Sospeso il rimpatrio del bimbo conteso tra Italia e Ucraina. L’avvocato: Attoniti, conflitto peggiora le cose

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E’ stata sospesa l’esecuzione dell’ordine di rimpatrio del bimbo di 2 anni e mezzo conteso tra padre italiano e madre ucraina. Il rimpatrio era previsto per oggi, giovedì 24 febbraio, secondo quanto deciso dal Tribunale della città di Sumy, capoluogo dell’omonima Oblast‘ nel nord-est del Paese, al confine con la Russia, del quale la donna è originaria. La madre del bimbo, che a settembre 2020 è tornata in Ucraina per un viaggio concordato con il compagno senza però fare più ritorno in Italia, aveva presentato ricorso contro la decisione, ma l’istanza di sospensione del rimpatrio era stata rigettata dalla Corte d’Appello di Sumskyi. Questa mattina è arrivata la comunicazione della sospensione dell’esecuzione dell’ordine di ritorno, disposta dal collegio giudicante della Corte d’Appello di Sumskyi, “fino a quando la decisione di ritorno non sarà efficace”. La decisione dei giudici ucraini è del 17 febbraio ma è stata comunicata solo questa mattina. L’avvocato Roberta Foglia Manzillo, che difende il 48enne ischitano padre del bimbo, non nasconde la preoccupazione che, anche alla luce del conflitto scoppiato tra Ucraina e Russia, il rientro del bimbo in Italia possa ora rivelarsi più complicato del previsto. “Siamo attoniti – dichiara all’Adnkronos – dopo aver lanciato l’allarme sui social network e sulla stampa, è arrivato un contrordine interpretativo della sentenza secondo cui, se non sono scaduti i termini per proporre appello o se si è proposto appello, si deve attendere l’esito della sentenza per mettere in esecuzione. Ma abbiamo la sentenza di primo grado del tribunale ucraino che ci dà ragione”.