Scienza, dosi controllate di “ecstasy” riducono il disturbo da stress post-traumatico

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(fonte Wikipedia)

L’MDMA, o 3,4-metilendiossimetanfetamina, nota anche come ecstasy, somministrata in dosi controllate, potrebbe migliorare la sintomatologia del disturbo da stress post-traumatico (PTSD). Questi, in estrema sintesi, sono i risultati di uno studio, presentato durante l’American Chemical Society (ACS) Spring Meeting 2022 dagli scienziati dell’Universita’ della California a San Francisco, che hanno condotto una sperimentazione clinica di fase III per valutare l’efficacia della sostanza psicotropa in una coorte di pazienti con PTDS. Il disturbo da stress post-traumatico colpisce milioni di persone ogni anno, che devono affrontare la normalita’ a seguito di un evento particolarmente intenso, pauroso, shoccante o terrificante.
I trattamenti esistenti non sono efficaci in misura eguale, per cui sono urgentemente necessari nuovi approcci terapici. Il team, guidato da Jennifer Mitchell, ha utilizzato l’MDMA in combinazione con la psicoterapia. Già dagli anni ’70, spiegano gli studiosi, alcuni psichiatri avevano impiegato sostanze psicotrope per migliorare le manifestazioni e i sintomi dei disturbi psichiatrici.
“L’ecstasy è davvero interessante perchè è un empatogeno – spiega Mitchell – rilasciando ossitocina nel cervello, promuove pensieri di fiducia e speranza che possono davvero essere utili in un contesto terapeutico. Alcuni studi su modelli animali, inoltre, rivelano che può aiutare a elaborare i ricordi della paura nell’amigdala”. Resa illegale dalla Food and Drugs Administration (FDA) nel 1985, l’MDMA e’ ancora molto diffusa nel commercio illegale di sostanze stupefacenti. Il gruppo di ricerca ha arruolato 90 persone con PTSD in forma grave. Durante la sperimentazione di fase III, alcuni soggetti hanno ricevuto la droga, mentre altri sono stati esposti a un placebo. I partecipanti hanno frequentato una sessione di terapia della durata di otto ore a seguito dell’assunzione di una dose e mezza della sostanza psicotropa o del placebo.
A distanza di due mesi dalla conclusione del ciclo di somministrazione, riportano gli autori, circa due terzi dei pazienti che avevano ricevuto l’MDMA non mostravano piu’ i sintomi da PTSD, a fronte di circa un terzo del gruppo di controllo. Il team sta attualmente arruolando partecipanti per un secondo studio di fase III. “L’utilizzo di questa sostanza psicotropa – commenta il ricercatore – potrebbe portare a risultati positivi nel trattamento del disturbo da stress post-traumatico. Il nostro approccio sembra inoltre ugualmente efficace nelle persone considerate resistenti al trattamento”. “E’ importante sottolineare che chi soffre di disturbo da stress post-traumatico non dovrebbe assolutamente assumere MDMA in autonomia – conclude Mitchell – e’ infatti fondamentale utilizzare dosi controllate in un sistema di supporto adeguato”.