Natale, le spese alimentari crescono e spingono l’economia

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(foto da Pixabay)

Le festività natalizie del 2021 sono più normali, con molte meno restrizioni rispetto a quelle dell’anno scorso e con ricadute positive importanti sull’economia. Aumenta in modo sensibile, infatti, la spesa alimentare per cene e pranzi a casa, oltre che per i regali. Secondo quanto emerge da un’analisi Coldiretti/Ixe’, oltre nove italiani su dieci (93 per cento) hanno deciso di trascorrere il Natale nelle case, in famiglia o con i parenti e gli amici più stretti, sotto la spinta dalla crescita per la risalita dei contagi e del diffondersi della variante Omicron. Il risultato – spiega in una nota Coldiretti – e’ un aumento del 38 per cento della spesa per il cibo rispetto allo scorso anno per un valore medio di 113 euro a famiglia. Ma c’è anche un nove per cento di italiani che non si farà contagiare dalla passione per la cucina e ordinerà d’asporto o ricorrerà a piatti pronti portati da amici o parenti. Se la stragrande maggioranza resta nelle case, l’arrivo del green pass rafforzato permette comunque a 3,5 milioni di italiani di tornare a festeggiare il Natale in ristoranti, agriturismi e pizzerie, anche se si tratta della meta’ rispetto al 2019, prima della pandemia.
Per quanto riguarda i prodotti più presenti sulle tavole – riferito Coldiretti -, lo spumante si conferma come il prodotto immancabile per otto italiani su dieci (84 per cento), mentre il panettone con il 77 per cento batte di misura nelle preferenze il pandoro fermo al 69 per cento ma entrambi consumati spesso in abbinamento a dolci locali che vengono fatti in casa in quasi la meta’ delle famiglie (47 per cento). Con le specialità enogastronomiche tra i regali più gettonati del Natale 2020, le tavole si arricchiscono soprattutto dei prodotti regionali tipici della ricorrenza, come il panone di Natale in Emilia Romagna, u piccilatiedd in Basilicata, il panpepato in Umbria, la pizza di Franz nel Molise, lu rintrocilio in Abruzzo, le pabassinas con sa sapa in Sardegna, la carbonata con polenta in Valle D’Aosta, il pangiallo nel Lazio, le carteddate in Puglia, i canederli in Trentino, la brovada e muset con polenta in Friuli, i quazuni’elli in Calabria, il pandolce in Liguria, la pizza de Nata’ nelle Marche, i buccellati in Sicilia, il brodo di cappone in tazza in Toscana e l’insalata di rinforzo in Campania. Secondo un’indagine Coldiretti/Ixe’ sull’andamento dello shopping in vista del Natale, inoltre, sono 2,4 milioni gli italiani che quest’anno hanno atteso gli ultimi tre giorni per acquisire i regali per se stessi o per gli altri da mettere sotto l’albero.