Tokyo recupera terreno, il Nikkei 225 guadagna lo 0,42%

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Il Ftse Mib segna +0,07%, il Ftse Italia All-Share +0,06%, il Ftse Italia Mid Cap -0,03%, il Ftse Italia Star +0,03%. Mercati azionari europei incerti in avvio: DAX +0,1%, CAC 40 -0,1%, FTSE 100 +0,2%, IBEX 35 -0,1%. Ieri sera a Wall Street l’S&P 500 ha chiuso a +0,03%, il Nasdaq Composite a +0,38% e il Dow Jones Industrial a +0,08%. I future sui principali indici USA attualmente sono in ribasso dello 0,1 per cento circa. Lieve rialzo a Tokyo con il Nikkei 225 a +0,42%. Contrastate le borse cinesi: a Shanghai l’indice CSI 300 termina a +1,23%, mentre a Hong Kong l’Hang Seng segna al momento -0,5%. Euro tonico contro dollaro: EUR/USD al momento oscilla in area 1,1350, in recupero dal minimo di ieri pomeriggio a 1,1306. Mercati obbligazionari europei poco mossi in avvio: il rendimento del BTP decennale scende di 1 bp rispetto alla chiusura precedente all’1,60%, quello del Bund è stabile allo 0,56%. Lo spread è quindi in calo di 1 bp a 104.

Borse asiatiche

Dopo una seduta di moderati guadagni per Wall Street (il migliore tra i principali indici Usa è stato il Nasdaq, in progresso dello 0,38%), i mercati asiatici riaprono agli scambi e le performance sono miste. Pesa soprattutto il declino dei corsi del petrolio, deprezzatosi di circa il 3% in overnight. E gli investitori guardano ancora al dato sul Pil cinese comunicato da Pechino nel weekend. Se nel terzo trimestre l’economia cinese ha registrato una crescita del 6,9% leggermente migliore rispetto al 6,8% atteso dagli economisti si tratta pure sempre della peggior performance da quella del primo trimestre 2009, nel pieno della crisi finanziaria globale. Oltre tutto, diversi osservatori continuano a mettere in discussione il modo in cui le autorità di Pechino calcolano il Pil. L’indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso, avviato verso la migliore performance mensile dal febbraio 2012 segna però un declino di quasi mezzo punto percentuale. I mercati cinesi sono in altalena. Dopo un’apertura in perdita di circa mezzo punto hanno virato in territorio positivo, con lo Shenzhen Composite che sovra-performa gli altri listini della regione, toccando un progresso dell’1,50% a un paio d’ore dalla chiusura. Perde invece quasi l’1% l’Hang Seng di Hong Kong. Tokyo, dopo avere segnato la peggiore performance tra i principali indici asiatici lunedì, recupera terreno e il Nikkei 225 guadagna lo 0,42% nella seduta, nonostante l’economia del Sol Levante sia attesa in significativo rallentamento per il terzo trimestre, a causa del generalizzato declino della domanda in Asia. Secondo un sondaggio condotto da Reuters tra 21 economisti, infatti, nei tre mesi allo scorso 30 settembre il Pil è previsto in progresso su base annua dello 0,4% contro l’1,3% stimato solo un mese fa. Nel trimestre precedente il progresso era stato dell’1,2% e ora c’è qualche analista che non esclude che per il Sol Levante si possa parlare di recessione. Per altro, nei tre mesi allo scorso 30 giugno il dato aveva segnato un declino dello 0,3% su base mensile. Di tutt’altro tenore la giornata di Sydney, con l’S&P/ASX 200 che perde lo 0,65% al traino dei sett ori energetico e minerario. Performance queste ultime strettamente legate ai dati sul Pil cinese. Chiude in positivo dello 0,45% invece il Kospi di Seoul.

Borsa Usa

A New York i principali indici hanno chiuso la prima seduta della settimana poco mossi. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,08%, l’S&P 500 lo 0,03% e il Nasdaq Composite lo 0,38%. A frenare il Dow Jones e l’S&P 500 sono stati i titoli del settore energetico. L’indice NAHB, che misura la fiducia dei costruttori edili, è cresciuto a ottobre a 64 punti dai 61 punti (dato rivisto al ribasso di un punto) del mese precedente. Si tratta della cifra più alta degli ultimi 10 anni. Il dato p anche superiore alle attese (consensus 62 punti). Sul fronte societario Exxon Mobil -1,81%. Il petrolio (Wti) ha chiuso in calo del 2,90% a 45,89 dollari al barile. Morgan Stanley -4,77%. La banca d’affari ha diffuso risultati relativi al terzo trimestre inferiori alle attese. L’utile è diminuito a 1,02 miliardi di dollari da 1,69 miliardi dello stesso periodo di un anno prima mentre i ricavi sono calati a 7,77 miliardi da 8,91 miliardi. Su base adjusted l’Eps si è attestato a 0,42 dollari su ricavi per 7,33 miliardi. Gli analisti avevano previsto un Eps di 0,62 dollari su ricavi per 8,54 miliardi. Halliburton -1,11%. Il colosso dei servizi per l’industria petrolifera ha chiuso il terzo trimestre con una perdita di 54 milioni di dollari contro l’utile di 1,2 miliardi dello stesso periodo di un anno prima. Escluse le poste straordinarie l’Eps si è attestato a 0,31 dollari, 4 centesimi in più delle attese. I ricavi sono calati a 5,58 miliardi da 8,7 miliardi. Diebold +6,74%. Il gigante dei bancomat ha annunciato l’acquisto della rivale tedesca Wincor Nixdorf per 1,7 miliardi di euro. Nike +2,11%. BB&T Capital ha alzato il rating sul titolo del colosso dell’abbigliamento sportivo a buy d a hold. Campus Crest +13,91%. Harrison Street Real Estate Capital ha messo sul piatto 1,9 miliardi di dollari (debito incluso) per l’acquisto del real estate investment trust (Reit) Usa specializzato in alloggi studenteschi. Weight Watchers +105%. La star della televisione americana Oprah Winfrey ha annunciato l’acquisto del 10% del capitale della società specializzata in diete alimentari.

Europa

Le principali Borse europee hanno aperto la seduta in leggero rialzo. Il Dax30 di Francoforte guadagna lo 0,2%, il cac40 di Parigi lo 0,1%, il Ftse100 di Londra lo 0,15% e l’Ibex35 di Madrid lo 0,05%. In Germania l’Ufficio di Statistica Destatis ha comunicato che nel mese di settembre l’Indice dei Prezzi alla Produzione è diminuito dello 0,4% su base mensile a fronte di un calo dello 0,1% atteso dagli economisti. Su base annuale il PPI è diminuito del 2,1%. Sul fronte societario Actelion +4%. Il gruppo biotech svizzero ha alzato le stime per l’esercizio in corso. Il risultato operativo è ora atteso in crescita di oltre venti punti percentuali contro “poco meno del 20%” della precedente guidance.

Italia

Piazza Affari ieri ha chiuso in rialzo supportata dalla buona vena del comparto finanziario che ha controbilanciato la debolezza del settore oil in scia alle forti vendite sul petrolio. La prima parte di seduta è stata caratterizzata dalla raffica di dati macro arrivati dalla Cina. Il Pil del Paese asiatico nel terzo trimestre ha mostrato un progresso del 6,9%, il livello più basso da inizio 2009 ma comunque sopra il consensus Bloomberg che prevedeva una crescita del 6,8 per cento. Il target di crescita del 7% per l’intero 2015 indicato dal governo di Pechino appare quindi a portata di mano. La produzione industriale cinese a settembre è salita del 5,7%, deludendo le attese che erano pari a +6 per cento. La seconda parte della seduta ha invece evidenziato la debolezza di Wall Street che ha risentito soprattutto del tonfo di Morgan Stanley, che sta perdendo circa il 6%, dopo i deludenti risultati del terzo trimestre. In conclusione a Piazza Affari l’indice Ftse Mib ha chiuso con un rialzo dello 0,36% a 22.419 punti.


I dati macro attesi oggi

Martedì 20 ottobre 2015

08:00 GER Indice prezzi alla produzione set;

10:00 EUR Bilancia partite correnti ago;

14:30 USA Licenze edilizie set;

14:30 USA Nuovi cantieri residenziali set;

15:00 USA Intervento Dudley (Fed);

15:15 USA Intervento Powell (Fed);

17:00 USA Intervento Yellen (Fed).