Nel corso dei secoli più volte i componenti delle varie scuole di pensiero hanno affrontato il tema della genesi dei mutamenti sociali. Gli stessi si sono posti, tra le altre, la questione se le rivoluzioni fossero realmente dei cambiamenti improvvisi, il più delle volte imprevedibili, di situazioni ritenute consolidate. L’ alternativa che contrapponeva parte di quegli studiosi era che potesse invece trattarsi dell’accelerazione, in un senso o nel suo opposto, di assetti che da tempo stavano subendo un cambiamento. Ciò premesso, lo sconvolgimento che il mondo intero sta subendo ormai da alcuni anni, come va considerato? Questa è la domanda che va facendosi strada. Soprattutto per quanto sta accadendo ai vari sistemi socioeconomici che confermano, in quest’ epoca più che mai, di essere solo in parte ingabbiabili in reticoli matematici, validi al 100% sostanzialmente solo in teoria. Tale osservazione non pretende di dare la seppur minima validità a qualcosa di simile al concetto della mano invisibile ipotizzata da Adam Smith. Né tantomeno a un ordine naturale delle cose prescidente in toto dall’ intervento umano, caro a più di un pensatore in diverse epoche. Sembrerebbe uscirne rafforzata invece la tesi di alcuni economisti e sociologi moderni circa l’esistenza dei cosiddetti e naturali cicli economici. In effetti per il passato, volendo dare un nome ai periodi che l’uomo ha attraversato, li si è accostati a ciò che li hanno più spiccatamente caratterizzato. Di conseguenza, partendo dagli albori delle civiltà, si sono susseguite l’età del ferro, l’età del bronzo e altre caratterizzate da diversi elementi di volta in volta prevalenti. Come potrà essere definito quello attuale è un argomento particolarmente stimolante.
Certo è che, a dispetto di quanto sostenevano gli astrologi all’inizio del millennio, non porterà, almeno a breve termine, una nuova età dell’Acquario, per ipotesi felice e prospera. Sono diverse le condizioni che, malgrado tutto, con buona probabilità continueranno a frenare l’evoluzione dei vari sistemi sociali. Non si tratterrà del fallimento di una o più costruzioni socioeconomiche così come si sono andate evolvendo nel secolo scorso. Sarà la presa d’atto che tante situazioni che le ultime generazioni davano per certezze, dovranno essere a stretto giro “rivoluzionate”. In tal modo, si creeranno opportunità fino a qualche anno fa considerate come voli della fantasia, quindi poco attinenti alla realtà. Eppure dimostrazioni che la stessa possa superare l’immaginazione, anche in tempi relativamente recenti si sono avute. Basti pensare al film 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick per farsene un’idea precisa. È successo che, proprio mentre da un emisfero all’altro del mondo il pensiero scientifico e la ricerca stavano accingendosi a passare dalla teoria alla pratica, si sono frapposti gli ostacoli che sono ancora in piedi. Così stanno subendo rallentamenti le applicazioni pratiche, oltre che degli sviluppi della telefonia mobile, soprattutto dell’intelligenza artificiale. A tal proposito, a completamento di quanto scritto sopra, è credibile che, quella che è appena iniziata, sarà indicata dai posteri appunto come l’età dell’intelligenza artificiale. Un’ altra considerazione lascia l’amaro in bocca, l’espressione si addice anche nella sostanza, come potrebbe succedere a un goloso che si ammalasse di diabete. Come è normale che accada, essendo il petrolio il primo attore del dramma – o tragedia? – attualmente in scena, più di una istituzione in varie parti del mondo si è dedicata a approfondire le notizie che circolano intorno a esso. Prevalentemente sono partite dalla stessa premessa: i giacimenti di idrocarburi non sono rinnovabili, questo è un dato di fatto. Di conseguenza, se non fosse iniziata la transizione all’uso delle energie ottenute da fonti diverse e non inquinanti, per quanto tempo ancora l’umanità avrebbe potuto far conto sui combustibili fossili? Si ritorna così con i piedi per terra in quanto la risposta di coloro che si sono dedicati a tale indagine è stata pressoché unanime. Il sottosuolo del pianeta custodisce tanto di quell’oro nero e suoi analoghi da bastare a più di una generazione. Nel periodo immediatamente successivo a quello attuale, definibile a ragione sospeso, l’umanità soffrirà un’angoscia simile a quello del supplizio di Tantalo: essere costretto a rinunciare a tanto bendidio per non aver rispettato la salvaguardia del pianeta. La tentazione sarà, con molta probabilità, forte, come ora sta accadendo per il ritorno forzato all’ utilizzo del carbone. In alcuni paesi, come l’Italia, si pensava che lo stesso fosse andato definitivamente in disuso. Tale rompicapo rischia di far perdere di vista ciò che ancora oggi è considerato l’obiettivo principale della prima metà del secolo: il riequilibrio della gestione del pianeta. I giochi per stabilire e decidere quali saranno le sue sorti, allo stato sono fermi in un punto cruciale della partita e il loro esito è più incerto che mai. Un particolare importante è invece sicuro: non si giocheranno tempi supplementari, quindi sarà bene per tutti darsi una regolata. Salvo in tempo.