Credito alle Pmi, tassi record al Sud. Barbagallo (Cofiba): Campania a rischio usura

95

Le difficoltà di accesso al credito da parte delle Pmi, per una serie concomitante di fattori su cui incidono alta disoccupazione, elevati tassi di interesse, maggiori sofferenze e tanti protesti, piazzano la Campania sul podio delle regioni più a rischio usura d’Italia. ”Un rischio più di tre volte superiore rispetto alle realtà virtuose del Centro-Nord – commenta Carlo Barbagallo, ex presidente dei Giovani di Confindustria Campania e amministratore unico di Cofiba, società casertana leader nella bonifica ambientale – Rispetto a un indicatore nazionale medio pari a 100, la Campania presenta un rischio usura del 155,1 contro, tanto per citare un esempio, il 47,6 del Trentino Alto Adige”. Quali sono le attività economiche più interessate dal fenomeno? ”Le imprese di piccola dimensione – spiega Barbagallo – quelle che hanno sofferto in misura maggiore il razionamento del credito negli ultimi 4 anni. Nel 2015 le aziende fino a 20 addetti hanno registrato una diminuzione dei prestiti del 2,3%, rispetto al calo dell’1,6% evidenziato dal totale delle imprese italiane nel corso dell’ultimo anno. Denaro non solo più scarso, ma anche più costoso, specie nelle Regioni del Sud”. Basta dare uno sguardo ai dati per rendersi conto del gap tra le due parti dello Stivale. Secondo gli ultimi dati disponibili per il 2015 un’impresa italiana paga mediamente un tasso d’interesse effettivo del 5,53% sui finanziamenti per cassa riferiti ad operazioni in essere e a rischi autoliquidanti e a revoca. I tassi di interesse applicati alle piccole imprese sono superiori di 272 punti base rispetto a quelli applicati alle aziende medio-grandi. ”La classifica regionale del costo del denaro per le imprese vede, poi, il Mezzogiorno particolarmente penalizzato, con punte record in Calabria (tasso medio di interesse all’8,89%), seguita da Sicilia (7,89%), Molise (7,68%) e Campania (7,60%). Al lato opposto della classifica troviamo il Piemonte, con tassi medi di interesse del 4,53%, seguito da Trentino-Alto Adige (4,80%) e Lombardia (5,08%). In parole povere, per lo stesso prestito un imprenditore del Sud deve arrivare a sborsare fino al doppio di un suo collega del Nord”. E se non riesce ad accedervi spesso finisce per rivolgersi a canali illegali magari per far fronte alle scadenze fiscali e alle piccole spese impreviste. ”I dati della Cgia di Mestre dimostrano una correlazione inequivocabile tra difficoltà di accesso al credito e aumento del numero di estorsioni e di reati legati all’usura – conclude Barbagallo -. Nel 2014, infatti, la Campania, la Calabria, la Sicilia, la Puglia e la Basilicata – realtà territoriali in cui sono più drammatici i dati su disoccupazione, fallimenti aziendali, protesti, i tassi di interesse applicati – sono state le Regioni dove la “penetrazione” di questa piaga sociale ed economica ha raggiunto i picchi più elevati. E la situazione potrebbe essere persino peggiore dal momento che difficilmente le vittime dell’usura si rivolgono alle forze dell’ordine”.