Cnr, scoprire la grandine dal satellite: ecco i sensori per monitorare i temporali

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Rivelare e individuare la presenza di grandine nelle nubi attraverso i sensori satellitari: e’ quanto permette di fare il metodo sviluppato e descritto sulla rivista Remote Sensing da un gruppo internazionale di ricercatori, coordinati dall’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isac) di Bologna. Il nuovo metodo sfrutta le osservazioni dei sensori satellitari per monitorare l’evoluzione dei sistemi temporaleschi, riuscendo cosi’ a individuare la presenza dei chicchi di grandine dentro le nubi. Allo studio hanno partecipato anche il Servizio di informazioni e dati satellitari ambientali del National Oceanic and Atmosferic Administration (Noaa) e l’Universita’ del Maryland. “Il metodo MicroWave Cloud Classification-Hail (MWCC-H) utilizza l’elevata capacita’ delle microonde ad alta frequenza di riconoscere il segnale emesso dai chicchi di grandine nelle nubi temporalesche”, spiega Sante Laviola, coordinatore della ricerca. “E’ il primo e unico metodo in grado di funzionare contemporaneamente su tutti i sensori satellitari ad alta frequenza in volo nella costellazione Global Precipitation Measurement mission (GPM), il network internazionale di satelliti progettati per l’osservazione degli eventi meteorologici e lo studio del ciclo dell’acqua e puo’ valutare anche la dimensione media dei chicchi di grandine”. Secondo i ricercatori si apre cosi’ l’opportunita’ di creare una banca dati sulla distribuzione globale delle nubi produttrici di grandine, utile per conoscere meglio gli effetti del cambiamento climatico soprattutto nelle aree piu’ colpite da fenomeni meteorologici estremi.