Il nostro turista scopre quanto sia lunga la lista dei progetti che si rivelano essere dei ballon d’essai. Si va dalle infrastrutture di trasporto e dalle reti digitali di comunicazione alle imprese innovative per mercati innovativi e ai beni collettivi gestiti da protagonisti tra loro in concorrenza. Capita che i progetti siano anche brillanti. È la loro implementazione che è mediocre. E pure di progetti mediocri ben attivati se ne vedono pochi.
Il fatto è che nel Regno di Zenda sono ancora pochi i leader che attivano progetti ambiziosi con obiettivi profondamente condivisi e che erigono solidi edifici innalzati con i mattoni della fiducia e abitati da tutti gli appartenenti alla comunità nazionale in tempi in cui nel Regno l’indicatore del livello di fiducia, già basso, è rivolto in giù. Né abbondano i leader che iniettano ossigeno nei polmoni dei loro team di progetto e infondono tra i membri della squadra il senso di responsabilità. Tanti sono invece i tiranni che difendendo a oltranza lo status quo impediscono l’emersione di nuovi protagonisti della vita imprenditoriale e di nuovi attori della società civile. Gli esploratori di cose nuove fatte in modo nuovo sono già stati costretti a volgere le loro vele altrove, verso l’occidente americano e il nord scandinavo, ieri, e oggi veleggiano verso il Regno di Cinindia: l’emergente Cina & India Corporation.
Sono i leader imprenditoriali a produrre quella differenza che imprime un segno distintivo al tessuto economico. Sono i leader politici che differenziano il paese che governano dagli altri paesi. Creano differenze imprenditoriali e civili i leader che privilegiano i sali e scendi del terreno meritocratico rispetto alla piatta pianura di una burocratica eguaglianza che toglie la voce a quanti per le loro competenze sono ben connessi alle reti senza frontiere che innervano i tessuti dell’economia della conoscenza. Di leader siffatti nel Regno di Zenda non ce n’erano più.