La diplomazia senza colpe

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In foto Tim Barrow

Non diamo la colpa alla diplomazia per trincerare le responsabilità  di tutto un sistema, dietro la coltre russo Ucraina. La guerra è iniziata molti anni fa ed era già mondiale visto le forze in gioco, gli armamenti, gli interessi economici come la nuova via del petrolio e i vari embarghi posti dagli USA, che hanno letteralmente immobilizzato le venture progettuali e futuribili dei partnership con il colosso di Putin. Uno zar indubbiamente temibile ma che è stato messo sempre più nell’angolo facendolo scoppiare come un ordigno sottoposto ad un telecomando .

La diplomazia ha tentato in questi anni di far capire queste cose e lo ha fatto attraverso alcuni Consoli  ed Ambasciatori che erano convinti che le sorti dell’Europa e del suo sistema monetario, in realtà, erano sempre più competitivi rispetto al dollaro statunitense tanto da superarlo in più occasioni. Un Ambasciatore Ue che ha inutilmente professsto questa logica è Sir Tim Barrow , Ambasciatore Uk presso la Ue, pro Brexit, non unico a vedere che prima si era fatto di tutto per annettere l’est all’Ue e dopo le sanzioni invece si sono fatti mille passi indietro per adeguarsi alle decisioni USA, il cui entourage politico era pronto ad ogni scontro pur di recuperare il disavanzo monetario interno, quindi una mentalità molto aperta. Un disavanzo che Trump ha cercato di combattere con una politica protezionista che ha fatto parlare di un allontanamento economico tra USA e Europa, che però era rassicurante per tutto ciò che riguardava  i nostri vincoli umani e belligeranti . Poi si sono inserite la Cina con la sua via della seta per sostituirsi commercialmente in Europa alla cadente influenza americana e l’espansione del fondamentalismo in Africa e nelle nuove potenze mondiali, il cui defluire ha trovato sicuramente un avversario in Putin visto che le prime carovane depredate dai talebani  con i barili del greggio , provenivano dalla Russia. Così il primo flopo USA ad opera di Biden fu l’Afghanistan; Il presidente russo, Vladimir Putin, critico’  i Paesi occidentali per provare a far ospitare temporaneamente i rifugiati afghani da Paesi dell’Asia centrale, citando preoccupazioni di sicurezza per la Russia. Parlando a un incontro con alti funzionari del partito Russia Unita, Putin si scagliò  contro quello che ha definito “un approccio umiliante” da parte degli Stati occidentali. Il leader del Cremlino sottolineo’ che non ci sono restrizioni di visti fra la Russia e i suo alleati dell’Asia centrale e aggiunse  che Mosca non vuole che “militanti compaiano in Russia travestiti da rifugiati”.
La diplomazia insomma, attraverso menti molto coscienti di questi cambiamenti, ha cercato con la cultura di avvicinare Paesi inavvicinabili e, non a caso, è proprio la cultura ad essere ostacolata in un giogo di allontanamento concreto tra Russia ed Europa. L’Italia è la Cenerentila di questa grande giostra, con valenti braccia ha sostenuto il cambiamento ma si è vista bloccare dai Paesi più forti e non si è saputo sbloccare proprio per le sue dipendenze.
Ora si trova annodata in un baule di speranze che nulla hanno a che fare con il sogno europeo che tutti ci aspettavamo, e che invece, se si legge bene la storia e gli antefatti della grande guerra, assomiglia di più ai presupposto di un conflitto mondiale che nonostante tutto ci ha visto vincitori.e poi sconfitti .  In tutto questo groviglio, la diplomazia non ha colpe essendo proprio l’opposto di quella prepotenza che porta un Paese ad opprimere un altro, ed a lasciare tanti morti sul terreno, che purtroppo sono mostrati al mercato delle reazioni in modo strumentale e pericoloso.