Anap, intesa modello con Moldavia in movimento: lavoro per migliaia di immigrati

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in foto Raffaele Tovino

È possibile gestire l’immigrazione in modo razionale, magari assecondando le esigenze dell’economia e rafforzando le prospettive di integrazione, lontano dagli isterismi e dai “sovranismi” dei soliti noti? La risposta è sì, almeno a giudicare da “Moldavia in movimento”. Si tratta di un accordo che, nei prossimi mesi, porterà in Italia migliaia di lavoratori originari del Paese dell’Est europeo che saranno impiegati in diversi interventi messi in cantiere sul territorio nazionale. E un ruolo di primo piano spetterà all’Associazione nazionale aziende e professionisti (Anap) i cui circa 45mila aderenti sono pronti a impiegare 2mila lavoratori edili moldavi che, in questo modo, avranno la possibilità di inserirsi nel tessuto sociale ed economico italiano.
È Teramo la città dove si è registrata la svolta decisiva in vista della sigla dell’accordo. Nella sede locale della Camera di Commercio “Gran Sasso d’Italia”, presieduta da Antonella Bellone, le diplomazie e i rappresentanti delle categorie di produzione e servizi di Italia e Moldavia hanno definito la strategia che, in un futuro non troppo lontano, potrebbe portare i due Paesi a realizzare progetti comuni anche in ambito turistico e commerciale. Non a caso a Teramo, oltre l’ambasciatore moldavo Anatolie Urecheanu e il console onorario Roberto Galanti, erano presenti i rappresentanti non solo dell’Anap (Associazione nazionale aziende e professionisti) e Aepi (Associazioni europee professionisti e imprese), ma anche di Confindustria, Cna, Confartigianato e altre realtà associative italiane.
Presupposto del patto di Teramo è l’accordo siglato dai ministri del lavoro di Italia e Moldavia il 5 luglio del 2011, con il quale il nostro Paese si impegnava ad attribuire una quota di ingresso speciale ai cittadini moldavi. Sulla base di quel testo, firmato dall’allora ministro Maurizio Sacconi e dal suo omologo Valentina Buliga, Italia e Moldavia manifestavano la volontà di investire nella formazione professionale e linguistica dei lavoratori esteuropei attraverso specifici corsi organizzati nel Paese di origine di questi ultimi. Non solo: l’accordo prevedeva anche che ai lavoratori moldavi fossero riconosciuti gli stessi diritti dei colleghi italiani e che le istituzioni dei due Paesi si adoperassero per favorire l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro. In vista dell’integrazione sociale degli immigrati, infine, l’Italia si impegnava a valorizzare il ruolo della comunità moldava attraverso il coinvolgimento costante e diretto delle associazioni rappresentative.

Opportunità per l’Italia
Ora, dunque, anche grazie al dinamismo di realtà come l’Anap, si aprono nuove prospettive professionali e di vita per migliaia di persone provenienti da uno degli Stati più poveri dell’Europa. La Moldavia, infatti, fa registrare da anni un pil e un indice di sviluppo umano tra i più bassi nel Vecchio Continente, complici la particolare debolezza del settore terziario e la modestia dei sistemi di comunicazione stradale, ferroviaria e fluviale. Tutto ciò, sommato alla crisi economica innescata dal Covid, sta spingendo centinaia di migliaia di persone a emigrare: allo stato attuale si calcola che circa un milione di moldavi sia residente all’estero.
A ogni modo, il patto di Teramo rappresenta un’opportunità non solo per i lavoratori moldavi ma anche per le imprese italiane, da sempre in cerca di quella manodopera specializzata che talvolta appare introvabile, e per lo stesso sistema Italia, chiamato a sperimentare un nuovo modello di gestione dei flussi migratori. «Ciò che autorizza a ben sperare – sottolinea Damiano Petrucci, presidente dell’Anap – non è solo il fatto che si pongano le basi per una cooperazione sempre più forte e strutturata tra l’Italia e la Moldavia, ma che proprio dal mondo della produzione e dei servizi giunga l’input per una gestione dell’immigrazione più sostenibile e razionale, attenta sia alle esigenze economiche che al tema ineludibile dei diritti individuali». Una prospettiva che l’Anap punta a rafforzare, come sottolinea il direttore generale Raffaele Tovino: «Accordi come quello di Teramo consentiranno alle imprese di casa nostra di reperire il personale indispensabile per realizzare una lunga serie di interventi strategici, ma anche di svolgere un ruolo di primo piano nell’integrazione dei lavoratori immigrati nel tessuto sociale italiano».