Volkswagen: bruciati 30 mld in due giorni

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I titoli privilegiati di Volkswagen rimbalzano dopo un avvio negativo e le pesanti perdite registrate nelle ultime due sedute sull’onda del più grande scandalo che ha colpito l’azienda tedesca da quando è nata 78 anni fa. A inizio seduta le azioni si sono spinte per la prima volta da oltre quattro anni sotto i 100 euro con un minimo di seduta a 95,51 euro. Intorno alle 10 salgono dell’1,6% a 107,6 euro, trainando in positivo l’intero comparto europeo, prima sotto forte pressione. Deutsche Bank ha definito lo scandalo della truffa sulle emissioni scoperta dall’authority Usa Epa “un incubo per gli investitori” e ha tagliato il giudizio sul titolo a “hold” da “buy” con target ridotto a 130 da 260 euro. “Sottolineiamo tuttavia che la reale magnitudo dello scandalo resterà probabilmente incerta per molto tempo”, scrive la banca tedesca secondo cui ogni miliardo di euro aggiuntivo di multa vale sul titolo circa 2,02 euro in meno. Anche JP Morgan ha tagliato il rating a “neutral” da “overweight” con target a 179 da 253 euro. “Non possiamo escludere nuove indagini e non abbiamo visibilità sul danno complessivo per VW”, commenta JP Morgan, che ritiene comunque intatta la storia azionaria di lungo termine del gruppo. Nelle ultime due sedute VW ha perso circa 30 miliardi di euro di capitalizzazione dopo aver ammesso di aver truccato i test Usa sulle emissioni dei veicoli. SocGen ha abbassato il giudizio sull’intero settore europeo dell’auto a “neutral” da “overweight” perché a suo giudizio gli investitori ne staranno alla larga per un po’. Il titolo Volkswagen ha perso il 19,82%, dopo aver lasciato sul terreno oltre il 18% ieri. In due giorni la compagnia tedesca ha bruciato oltre 25 miliardi di euro di capitalizzazione di mercato.

Borse asiatiche

Pechino affonda le Borse asiatiche, Sydney ai minimi dal giugno 2013. Nonostante le aspettative non fossero tanto migliori, la pubblicazione dell’atteso dato sul manifatturiero in Cina ha spinto l’ennesimo sell-off nei mercati asiatici. Dopo una seduta in deciso segno negativo per Wall Street (i tre principali indici hanno chiuso martedì con perdite superiori all’1%), le Borse asiatiche hanno reagito malissimo al settimo mese consecutivo sotto la soglia che separa crescita da contrazione per il settore manifatturiero della Cina. La lettura preliminare relativa al mese in corso del Purchasing Managers’ Index (Pmi) elaborato da Markit/Caixin, infatti, si è attestata a 47,0 punti, in ulteriore calo rispetto ai 47,3 punti del dato finale di agosto, nella lettura più debole in 78 mesi e contro i 47,5 punti del consensus. Non sono servite le rassicurazioni del presidente Xi Jinping, in visita in Usa, che ha ribadito l’impegno di Pechino nel proseguire con le riforme economiche. L’indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso (Tokyo è tra l’altro rimasta chiusa per la terza seduta consecutiva per una serie di festività nazionali), ha toccato una perdita del 2,5% mentre le valute asiatiche si sono ulteriormente indebolite: la rupia dell’Indonesia si è deprezzata dello 0,90% sul dollaro Usa, mentre il ringgit della Malaysia ha segnato un calo dell’1,2% e il dollaro australiano è sceso dello 0,80% rispetto alla divisa a stelle e strisce. A pagare il conto più salato è stata la piazza di Hong Kong, con l’Hang Seng che ha toccato una perdita superiore al 3% in apertura degli scambi. Nel continente, Shanghai Composite e Shanghai Shenzen Csi 300 viaggiano poco sotto al 2% di declino, mentre lo Shenz hen Composite, grazie alle small cap su cui negli ultimi tempi gli investitori sembrano puntare per fuggire dal sell-off che tocca soprattutto le blue chip, limita intorno al mezzo punto percentuale la sua perdita. Il mercato azionario della Cina avrebbe raggiunto un punto di “auto-recupero e auto-regolazione”, secondo Xi, che incontrando il presidente Usa Barack Obama ha difeso gli interventi del governo di Pechino per sostenere le Borse nelle ultime settimane. Ma con Shanghai deprezzatosi di quasi il 40% dal picco registrato in giugno, un recupero, se ci sarà, non potrà che essere lento. Senza sorprese Sydney, considerando che per l’Australia la Cina rappresenta la prima destinazione del suo export, ha sentito un colpo durissimo e l’S&P/ASX 200, segnando una flessione del 2,07% a fine seduta, è scivolato sotto quota 5.000 punti per la prima volta dal giugno 2013. Il copione degli ultimi tempi &egra ve; stato rispettato e i titoli bancari hanno segnato perdite intorno all’1% mentre quelli del settore energetico hanno sfiorato declini del 2% ma è stata il minerario a trascinare a fondo l’indice: Bhp Billiton e Fortescue hanno perso oltre il 3% (poco meglio Rio Tinto, che ha chiuso con un declino simile a quello dell’indice). A Seoul il Kospi ha registrato una perdita dell’1,89% mentre a Mumbai il Sensex 30 ha limitato la flessione chiudendo quasi in parità.

Borsa Usa

A New York i principali indici hanno chiuso la seduta in netto ribasso a causa dei timori sulla crescita economica mondiale. Il Dow Jones ha perso l’1,09%, l’S&P 500 l’1,23% e il Nasdaq Composite il 2,50%. L’Indice Prezzi Abitazioni pubblicato dalla Federal Housing Finance Agency (FHFA) è cresciuto dello 0,6% nel mese di luglio rispetto alla rilevazione precedente, pari al +0,2%, e risultando superiore alle attese fissate su un incremento dello 0,4%. La Federal Reserve di Richmond ha comunicato che il proprio indice, che misura l’andamento dell’attività manifatturiera dell’area di Richmond, è sceso nel mese di settembre a -5 punti da 0 punti del mese precedente. Il dato è inferiore alle attese degli addetti ai lavori pari a 4 punti. Sul fronte societario General Mills +0,56%. Il gruppo alimentare ha annunciato una trimestrale con luci ed ombre. L’utile è aumentato a 426,6 milioni di dollari da 345,2 milioni dello stesso periodo di un anno prima. L’Eps adjusted si è attestato a 0,79 dollari contro i 69 centesimi indicati dal consensus. Deludono invece i ricavi, scesi dell’1% a 4,21 miliardi contro i 4,25 miliardi previsti dagli analisti. AutoZone -0,07% nonostante una trimestrale superiore alle attese. I profitti del rivenditore di componenti per auto sono aumentati a 401,1 milioni di dollari (12,75 dollari per azione) da 373,7 milioni dello stesso periodo di un anno prima mentre i ricavi sono cresciuti del 7,9% a 3,29 miliardi. Gli analisti avevano previsto un Eps di 12,69 dollari su ricavi per 3,25 miliardi. Groupon -2,16%. Il sito specializzato in buoni sconto e promozioni ha annunciato che intende tagliare 1.100 posti di lavoro nel mondo nell’ambito di un piano di ristrutturazione. Con Agra Foods -6,93%. Il gruppo alimentare ha annunciato di aver chiuso il primo trimestre in perdita (per 1,24 miliardi di dollari) a causa di svalutazioni per 1,95 miliardi di dollari. Nello stesso periodo di un anno prima il risultato era stato positivo per 484,5 milioni. Escluse le poste straordinarie l’Eps si è attestato a 0,38 dollari, 2 centesimi in meno rispetto alle attese. I ricavi sono aumentati meno del previsto a 2,79 miliardi da 2,76 miliardi (consensus 3,69 miliardi). Carnival -5,45%. Il gruppo delle crociere ha annunciato una trimestrale superiore alle attese ma ha fornito un outlook deludente. Nel terzo trimestre l’utile per azione adjusted si è attestato a 1,75 dollari, 12 centesimi in più del consensus. Per il quarto trimestre la società stima un Eps compreso tra 0,36 e 0,40 dollari, meno rispetto ai 46 centesimi indicati dagli analisti.

Europa

Volkswagen affossa il settore auto. Le principali Borse europee hanno aperto la seduta poco mosse in attesa della pubblicazione degli indici PMI della zona euro. Il Dax30 di Francoforte guadagna lo 0,1%, il Cac40 di Parigi lo 0,2% e il Ftse100 di Londra lo 0,4%. In Francia L’Insee ha reso noto che il dato finale del Pil relativo al secondo trimestre 2015 è rimasto invariato su base trimestrale come conseguenza della stagnazione dei consumi e del destocking delle aziende. Sono confermate le stime preliminari. Sul fronte societario Volkswagen -7%. Il titolo del gruppo tedesco è sceso per la prima volta negli ultimi 4 anni sotto i 100 dollari. Lo scandalo che ha colpito la casa di Wolfsburg penalizza ancora il resto del comparto auto (Stoxx All Europe 800 Automobiles & Parts -3,7%). Vivendi +0,1%. Jefferies ha alzato il rating sul titolo del colosso media a hold da underperdorm. Smiths Group +2,5%. Il gruppo di ingegneria britannico ha chiuso lo scorso esercizio con un utile di 246 milioni di sterline, in crescita rispetto ai 233 milioni dell’esercizio precedente. La società ha aumentato il dividendo a 41 pende da 40,25 pence.

Italia

Il Ftse Mib segna +0,72%, il Ftse Italia All-Share +0,67%, il Ftse Italia Mid Cap +0,42%, il Ftse Italia Star +0,34%. Mercati azionari europei in leggero rialzo: DAX +0,3%, CAC 40 +0,3%, FTSE 100 +0,6%, IBEX 35 -0,2%. Euro stabile sui livelli di ieri pomeriggio contro dollaro: EUR/USD al momento oscilla in area 1,1140 dopo aver toccato 1,1105, minimo dal 4 settembre. Mercati obbligazionari europei poco mossi in avvio: il rendimento del BTP decennale scende di 1 bp rispetto alla chiusura precedente all’1,75%, anche quello del Bund cede 1 bp allo 0,61%. Lo spread è quindi stabile a 115 bp (fonte: MTS). Utility positive in avvio: acquisti su Snam (+1%), A2A (+0,6%), Enel (+0,6%), Enel Green power (+0,4%). Secondo il Sole 24 Ore ieri A2A avrebbe presentato un’offerta non vincolante su Linea Group. Acquisti sul settore lusso con Luxottica (+1,3%) e Moncler (+0,9%) in evidenza. FCA (-0,9%) debole con il comparto: l’EURO STOXX Automobiles & Parts segna -1,5% circa con Volkswagen a -2% dopo aver sfiorato il -10%.


I dati macro attesi oggi

Mercoledì 23 settembre 2015

GIA Mercati chiusi per festività;

03:45 CINA Indice PMI manifatturiero Caixin (flash) set;

08:45 FRA PIL (finale) T2;

09:00 FRA Indice PMI manifatturiero (prelim.) set;

09:00 FRA Indice PMI servizi (prelim.) set;

09:30 GER Indice PMI manifatturiero (prelim.) set;

09:30 GER Indice PMI servizi (prelim.) set;

10:00 EUR Indice PMI composito (prelim.) set;

10:00 EUR Indice PMI manifatturiero (prelim.) set;

10:00 EUR Indice PMI servizi (prelim.) set;

15:00 EUR Intervento Draghi (BCE) a Parlamento E uropeo;

15:45 USA Indice PMI manifatturiero (flash) set;

16:30 USA Scorte settimanali petrolio e derivati.