Silvia Avogadri, dall’ossessione per i Guns N’ Roses ai testi per la musica dei Bronze & Steel

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in foto Silvia Avogadri

di Rosina Musella

È di qualche settimana fa la nostra intervista ad Antonio Battistella ed Edoardo Lupo, i Bronze & Steel che, il 28 maggio scorso, hanno pubblicato il loro primo EP, intrecciando le loro musiche alle parole di Silvia Avogadri (qui il link al precedente articolo).
Appassionata di scrittura da piccolissima, la Avogadri lavora da diversi anni al suo primo romanzo “Nice Boys” ambientato negli anni ‘70 e che racconta la vita sregolata di un gruppo di musicisti tutt’altro che “nice boys”. All’interno del suo romanzo sono presenti diversi testi scritti dal protagonista del racconto e due di questi “Like Art” e “Golden Ring” sono diventati dei veri e propri brani musicali grazie al lavoro di Battistella e Lupo. “Quando i Bronze & Steel mi hanno contattata mi ha subito colpito la loro proposta, perché volevano dar vita ad un progetto cross-mediale”, ci ha raccontato la Avogadri.
Qui di seguito potete leggere la sua intervista, in cui ci ha parlato del suo romanzo di formazione e della magia di veder prendere vita ai suoi testi.

Com’è nato il suo romanzo?
Dalla mia passione per la musica, in particolare da quella che una decina di anni fa divenne quasi un’ossessione per i Guns N’ Roses. Fui fulminata dalla canzone “Nice boys”, che mi ispirò nella scrittura di Damon, il protagonista del racconto. La storia si è sviluppata naturalmente evolvendo da quel testo e ormai sono 10 anni che ci lavoro. Attualmente sono in fase di revisione, dopo varie riscritture. Il mio obiettivo è presentarlo al mercato americano, quindi dovrei prima farlo tradurre e poi trovare terreno fertile lì.

Cosa racconta?
“Nice Boys (don’t play rock n’ roll)” è un romanzo di formazione ambientato tra gli anni ‘70/’80 che segue la vita di Damon, un ragazzo di Boston che sogna di diventare il chitarrista di una rockband. Nel tentativo di riuscirci mette su un gruppo, i “Nice Boys”, e lui e gli altri componenti cadono in una lenta spirale di autodistruzione seguendo uno stile di vita devoto al “sex, drugs & rock n roll”. La storia è raccontata da Damon in prima persona, come in un’autobiografia, e il motore di tutto sono le ragazze e la musica, onnipresente fin dai titoli dei capitoli.
Il titolo, “Nice Boys (don’t play rock n’ roll)”, non si rifà solo al nome della band e al contrasto tra questo e l’aspetto poco raccomandabile dei suoi membri, ma anche al fatto che Damon, a differenza dei suoi compagni, è in fondo un bravo ragazzo trascinato dagli eventi e dai suoi stessi traumi. Rimasto orfano a soli otto anni, infatti, il suo non è altro che un tentativo di ricostruirsi attorno la famiglia che ha perso. Tra i temi che vengono affrontati c’è proprio la ricerca di una famiglia e di un luogo a cui appartenere, oltre alla dipendenza da droghe e la successiva riabilitazione.
Per documentarmi al meglio ho letto tantissime biografie e autobiografie delle mie band preferite, ma il libro che più mi ha ispirata è stato “The Heroin Diaries” di Nikki Sixx.

Come ha conosciuto i Bronze&Steel?
Per un periodo ho frequentato un corso dell’Università di Bergamo e lì ho conosciuto la ragazza di Edoardo. Una sera, alla festa di compleanno di questa mia amica, lo incontrai e iniziammo a seguirci su Instagram, dove spesso pubblico alcuni racconti che scrivo. Dopo un po’ i ragazzi mi contattarono, dicendomi di aver letto i miei testi e chiedendomi se avessi brani da musicare. Poiché il mio romanzo parla di musica e il protagonista è proprio il lyricist di una band, ne avevo diversi “scritti” proprio da Damon e così ne mandai loro alcuni.

Com’è stato veder prendere vita ai suoi testi?
Quando ho iniziato a scrivere i testi non avrei mai pensato che sarebbero potuti diventare delle vere canzoni. Quando sono usciti su Spotify sono stata un’ora ad ascoltarli in loop. Io amo la musica, quindi non riesco neanche a trovare le parole adatte per descrivere ciò che provo sapendo di aver scritto due canzoni che la gente può ascoltare. Non posso che ringraziare Edoardo e Antonio per l’idea che hanno avuto. Il romanzo è ancora più completo ora che ci sono le canzoni.