La fuga dei diplomatici da Kiev

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In foto Pier Francesco Zazo

Con la crisi russo – ucraina si è avuto il rientro in Italia del personale dell’ambasciata italiana a Kiev, di cui l’Ambasciatore Francesco Zazo. La Farnesina ha reso noto infatti che nel corso della riunione di coordinamento sulla situazione in Ucraina, presieduta dal Ministro degli Affari Esteri, Luigi Di Maio, è stato deciso d’intesa con le Ambasciate dell’Unione Europea presenti nel Paese di far rientrare il personale non essenziale della nostra sede diplomatica a Kiev, che resterà in ogni caso pienamente operativa. L’evento quindi è stato parallelo a quello di altrwe sedi diplomatiche a riprova della situazione di crisi esistente, che non preclude una sua risoluzione, nel ben o nel male, a breve temine. Molti connazionali ucraini, che lavorano a Napoli, sono in apprensione per i loro parenti che non possono certo raggiungere e vivono momenti di angoscia anche perché le notizie sono frammentarie. Ci si chiede quanto alla base non sia il petrolio il principale responsabile di questa exalation, il cui prezzo per barile è andato prima a diminuire e poi a crescere incredibilmente determinando l’aumento delle bollette che stiamo patendo in questi giorni.

Intanto sono le ripercussioni economiche sulle borse europee a destare preoccupazioni: le Borse europee iniziano la prima seduta della settimana di San Valentino  in profondo rosso. In mattinata i principali listini perdono oltre il 3%. Piazza Affari è una delle peggiori con perdite che sfiorano il 4%. Lo spread tra Btp e Bund torno a livelli elevati ( 171 punti in apertura) rispetto ai 165 punti della chiusura di venerdì. Si tratta del massimo da giugno 2020. Le tensioni geopolitiche rischiano di peggiorare la crisi energetica dell’Europa, colpendo le forniture di gas e petrolio, e fanno volare il prezzo del petrolio e del gas. I future sul Brent si attestano sopra i 95 dollari al barile. Il Wti viaggia sopra quota 93 dollari. Ma la corsa più forte è quella del gas. La Russia è la principale fonte di gas naturale in Europa, con circa un terzo delle sue esportazioni che attraversano l’Ucraina. Gli impianti di stoccaggio dell’Europa sono già a livelli bassi, con prezzi cinque volte più alti del normale per questo periodo dell’anno. Ad Amsterdam le quotazioni sono in rialzo del 5,9% a 82 euro al Mwh, dopo aver registrato in mattinata un aumento del 12% a 88 euro. A Londra il prezzo sale del 6,1% a 197,20 penny per Mmbtu. Sullo sfondo restano le preoccupazioni per l’elevata inflazione e la prospettiva di aumenti dei tassi della Federal Reserve. Venerdì le Borse europee hanno chiuso in calo, trascinate al ribasso da WallStreet, per i timori che l’aumento dell’inflazione negli Stati Uniti spingerà la Fed a inasprire la sua politica monetaria in modo aggressivo, a partire da unaumento di 50 punti base a marzo, anche alla luce del crollo della fiducia dei consumatori.