L’indagine riguarda illeciti che si sarebbero consumati attorno ai lavori di ampliamento di “Pineta Grande Hospital”, noto centro della sanità privata di Castel Volturno (Caserta). Ciò ha spinto La Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere a chiedere il rinvio a giudizio per 36 persone, tra imprenditori privati della sanità, funzionari della Regione Campania, dell’Asl di Caserta e della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio di Caserta e Benevento, dipendenti ed ex amministratori del Comune di Castel Volturno. Tutti indagati a vario titolo per reati di corruzione, falso, indebita induzione, abuso d’ufficio e rivelazione di segreti d’ufficio. A rischiare il processo, oltre all’imprenditore della sanità Vincenzo Schiavone, i funzionari della Regione Antonio Postiglione (dirigente del settore sanità), Antonio Podda e Arturo Romano, il presidente di Aiop Campania (Associazione Italiana Ospedalità Privata) Sergio Crispino, l’ex sindaco di Castel Volturno Dimitri Russo con parte della sua giunta e alcuni ex consiglieri comunali. L’indagine riguarda gli illeciti che si sarebbero consumati attorno ai lavori di ampliamento del “Pineta Grande Hospital” di Castel Volturno, per i quali Schiavone avrebbe corrotto i funzionari pubblici assumendo nelle sue cliniche loro familiari o amici. “Restiamo in doverosa attesa della fissazione dell’udienza preliminare nella quale siamo certi di poter dimostrare la totale insussistenza degli addebiti mossi”. Sottolinea invece, in una nota, la direzione sanitaria del centro Pineta Grande Hospital.
“L’esercizio dell’azione penale, per tutti i reati, – si legge nella nota – rientra nella ricostruzione della Procura con la quale ci si è già confrontati in sede cautelare. Proprio in quella sede, il Tribunale del Riesame di Napoli ha escluso l’ipotesi della corruzione ex articolo 319 cp. Il medesimo tribunale – ricorda ancora la direzione sanitaria del Pineta Grande Hospital – ha altresì escluso le ipotesi di falso afferenti il rilascio della concessione edilizia, in particolar modo in relazione alle norme che regolano la materia paesaggistico-ambientale. L’orientamento del Riesame, che ha ridimensionato notevolmente se non totalmente l’indagine della Procura, ha trovato pieno accoglimento nella stessa Suprema Corte che ha dichiarato l’inammissibilità di tutte le eccezioni avanzate sia dalla Procura che dalla difesa in relazione al provvedimento del Tribunale del Riesame di Napoli, con ciò confermando la totale carenza di elementi sussistenti in ordine all’accusa di corruzione”, conclude il comunicato.