Melanoma, mix di immunoterapie diminuisce del 25% il rischio di progressione: ricerca avviata a Napoli

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In foto Paolo Ascierto

Una nuova combinazione “combo” di immunoterapie sblocca il “freno” alle cure contro il melanoma metastatico e riduce del 25% il rischio di progressione della malattia. I risultati emergono dallo studio di fase III, Reltivity-047, presentati al Congresso della Società americana di Oncologia clinica (Asco) in corso fino a domani in forma virtuale. La nuova via da seguire per potenziare l’attività immunitaria anti cancro, spiegano i ricercatori, si chiama infatti LAG-3: si tratta di un checkpoint immunitario, cioè un “freno” utilizzato dal tumore per aggirare la risposta alle terapie immuno-oncologiche, che si affianca a quelli gia’ noti come PD-1 e CTLA-4. Nei pazienti con melanoma metastatico mai trattati prima, la combinazione di relatlimab, anticorpo anti LAG-3, e nivolumab, molecola anti PD-1, ha ridotto del 25% il rischio di progressione della malattia. In particolare, la sopravvivenza libera da progressione ha raggiunto 10,12 mesi con la combinazione rispetto a 4,63 mesi con la monoterapia con nivolumab. “Nello studio internazionale sono stati coinvolti 714 pazienti con melanoma metastatico o non operabile – spiega Paolo Ascierto, Direttore Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative del Pascale di Napoli -. E’ evidente il significativo beneficio clinico offerto dalla nuova combinazione relatlimab e nivolumab in prima linea, con una buona tollerabilità. Gli inibitori di checkpoint immunitari in monoterapia o in combinazione hanno cambiato la storia della malattia e migliorato i tassi di sopravvivenza. Ciononostante, resta una percentuale di pazienti che potrebbe trarre benefici dalla nuova terapia di combinazione che influenza vie cellulari complementari per migliorare l’attività anti-tumorale. Pertanto, puntare alla via di LAG-3 in combinazione con l’inibizione di PD-1 può rivelarsi una strategia chiave per potenziare la risposta immune”. “I primi studi su relatlimab furono avviati circa quattro anni fa proprio al Pascale di Napoli, in cui dimostrammo come sbloccare il nuovo freno al sistema immunitario – afferma Ascierto -. La sfida ora è capire quali siano i pazienti candidati a questo trattamento e LAG-3 può costituire un biomarcatore valido per la selezione della miglior terapia”.