Terapie anche di notte per battere l’emergenza

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Esami diagnostici e radioterapia anche di notte e sblocco del turn over sin da subito in Campania. Ma con l’impegno di lavorare seriamente alla programmazione per evitare “crisi” per mancanza di disponibilità nel Servizio sanitario nazionale. È la proposta di Silvestro Scotti, presidente dell’Ordine dei medici di Napoli e vicesegretario nazionale dei medici di famiglia, per superare l’emergenza nella regione, dove molte strutture private convenzionate hanno esaurito il budget per alcune prestazioni. Con il risultato che – alla ripresa delle attività di settembre, quando le richieste crescono – tutta la domanda confluisce sul pubblico che non può far adeguatamente fronte alle richieste. E le liste d’attesa si allungano, con disagi seri per chi si sottopone a radioterapia.Silvestro ScottiIn Campania – spiega – sono anni che assistiamo alla sospensione, da parte del privato accreditato, di alcune prestazioni prima della fine dell’anno. Un fenomeno che si verifica sempre più in anticipo. A riprova di un mancato rifinanziamento che ha effetti concreti sulla popolazione. Quest’anno il problema si è verificato già ad agosto. E il disagio, con la ripresa delle attività in arrivo a settembre, sarà particolarmente evidente. In questo periodo, infatti, dopo la riduzione del periodo estivo, c’è il picco di richieste”. Per Scotti, “questo è determinato dal fatto che non c’è una vera concorrenza pubblico-privato. Nel concreto il pubblico viene sempre meno finanziato e lascia al privato accreditato quote sempre più elevate di prestazioni”. Difficile tamponare nel momento in cui l’apporto delle strutture accreditate viene, in qualche modo, a mancare. E al cittadino resta solo la possibilità di attendere, oppure rinunciare al Ssn e pagare di tasca propria. “Per i campani – continua – non si tratta di una scelta facile, considerando le difficoltà socio-economiche, l’elevata disoccupazione, il reddito basso. Elementi che, oltre a rendere difficile la scelta del privato puro, incidono sulla salute, tanto che nella Regione si vive un anno in meno rispetto alla media nazionale”. Servono sia soluzioni immediate, sia strutturali. “Consentire, anche temporaneamente, radioterapia e analisi 24 ore al giorno e lo sblocco del turn over (anche con contratti a tempo) allargherebbe le possibilità per i pazienti di accedere alle prestazioni nel pubblico – aggiunge Scotti – e del resto, considerando che si richiede al territorio l’accesso h24 non vedo perché non si dovrebbe chiedere la stessa cosa per le terapie radiologiche e la diagnostica”. Ma ovviamente “bisognerebbe anche utilizzare questo periodo per superare la logica stessa dell’emergenza”, precisa, sottolineando che con i mezzi tecnologici attuali è possibile monitorare costantemente il tetto di prestazioni fornite dal privato accreditato ed evitare che si arrivi allo stop. “È necessario – conclude – prevedere e programmare per realizzare un sistema in grado di rispondere alle reali esigenze di salute della popolazione, riducendo gli sprechi ed evitando disagi ai cittadini”.