Mediobanca, primo semestre oltre le attese: 526 milioni di utile (+28%)

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Mediobanca ha chiuso il primo semestre con un utile record di 526 milioni, in crescita del 28% rispetto a un anno prima e superiore ai 482 milioni previsti dal consensus degli analisti fornito dalla società. Nel solo secondo trimestre l’utile è stato di 264 milioni (+25,4%) a fronte dei 220 milioni attesi dal mercato. Tornando ai numeri del semestre, il margine di intermediazione è cresciuto del 12,2% a 1,46 miliardi, con margine di interesse a 733,5 milioni (+1,8%) e commissioni a 443,2 milioni (+15,8%). I costi di struttura sono saliti del 7,2% a 633,4 milioni, per un rapporto cost/income sceso al 43%. Quanto alla solidità patrimoniale il coefficiente Cet1 phase-in passa dal 16,3% al 15,4% includendo il pay-out del 70%, anche per l’avvio del buyback che pesa per circa 65 punti base. Il dato fully loaded scende così al 14,1% dal 15,1%.
L’utile semestrale comporta un ritorno sul patrimonio tangibile dell’11%. Proseguendo con l’analisi, le rettifiche su crediti sono aumentate del 16,7% a 137,3 milioni ‘unicamente per un intervento straordinario nell’ultimo trimestre (circa 35 milioni, di cui due terzi relativi a portafogli Npl di MBCredit Solutions e il resto a posizioni o’easing più datate) nell’ottica di derisking’. Il costo del rischio ‘permane ai minimi storici’, vale a dire 55 punti base nonostante 15 punti di one off. Quanto agli aggregati patrimoniali, gli impieghi verso la clientela sono saliti del +4,9% a 50,8 miliardi. Le attività deteriorate lorde scendono a 1,47 miliardi con un’incidenza sul totale degli impieghi al 2,8%. ‘La buona qualità del credito – sottolinea Piazzetta Cuccia – ha consentito al gruppo di proseguire anche in questo semestre nella prudente politica di accantonamento (coverage ratio dal 64,9% al 66,9%) riducendo le attività deteriorate nette da 560,2 a 487,1 milioni, con un rapporto sugli impieghi dell’1%’. Al 31 gennaio le moratorie residue si sono ridotte a circa 95 milioni. La raccolta è cresciuta del 5,5% a 59,3 miliardi, grazie alla spinta del wealth management (a 27,2 da 25,2 miliardi), che copre il 46% della provvista complessiva. Le attività finanziarie del wealth management crescono nel semestre da 71,5 a 79,4 miliardi per effetto di nuovi flussi pari a 4,4 miliardi, di cui 2,9 miliardi nell’ultimo trimestre. Sul fronte infine dell’andamento economico delle singole divisioni, il wealth management chiude il semestre con un utile di 72,4 milioni (+54,4%), il credito al consumo con 190 milioni (+38%), il Corporate & investment banking con 131,7 milioni (-22,7%), il Principal investing con 185 milioni (+43,8%) con book value della partecipazione in Generali salita da 3.663,1 a 3.761,9 milioni dopo utili per 186,5 milioni. Le funzioni di holding riducono infine la perdita a 53 milioni da 73,1. Nel prossimo semestre Mediobanca stima ‘una stabilizzazione dei volumi creditizi anche se proseguirà il recupero del credito al consumo, prodotto a maggior marginalita”. ‘Buone la pipeline dell’Investment banking e le attese di redditività del wealth management – aggiunge l’istituto – che dovrebbe beneficiare delle accresciute masse medie e della costante attenzione allo sviluppo di nuovi prodotti per la clientelà. ‘Sulla base dell’intensa attività commerciale si prevede un solido sviluppo dei ricavi che potrà essere tuttavia influenzato dalla maggiore volatilità dei mercati e dalla minore incidenza di elementi non ricorrentì, conclude Piazzetta Cuccia.