“L’angelo della speranza”, messaggio d’amore e di fede in tempi di pandemia 

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in foto Anselm Grun (foto comunicato stampa)

di Anita Curci

“La preghiera non è un’evasione, ma il luogo in cui presentiamo a Dio la nostra verità profonda e in cui sperimentiamo la forza del suo amore che guarisce. Tuttavia, non è tanto importante chiedere la guarigione quanto rimettere a Dio le proprie ferite interiori affinché esse possano essere attraversate dal suo amore”. Questo lo spirito del volume di Giovanni Capurso “L’angelo della speranza – Colloqui con Anselm Grün” edizioni Elledici, pagg 32, euro 5,00.

in foto la copertina del libro L’angelo della speranza (foto comunicato stampa)

Il testo, che si dipana attraverso una breve ma intensa intervista ad Anselm Grün, padre benedettino tedesco autore di oltre 300 libri di spiritualità, affronta le ataviche questioni sul bene e il male, sul senso della vita, sui cambiamenti del mondo.

“Per la prima volta dopo duemila anni in Occidente – racconta l’autore – si nasce in un ambiente non più cristiano. Si è voluto realizzare un progetto di vita senza Dio, si è proposto un umanesimo che ponesse l’uomo sul piedistallo al posto di Dio. La religione/spiritualità è stata confinata nell’ambito del privato, accantonata in un cantuccio nel quale non possa dare troppo fastidio. Forse perché c’è molto benessere. Le persone sembra che abbiano tutto. Ma anche quando verranno soddisfatti tutti i bisogni materiali, nell’uomo rimarrà sempre un bisogno per il trascendente, per il mistero, per Dio, perché non si può essere felici solo con la ricchezza materiale. L’essenza dell’uomo è invece di realizzare se stesso”.

Il 2020 è l’anno in cui Grün festeggia il suo 75° compleanno. Giovanni Capurso, scrittore e docente di filosofia pugliese, lo ha intervistato in Baviera, nell’abbazia di Münsterschwarzach.

Capurso, la parola speranza a cosa si riferisce precisamente?
 “La speranza è una costante, non tanto nelle affermazioni di Grün, quanto nel suo modo di percepire e di tramettere quello che dice. Anche nelle pieghe più difficili dell’esistenza lui riesce a trovare sempre degli spazi di luce. E credo sia anche un eccellente messaggio in questo periodo di pandemia”.

 Perché intervistare proprio Grün?
“Pater Anselm, tra le altre cose, è uno dei principali studiosi di psicologia e psicoanalisi del nostro tempo. Forse il più importante. La spiritualità dei Padri del deserto era sostanzialmente una forma di psicologia e lui cerca di riproporre questo modello nella società contemporanea”.

Qual è la funzione dello scrittore in questo momento storico complicato e doloroso?
“C’è qualcosa che condivido molto di padre Anselm, quando afferma: la scrittura ha innanzitutto un valore terapeutico per chi la pratica. È una forma di cura. La scrittura è un modo per indagare se stessi e portare a galla le nostre zone d’ombra. Ma può essere di conforto anche a chi ci legge. “Che l’angelo della speranza ti guidi!” è il saluto che di solito padre Anselm rivolge ai suoi amici. Quando è  arrivata la pandemia, ho ritenuto che il suo messaggio, intriso appunto di speranza, potesse essere un piccolo contributo per questo periodo. Credo che oggi più che mai ne abbiamo bisogno”.

in foto Giovanni Capurso (foto comunicato stampa)