l’Italia, è stato ufficialmente comunicato in più occasioni dal ministro dell’economia e confermato dal capo del governo, che per il completamento della dotazione finanziaria del PNRR occorrono altri soldi, oltre quelli previsti dal NGEU. Solo per completezza di informazione, per far fronte a tale esigenza il governo sta valutando da tempo come coinvolgere il risparmio privato, nella penisola il più consistente della EU. Una nota di colore: i due personaggi appena indicati in TV non sono apparsi molto convinti, come di solito sono, di quanto stavano affermando. Certamente il loro atteggiamento non sarà stato ridimensionato come è accaduto, anche se ex post e quindi ancor meno credibile, a quello della numero uno della Banca Centrale Russa. Si può azzardare invece che abbiano interpretato un ruolo paragonabile a quello dei dipendenti del Pentagono incaricati di accompagnare l’esercito americano nelle missioni all’estero. L’ USO, questo il nome di quella istituzione, ha il compito di tenere alto il morale delle truppe. È comprensibile, anche se si fa fatica a giustificarlo. Se il Made in Italy non fa fatica a trovare collocazione fuori dei confini nazionali, altrettanto, seppure per motivi diametralmente opposti, il CE o Made in China sta prendendo sempre più piede in occidente e l’ Italia sembra di essere uno dei posti prescelti per dar vita a delle vere e proprie Chinatown. Le stesse nascono e crescono, mai che diano forfait. Stesso destino sembra toccare ai proprietari: non si capisce facilmente come lascino questo mondo.I vari verbi declinati al condizionale hanno una motivazione ben precisa: nulla di ufficiale traspare fuori da quei veri empori, tipici della cultura asiatica. Certo è che se continuano a moltiplicarsi, un buon tornaconto devono necessariamente averlo. Una caratteristica può fornire in parte la ragione del loro successo: sono aperti trentuno giorni al mese e praticano prezzi al di sotto del limite inferiore del range in cui spaziano quelli dei prodotti di riferimento occidentali. Il momento è senza dubbio favorevole a quel tipo di attività: chi si orienta a acquistare presso di esso, fa parte prevalentemente di una clientela di fascia bassa, così come lo è la sua capacità di spesa. È il numero di consumatori orientato verso di loro che è particolarmente cresciuto in ogni senso. Quelle attività hanno una connotazione specifica: I fornitori dai quali si riforniscono sono della stessa loro nazionalità e la maggior parte dei guadagni di quelle attività prende la via del ritorno in patria. Tutto ciò sempre per mano di trader e intermediari provenienti esclusivamente da dentro la Grande Muraglia. I film sull’argomento ambientati in America illustrano bene come gli emigrati del Celeste Impero operassero nella mercanzia già ai tempi della conquista del Far West, rimanendo sempre ben distinguibili, come se si trovassero in una enclave, anche se immateriale, della loro patria. In tutta l’argomentazione fin qui esposta, per l’ Italia e tutto l’occidente manca anche l’accenno a un solo vantaggio per gli stessi. Un’ idea in merito, anche se temeraria, è possibile azzardarla. Si potrebbe prendere in considerazione l’ipotesi che quella espressione della mercatura gialla in trasferta in occidente venga considerata come alternativa a un’improbabile “decrescita felice” dell’economia del Paese. Quest’ultima potrebbe così spostare sempre più la sua operatività verso le produzioni con più alto valore aggiunto. Quale potrebbero essere i risultati di una politica del genere è troppo impegnativo per essere affrontato a la volè e troppo eterogenea è la realtà sottintesa. A tempo perso, però, qualche riflessione varrà la pena farla. Non si sa mai che, da ostacolo, la presenza gialla possa rivelarsi un assist, prendendo in prestito tale termine dal mondo del calcio. Solo per inciso, anche in quello sport l’Italia è leader indiscussa.