Successo al Pavarotti per il Moliere Imaginaire firmato da Iannone

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La stagione di Balletto del ModenaDanza 2015, rassegna coreutica del Teatro Comunale Luciano Pavarotti, in linea con i principi della qualità a tutti i costi percorsa dalla Fondazione, ha portato in scena i personaggi e le compagnie più in vista del mondo della danza internazionali. Basti citare il debutto del festival con la firma di Angelin Preljocaj de La Stravaganza fino allo scorrere dei nomi di Shen Wei, Sylvie Guillem (nel tour mondiale del proprio addio alle scene), Alessandra Ferri, Herman Cornejo e Bruce Levingston nel trio concertdance nonché Eleonora Abbagnato, neo direttrice artistica della compagnia di balletto del Teatro dell’Opera di Roma impegnata a Modena nella Carmen di Amedeo Amodio. E tra questi nomi altisonanti ecco il Moliere imaginaire di Domenico Iannone, immaginato e coreografato sullo spartito di Nino Rota, al pari del precedente prestigioso di Maurice Bejart. Domenico Iannone, appunto, impegnato in scena nella prima assoluta del Moliere con la propria compagnia di riferimento, Altradanza, nella bella cerchia di ensemble presenti al Pavarotti quali Aterballetto, Opus Ballet, il Shen Wei Dance Arts ed il Balletto del Teatro dell’Opera di Tirana. “E’ stato un onore per me entrare in questo prestigioso circuito modenese – ammette il coreografo Domenico Iannonesoprattutto per il confronto artistico con le altre compagnie di balletto e per l’opportunità di portare il scena il nostro allestimento, peraltro in coproduzione proprio con la Fondazione Teatro Comunale di Modena. Il nostro viaggio nei meandri della cultura francese alla Moliere l’ho voluto assemblare sullo spartito di Nino Rota, attraverso una regia che sapesse condurre la coreografia sin dentro le corde del pubblico e della critica.” Le scene di Michele Iannone, la sartoria Pipi Palermo e le luci di Fabio Rossi hanno saputo indicare la migliore strada possibile della comprensione del testo, occasione sempre più rara in cartelloni pregni di titoli astratti o comunque poco narrativi. Il balletto nasce dalla vena creativa del grande coreografo Maurice Béjart e, ripercorrendone la traccia drammaturgica, Domenico Iannone ha proprio rivisitato i canoni della danza barocca rileggendoli in chiave contemporanea. “Volevo restituire il mondo di Moliére al mondo – chiarisce ancora il coreografo – con i suoi ricordi, i suoi personaggi, le donne della sua vita e quelle delle sue commedie, i paradossi sociali, i vizi, le figure meschine e arroganti portate all’eccesso dei loro caratteri, trovandone riscontro con la contemporaneità e con la società nella quale viviamo.” Il balletto diventa così un mondo fatto di amori e seduzioni, medici, impostori e borghesi che continuamente prendono e lasciano la scena mostrando l’eterno ritorno di schemi sociali che inesorabilmente si ripetono. Le caratteristiche psicologiche ed espressive dei personaggio sono rese comprensibili dalla leggibilissima coreografia, mentre la sovrapposizione di epoche si manifesta attraverso il susseguirsi di costumi e di oggetti sempre più vicini alla nostra epoca, a testimoniare il dramma e la bellezza dell’intero immaginario di Molière. Il successo della prima assoluta modenese del coreografo napoletano d’adozione Domenico Iannone garantirà lunga vita al nuovo Moliére all’italiana.