Cura del tumore alla prostata, premiato il Policlinico della Federico II. In Campania sei riconoscimenti

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In foto il Policlinico di Napoli

C’è anche il Policlinico Federico II di Napoli tra le 94 strutture sanitarie italiane e le 6 campane premiate dalla fondazione Onda, Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere, con il “Bollino Azzurro”. Il riconoscimento, alla sua prima edizione e il primo che la fondazione assegna per la salute dell’uomo, individua i centri che garantiscono un approccio multiprofessionale e interdisciplinare dei percorsi diagnostici e terapeutici per le persone con tumore alla prostata. “Il tumore alla prostata – sottolinea Vincenzo Mirone, ordinario di Urologia e direttore dell’Uoc di Urologia del Policlinico Federico II – è tra le malattie più diffuse negli uomini: in Italia sono circa 564mila le persone con una pregressa diagnosi di tumore della prostata. Al Policlinico Federico II si adotta un approccio multidisciplinare e personalizzato nel trattamento della malattia grazie alla collaborazione tra diversi specialisti: l’urologo, il radioterapista, l’oncologo medico, il patologo, il radiologo, il medico nucleare e lo psicologo, in questo modo possiamo migliorare la qualità della vita delle persone con tumore alla prostata e favorire, anche in termini di prevenzione, un’informazione consapevole tra la popolazione maschile”.
Per l’assegnazione del “Bollino Azzurro” si è partiti dalla nutrita schiera di presidi ospedalieri già in possesso, come il Policlinico federiciano dal lontano 2014, del “Bollino Rosa”. La valutazione delle 155 strutture ospedaliere candidate e la conseguente assegnazione del Bollino Azzurro, si legge in una nota Unina, “si sono basate sulla compilazione di un questionario di mappatura articolato su 10 domande, volte a misurare la qualità e la multidisciplinarietà dei servizi, valutati da una commissione multidisciplinare di esperti istituita da Onda”. “Partecipiamo con grande interesse alle iniziative promosse da Onda – ammette la direttrice generale Anna Iervolino – perché rappresentano uno stimolo di continuo miglioramento nell’offerta dei servizi, in un’ottica di sempre maggiore personalizzazione e con percorsi caratterizzati da approcci multispecialistici e all’avanguardia. Abbiamo investito molto in tecnologie, con l’acquisto di un secondo robot, e nell’innovazione dei processi organizzativi per rendere più efficienti i servizi, senza mai perdere di vista l’umanizzazione dei percorsi. Una sfida che ci ha permesso di diventare un punto di riferimento dell’assistenza regionale ed extraregionale”.