Museo longobardo di Benevento, immersione nella capitale di mille anni fa

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Uno scavo per consolidare un fabbricato privato e, sotto il tufo che si sgretola, emerge un cunicolo. Scavando ancora, vengono alla luce i resti di un’antica fornace, di una torre militare, di antiche prigioni e segrete. Questo accadeva dieci anni fa, e oggi quegli ambienti costituiscono il percorso di un museo immersivo che l’associazione Benevento Longobarda ha restituito alla città che mille anni fa era la capitale di uno degli stati italiani più importanti, che comprendeva Campania, eccetto la città di Napoli, Basilicata, parte delle Puglie e Molise per arrivare al basso Lazio. “È stata una scoperta del tutto casuale – spiega all’Agi il presidente dell’associazione fondata nel 2006, Alessio Fragnito – i lavori di restauro e consolidamento sono stati fatti tutti con fondi privati, seguendo le consulenze di architetti, archeologi, storici”. Il museo longobardo ha aperto da tre giorni, nel rispetto di tutte le normative anti Covid, con visite guidate riservate a gruppi di quattro persone per volta. Il percorso dura 45 minuti e attraversa i sotterranei di Benevento fino a raggiungere i confini urbani dell’epoca con un passaggio segreto, che i rettori pontifici utilizzavano in caso di fuga.
“Questi cunicoli si possono trovare sotto molte abitazioni del capoluogo sannita – racconta Fragnito – ma in tanti hanno preferito nasconderli per paura che la Soprintendenza bloccasse i lavori. Noi invece li abbiamo portati alla luce e abbiamo consegnato tutto quello che abbiamo trovato”. Tra i reperti, anche un anello con sigillo longobardo che è stato esposto nella mostra internazionale del Mann di Napoli e poi nel museo di San Pietroburgo. “E noi speriamo che possa essere esposto anche qui a Benevento”, l’augurio. Ceramiche, ornamenti, portali decorati e con scritte. Nei sotterranei sono emerse testimonianze anche importanti di un passato glorioso che l’associazione Benevento Longobarda vuole ricostruire, sia pure virtualmente, per offrire ai visitatori un’esperienza vivida dell’epoca longobarda, nelle sue varie fasi. “Abbiamo ricostruito un armeria – spiega il presidente, che si offrirà come cicerone nelle visite indossando costumi d’epoca – e studiando le fonti abbiamo anche approfondito lo stile di combattimento dei Longobardi. Di qui l’idea di una scuola d’armi, dove ci esercitiamo con spade e scudi. Le spade sono vere e c’è molto lavoro da fare prima di imparare soprattutto a non farsi male”. Le ricostruzioni delle battaglie corpo a corpo hanno permesso all’associazione di portare in giro per l’Italia le rappresentazioni storiche, collaborando con vari musei, enti e altre associazioni. I lavori da fare sono ancora molti. L’area delle prigioni non è ancora aperta al pubblico, essendo in locali molto angusti e con necessità di opere di consolidamento. “Il Covid da un lato non ci ha permesso di aprire prima – sottolinea Fragnito – ma d’altro canto ci ha permesso di procedere più speditamente con i lavori. C’è sempre da fare, ma siamo convinti che ai visitatori piacerà. Del resto il nostro è un lavoro di volontariato per far conoscere un periodo storico del quale siamo orgogliosi”.